La città
Tassazione a Barletta, più bassa della media
Interviene l'assessore Michelangelo Lattanzio
Barletta - giovedì 29 aprile 2010
Riceviamo e pubblichiamo una nota di Michelangelo Lattanzio, Assessore alle Politiche di Bilancio e Programmazione Finanziaria del Comune di Barletta.
Quando si valuta il livello di tassazione adottato in un comune non bisogna prescindere dalla considerazione che tramite le risorse acquisite si reperiscono le somme necessarie per sostenere le spese dirette all'erogazione di servizi ai cittadini.
Dette spese sono infatti coperte in parte direttamente dai contribuenti ed in parte attraverso i trasferimenti erariali. A dire il vero, fino a poco tempo fa la percentuale delle somme derivanti dai trasferimenti dello Stato era molto più elevata; si è assistito però negli ultimi anni ad una netta inversione di tendenza, in quanto ci si è resi conto che detti Enti, proprio perché erano sicuri dell'intervento statale, aumentavano i propri bisogni alimentando il deficit del bilancio statale.
Nel momento in cui lo Stato ha ridotto i trasferimenti, si è assistito ad una maggiore responsabilizzazione nelle scelte incidenti sulla spesa pubblica, soprattutto in relazione alla necessità di rispettare il "patto di stabilità".
Il progressivo allontanamento dello Stato dalla partecipazione alle entrate comunali, ha significato una maggiore responsabilizzazione nella gestione finanziaria e quindi una maggiore attenzione a quelli che sono gli strumenti che danno la dimensione del fenomeno finanziario stesso, quale è essenzialmente il bilancio preventivo dell'ente, che costituisce il punto di riferimento per gli impegni di spesa e l'approvazione delle fonti di entrata.
Sul piano pratico il fine ultimo dei Comuni è quello di giungere al pareggio del bilancio, operazione che però non è più realizzata attraverso un mera copertura del disavanzo derivante da gestioni finanziarie più o meno "allegre", ma al contrario, attraverso una manovra che individua il suo fulcro nella leva fiscale.
Quest'ultimo meccanismo certo non deve essere azionato con il ricorso ad un generalizzato ed indiscriminato aumento dei tributi locali e delle tariffe ma, piuttosto, utilizzando nella maniera più efficiente gli strumenti e le risorse a disposizione, che garantiscano il raggiungimento degli stessi obiettivi con maggiore efficacia, in termini cioè di alleggerimento della pressione fiscale, investendo i propri sforzi verso la realizzazione di una piena equità fiscale.
E' questa la direzione seguita dall'Amministrazione comunale di Barletta, che, di fronte al perdurare della crisi economica che colpisce le nostre imprese e conseguentemente le nostre famiglie, ha inteso mantenere invariate le tasse e le tariffe, ormai ferme da diversi anni, nonostante l'innalzamento dei costi legato se non altro almeno alla dinamica dell'aumento del costo della vita (indice ISTAT).
Con tale scelta la copertura dei costi sostenuti tramite le entrate dovute alla pressione tributaria è sempre inferiore, con un impegno sempre maggiore per il bilancio comunale. In particolare, a titolo di esempio, lasciando invariata la tassa rifiuti solidi urbani (TARSU), il livello di copertura dei costi sostenuti scende al 67% circa. Il restante 33% è a carico del bilancio comunale nel suo complesso.
Per essere ancora più chiari, il cittadino barlettano, con il pagamento di questo tributo, sostiene il 67% del costo che il comune sostiene per la raccolta, lo smaltimento ed il conferimento in discarica dei rifiuti.
Si segnala che la scelta del Comune di Barletta è in controtendenza rispetto alla scelta generalmente attuata dagli altri comuni. Da quello che emerge, infatti, da uno studio condotto da Krls of Business Ethics per conto dell'Associazione dei Contribuenti Italiani, che verrà pubblicata sul prossimo numero di maggio del mensile Contribuenti.it, nell'anno 2010 le tasse locali aumentano del 6,8%, mentre quelle statali aumentano dell'1,6%.
Da questo studio emerge anche che la media nazionale dell'incidenza pro-capite della tassa rifiuti ammonta ad euro 230,20. Dal bilancio di previsione 2010 che verrà sottoposto all'approvazione del Consiglio Comunale di Barletta risulta una tassazione pro-capite che ammonta complessivamente ad euro 220,91, di cui euro 78,12 per la TARSU. Il cittadino barlettano paga molto meno della media nazionale!
Come si vede, i dati dimostrano in guisa inconfutabile che il Comune di Barletta attua una politica che tende ad incidere il meno possibile sulle tasche dei cittadini, attuando, invece, una politica di attenzione al contenimento della spesa corrente ed al contrasto dell'evasione fiscale.
A ciò va aggiunto che in questo bilancio sono stati stanziati fondi per andare incontro a coloro che, sulla base del loro stato di disagio economico, mostreranno difficoltà nell'adempiere al pagamento della tassa rifiuti.
Quando si valuta il livello di tassazione adottato in un comune non bisogna prescindere dalla considerazione che tramite le risorse acquisite si reperiscono le somme necessarie per sostenere le spese dirette all'erogazione di servizi ai cittadini.
Dette spese sono infatti coperte in parte direttamente dai contribuenti ed in parte attraverso i trasferimenti erariali. A dire il vero, fino a poco tempo fa la percentuale delle somme derivanti dai trasferimenti dello Stato era molto più elevata; si è assistito però negli ultimi anni ad una netta inversione di tendenza, in quanto ci si è resi conto che detti Enti, proprio perché erano sicuri dell'intervento statale, aumentavano i propri bisogni alimentando il deficit del bilancio statale.
Nel momento in cui lo Stato ha ridotto i trasferimenti, si è assistito ad una maggiore responsabilizzazione nelle scelte incidenti sulla spesa pubblica, soprattutto in relazione alla necessità di rispettare il "patto di stabilità".
Il progressivo allontanamento dello Stato dalla partecipazione alle entrate comunali, ha significato una maggiore responsabilizzazione nella gestione finanziaria e quindi una maggiore attenzione a quelli che sono gli strumenti che danno la dimensione del fenomeno finanziario stesso, quale è essenzialmente il bilancio preventivo dell'ente, che costituisce il punto di riferimento per gli impegni di spesa e l'approvazione delle fonti di entrata.
Sul piano pratico il fine ultimo dei Comuni è quello di giungere al pareggio del bilancio, operazione che però non è più realizzata attraverso un mera copertura del disavanzo derivante da gestioni finanziarie più o meno "allegre", ma al contrario, attraverso una manovra che individua il suo fulcro nella leva fiscale.
Quest'ultimo meccanismo certo non deve essere azionato con il ricorso ad un generalizzato ed indiscriminato aumento dei tributi locali e delle tariffe ma, piuttosto, utilizzando nella maniera più efficiente gli strumenti e le risorse a disposizione, che garantiscano il raggiungimento degli stessi obiettivi con maggiore efficacia, in termini cioè di alleggerimento della pressione fiscale, investendo i propri sforzi verso la realizzazione di una piena equità fiscale.
E' questa la direzione seguita dall'Amministrazione comunale di Barletta, che, di fronte al perdurare della crisi economica che colpisce le nostre imprese e conseguentemente le nostre famiglie, ha inteso mantenere invariate le tasse e le tariffe, ormai ferme da diversi anni, nonostante l'innalzamento dei costi legato se non altro almeno alla dinamica dell'aumento del costo della vita (indice ISTAT).
Con tale scelta la copertura dei costi sostenuti tramite le entrate dovute alla pressione tributaria è sempre inferiore, con un impegno sempre maggiore per il bilancio comunale. In particolare, a titolo di esempio, lasciando invariata la tassa rifiuti solidi urbani (TARSU), il livello di copertura dei costi sostenuti scende al 67% circa. Il restante 33% è a carico del bilancio comunale nel suo complesso.
Per essere ancora più chiari, il cittadino barlettano, con il pagamento di questo tributo, sostiene il 67% del costo che il comune sostiene per la raccolta, lo smaltimento ed il conferimento in discarica dei rifiuti.
Si segnala che la scelta del Comune di Barletta è in controtendenza rispetto alla scelta generalmente attuata dagli altri comuni. Da quello che emerge, infatti, da uno studio condotto da Krls of Business Ethics per conto dell'Associazione dei Contribuenti Italiani, che verrà pubblicata sul prossimo numero di maggio del mensile Contribuenti.it, nell'anno 2010 le tasse locali aumentano del 6,8%, mentre quelle statali aumentano dell'1,6%.
Da questo studio emerge anche che la media nazionale dell'incidenza pro-capite della tassa rifiuti ammonta ad euro 230,20. Dal bilancio di previsione 2010 che verrà sottoposto all'approvazione del Consiglio Comunale di Barletta risulta una tassazione pro-capite che ammonta complessivamente ad euro 220,91, di cui euro 78,12 per la TARSU. Il cittadino barlettano paga molto meno della media nazionale!
Come si vede, i dati dimostrano in guisa inconfutabile che il Comune di Barletta attua una politica che tende ad incidere il meno possibile sulle tasche dei cittadini, attuando, invece, una politica di attenzione al contenimento della spesa corrente ed al contrasto dell'evasione fiscale.
A ciò va aggiunto che in questo bilancio sono stati stanziati fondi per andare incontro a coloro che, sulla base del loro stato di disagio economico, mostreranno difficoltà nell'adempiere al pagamento della tassa rifiuti.