La città
Tanta amarezza, gli agricoltori non ci stanno
Proteste civili ma nessun aiuto dal governo
Barletta - venerdì 5 marzo 2010
L'ultimo schiaffo agli agricoltori pugliesi il ministro Zaia lo ha dato pochi giorni fa. Riconoscendo lo stato di crisi alla sola regione Sicilia, il governo ha creato forti condizioni di disparità tra gli operatori di questo vitale settore della nostra economia. Indifferente alle civili proteste degli agricoltori della nostra terra, ora il governo completa la sua opera: niente aiuti, nessun sostegno, per Zaia in Puglia la crisi non c'è.
Per settimane abbiamo atteso una risposta del governo che accogliesse, almeno in parte, le richieste degli agricoltori. Una nuova politica agraria che contemplasse l'emergenza di questo difficile momento e, soprattutto, riforme e strategie per il futuro. Ora, invece, le nostre aziende vengono lasciate sole. Non solo, ma vi è la beffa del riconoscimento dello stato di crisi a macchia di leopardo: viene concesso alla Sicilia mentre altre sei regioni, tra cui la Puglia, restano al palo. Altro che "nuova politica agraria" per tutto il Paese!
C'è tanta amarezza, soprattutto perché certe decisioni vengono prese alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali e non ci vuol molto a capire che queste scelte hanno una forte connotazione politica quando, invece, di fronte all'emergenza, servirebbe una risposta che coinvolga tutto il territorio nazionale.
Attraverso la Regione Puglia continueremo a riproporre le istanze che al governo già da tempo abbiamo sottoposto. Sarà, forse, un esercizio inutile. E', però, l'unica cosa che al momento possiamo fare. Prima o poi qualcuno si accorgerà che l'agricoltura esiste anche in queste parti dell'Italia.
Per settimane abbiamo atteso una risposta del governo che accogliesse, almeno in parte, le richieste degli agricoltori. Una nuova politica agraria che contemplasse l'emergenza di questo difficile momento e, soprattutto, riforme e strategie per il futuro. Ora, invece, le nostre aziende vengono lasciate sole. Non solo, ma vi è la beffa del riconoscimento dello stato di crisi a macchia di leopardo: viene concesso alla Sicilia mentre altre sei regioni, tra cui la Puglia, restano al palo. Altro che "nuova politica agraria" per tutto il Paese!
C'è tanta amarezza, soprattutto perché certe decisioni vengono prese alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali e non ci vuol molto a capire che queste scelte hanno una forte connotazione politica quando, invece, di fronte all'emergenza, servirebbe una risposta che coinvolga tutto il territorio nazionale.
Attraverso la Regione Puglia continueremo a riproporre le istanze che al governo già da tempo abbiamo sottoposto. Sarà, forse, un esercizio inutile. E', però, l'unica cosa che al momento possiamo fare. Prima o poi qualcuno si accorgerà che l'agricoltura esiste anche in queste parti dell'Italia.