Cronaca
"Tombaroli" beccati dalla Guardia di Finanza di Barletta
Denunciati in quattro, stavano eseguendo uno scavo non autorizzato in una tomba a Canosa. L'area non era tra quelle normalmente censite per interesse archeologico
BAT - venerdì 18 gennaio 2013
13.43
I militari della Guardia di Finanza di Barletta, hanno sorpreso quattro soggetti mentre eseguivano uno scavo archeologico clandestino nel comune di Canosa di Puglia in contrada Toppicelli. L'immediato intervento dei finanzieri ha consentito di evitare che i "tombaroli" riuscissero ad ultimare lo scavo per il ritrovamento del dromos risalente al V-VI secolo a.c..
La soprintendenza per i beni archeologici della puglia interessata per il proseguimento dello scavo ha successivamente accertato che la tomba era già stata oggetto di depredamento in tempi passati.
Tuttavia, in ragione del fatto che l'area interessata non è ricompresa tra quelle censite nelle mappe di interesse archeologico, la soprintendenza proseguirà le operazioni di ricerca estendendole a tutto il terreno circostante lo scavo clandestino, al fine di verificare l'eventuale esistenza di una necropoli e preservarne così il patrimonio custodito nel sottosuolo del territorio canosino.
I quattro soggetti sono stati denunziati all'autorità giudiziaria per violazione del reato previsto dall'art. 175 del codice dei beni culturali e del paesaggio.
La soprintendenza per i beni archeologici della puglia interessata per il proseguimento dello scavo ha successivamente accertato che la tomba era già stata oggetto di depredamento in tempi passati.
Tuttavia, in ragione del fatto che l'area interessata non è ricompresa tra quelle censite nelle mappe di interesse archeologico, la soprintendenza proseguirà le operazioni di ricerca estendendole a tutto il terreno circostante lo scavo clandestino, al fine di verificare l'eventuale esistenza di una necropoli e preservarne così il patrimonio custodito nel sottosuolo del territorio canosino.
I quattro soggetti sono stati denunziati all'autorità giudiziaria per violazione del reato previsto dall'art. 175 del codice dei beni culturali e del paesaggio.