Politica
Tavolata nuziale nel PD: sono 25
La filosofia di San Ferdinando imposta a Barletta. Vade retro, Maffei?
Barletta - mercoledì 13 febbraio 2013
Il consiglio (nazionale) dei garanti del PD è composto da 5 membri. Tra gli importanti compiti elencati si legge: "Assumere la direzione del Partito nel caso di impossibilità o dimissioni sia del Segretario che del Presidente fino alla convocazione del Congresso". Dunque se Bersani o la Bindi si dimettono, bastano 5 persone per guidare fino a congresso il partito nazionale.
Andrea Patruno, segretario provinciale PD della BAT e commissario cittadino per il PD barlettano, ha invece bisogno di 25 persone. Sono venticinque, infatti, i membri del comitato che guiderà il circolo cittadino del PD fino a congresso, o fino alle amministrative. O fino a entrambi gli appuntamenti, non è chiaro. Cinque volte il consiglio nazionale dei garanti. Tra i politici circola la nota battuta secondo la quale più un organo è ampio, meno si desidera che esso funzioni. E Andrea Patruno sembra voler assecondare l'ingovernabilità del suo partito a Barletta. In quest'organo si riprodurranno tutte le contraddizioni del direttivo che è decaduto col commissariamento del circolo.
Anche nella rosa dei nomi non mancano scelte discutibili. Dentro i due capi armati, i consiglieri regionali, Mennea e Caracciolo. Il primo autosospeso in polemica con le Parlamentarie, il secondo sospeso secondo sentenza della commissione di garanzia provinciale. Dentro il segretario commissariato, Stefano Chiariello. Dentro le dimissionarie (già presidente e vicesegretaria) Paola Nasca e Caterina Spadafora. Per inciso, Chiariello, Nasca e Spadafora erano espressioni delle tre aree congressuali. Dentro i membri "caraccioliani" della segreteria di Chiariello: Montenegro e Superti. Dentro un altro caraccioliano di ferro, l'assessore Fruscio.
Dunque Patruno tenta il bis. Fallito il direttivo emerso da un congresso bellico, il segretario provinciale ci riprova. Nel frattempo gli equilibri e i posizionamenti sono cambiati. Ma il collega filosofo Patruno non sembra interessato ai passaggi, soprattutto dall'area congressuale capeggiata da Maffei a quella guidata da Caracciolo. Così come non sembra interessato alla vicenda dei sospesi. E nemmeno ai passaggi in Procura di Maffei e Boccia. Sfiora il ridicolo, se non il blasfemo, aver scomodato la Procura per giocare a Risiko tra le aree del PD. C'è un'unica novità, in effetti. Da quest'organo sono stati esclusi sia Maffei sia Attolico. Un PD schizofrenico, quello della BAT. Mentre la commissione di garanzia assolve Maffei e condanna Caracciolo e gli altri sette consiglieri della sua area, Patruno assolve Caracciolo e i suoi ed esclude Maffei e il suo braccio destro.
L'altra novità (anzi no) è il numero di donne. Ancora sette, come nella costituzione del forum Donne cittadino. Avremmo auspicato ben altra iniziativa da parte del Commissario Patruno. Ci saremmo aspettati un organo agile, snello. Da cui fossero esclusi tutti i protagonisti della triste pagina politica che abbiamo alle spalle. Da queste colonne abbiamo guardato con interesse alla presa di posizione di Francesco Boccia. Il PD, ci era parso, aveva gli anticorpi per reagire al degrado, al disprezzo nei confronti delle regole, alle guerre di trincea per interessi particolari. Ci era parso. Raggiunto telefonicamente a questo riguardo, per completezza del nostro articolo, l'onorevole Boccia dichiara di essere all'oscuro dei criteri che hanno portato all'individuazione dell'organismo e di aver appreso soltanto da pochissimi minuti questo stato di cose. Spera, Boccia, di aver male interpretato una decisione del commissario Patruno apparentemente incomprensibile, non avendo mai discusso né dei nomi né dei criteri. È interesse di tutti, secondo il parlamentare biscegliese, allargare la base: non si possono tener fuori pezzi interi della città, tra cui Nicola Maffei. Serve, conclude Boccia, una sorta di Costituente rappresentativa di tutti i mondi presenti in città.
Andrea Patruno, segretario provinciale PD della BAT e commissario cittadino per il PD barlettano, ha invece bisogno di 25 persone. Sono venticinque, infatti, i membri del comitato che guiderà il circolo cittadino del PD fino a congresso, o fino alle amministrative. O fino a entrambi gli appuntamenti, non è chiaro. Cinque volte il consiglio nazionale dei garanti. Tra i politici circola la nota battuta secondo la quale più un organo è ampio, meno si desidera che esso funzioni. E Andrea Patruno sembra voler assecondare l'ingovernabilità del suo partito a Barletta. In quest'organo si riprodurranno tutte le contraddizioni del direttivo che è decaduto col commissariamento del circolo.
Anche nella rosa dei nomi non mancano scelte discutibili. Dentro i due capi armati, i consiglieri regionali, Mennea e Caracciolo. Il primo autosospeso in polemica con le Parlamentarie, il secondo sospeso secondo sentenza della commissione di garanzia provinciale. Dentro il segretario commissariato, Stefano Chiariello. Dentro le dimissionarie (già presidente e vicesegretaria) Paola Nasca e Caterina Spadafora. Per inciso, Chiariello, Nasca e Spadafora erano espressioni delle tre aree congressuali. Dentro i membri "caraccioliani" della segreteria di Chiariello: Montenegro e Superti. Dentro un altro caraccioliano di ferro, l'assessore Fruscio.
Dunque Patruno tenta il bis. Fallito il direttivo emerso da un congresso bellico, il segretario provinciale ci riprova. Nel frattempo gli equilibri e i posizionamenti sono cambiati. Ma il collega filosofo Patruno non sembra interessato ai passaggi, soprattutto dall'area congressuale capeggiata da Maffei a quella guidata da Caracciolo. Così come non sembra interessato alla vicenda dei sospesi. E nemmeno ai passaggi in Procura di Maffei e Boccia. Sfiora il ridicolo, se non il blasfemo, aver scomodato la Procura per giocare a Risiko tra le aree del PD. C'è un'unica novità, in effetti. Da quest'organo sono stati esclusi sia Maffei sia Attolico. Un PD schizofrenico, quello della BAT. Mentre la commissione di garanzia assolve Maffei e condanna Caracciolo e gli altri sette consiglieri della sua area, Patruno assolve Caracciolo e i suoi ed esclude Maffei e il suo braccio destro.
L'altra novità (anzi no) è il numero di donne. Ancora sette, come nella costituzione del forum Donne cittadino. Avremmo auspicato ben altra iniziativa da parte del Commissario Patruno. Ci saremmo aspettati un organo agile, snello. Da cui fossero esclusi tutti i protagonisti della triste pagina politica che abbiamo alle spalle. Da queste colonne abbiamo guardato con interesse alla presa di posizione di Francesco Boccia. Il PD, ci era parso, aveva gli anticorpi per reagire al degrado, al disprezzo nei confronti delle regole, alle guerre di trincea per interessi particolari. Ci era parso. Raggiunto telefonicamente a questo riguardo, per completezza del nostro articolo, l'onorevole Boccia dichiara di essere all'oscuro dei criteri che hanno portato all'individuazione dell'organismo e di aver appreso soltanto da pochissimi minuti questo stato di cose. Spera, Boccia, di aver male interpretato una decisione del commissario Patruno apparentemente incomprensibile, non avendo mai discusso né dei nomi né dei criteri. È interesse di tutti, secondo il parlamentare biscegliese, allargare la base: non si possono tener fuori pezzi interi della città, tra cui Nicola Maffei. Serve, conclude Boccia, una sorta di Costituente rappresentativa di tutti i mondi presenti in città.