La città
Sulla protesta di Antonio Binetti: «L’esempio di coraggio rivoluzionario»
«Oggi i referenti del Comitato di zona 167 hanno voluto concretamente unirsi a questa battaglia di civiltà»
Barletta - martedì 25 ottobre 2022
16.50 Comunicato Stampa
«Il tema ambientale è un tema che dovrebbe coinvolgere tutti, ma proprio tutti, perché significa vita migliore per ciascuno di noi. Ma tutto questo in linea di principio, nella concretezza quotidiana, invece, l'approccio al tema cambia radicalmente a seconda degli interessi di ciascuno.
Poi ci sono i "rivoluzionari", quelli coraggiosi, capaci di gesti eclatanti, che si rendono, talvolta, necessari quando l'io di tanti, e soprattutto di chi deve decidere, prevale largamente sul noi, ovvero sull'interesse della collettività. Antonio Binetti è l'esempio concreto di questo coraggio rivoluzionario. Si, un esempio da seguire, ma che in realtà non segue nessuno o quasi. Eppure le oramai perenni campagne elettorali sono pregne di proclami con cui tutti gli attori dell'arco costituzionale danno fiato al proprio cavo orale e riempiono le pagine dei giornali, sbandierando un ambientalismo di facciata, usato, peraltro, esclusivamente come strumento di marketing per raccattare consensi, molto spesso immeritati, carpendo, così, la buona fede dei cittadini elettori. Antonio da tempo porta avanti la sua battaglia, solitario, urlando nel deserto, ma con ammirevole cocciutaggine, nel tentativo di scuotere il torpore in cui sono piombate le coscienze di questo nostro martoriato e vilipeso territorio, sempre più ultimo nelle classifiche nazionali in fatto di vivibilità. Noi del Comitato di zona 167, che da tempo portiamo avanti le istanze della periferia barlettana, sensibili al tema ambientale, come la nota battaglia relativa al centro di raccolta rifiuti dimostra, non possiamo restare inermi difronte al sacrificio di Antonio a cui vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza e solidarietà esortando tutte le associazioni a fare altrettanto, ribadendo un concetto più volte espresso attraverso una nota citazione: "le mani che operano sono più sacre delle bocche che pregano".
Oggi i referenti del Comitato di zona 167, infatti, hanno voluto concretamente unirsi a questa battaglia di civiltà, raggiungendo il Vallone Tittadegna, luogo simbolo della battaglia ambientalista, dove Antonio Binetti sta manifestando la sua coraggiosa protesta con uno sciopero della fame, portando la vicinanza dei cittadini, vittime di un sistema malato, oltre a qualche genere di conforto.
Da queste colonne esortiamo tutti colori che hanno a cuore la salubrità dell'ambiente in cui viviamo a dare forza ad una protesta civile, sacrosanta, e che deve riguardare ciascuno di noi, avversando la logica, oseremmo dire masochista, di una politica (tutta) che pervicacemente si attarda in un rimpallo di responsabilità anziché cercare con urgente rapidità la soluzione ad un problema grave, mettendo da parte gli interessi individuali a vantaggio di quelli dei cittadini».
Poi ci sono i "rivoluzionari", quelli coraggiosi, capaci di gesti eclatanti, che si rendono, talvolta, necessari quando l'io di tanti, e soprattutto di chi deve decidere, prevale largamente sul noi, ovvero sull'interesse della collettività. Antonio Binetti è l'esempio concreto di questo coraggio rivoluzionario. Si, un esempio da seguire, ma che in realtà non segue nessuno o quasi. Eppure le oramai perenni campagne elettorali sono pregne di proclami con cui tutti gli attori dell'arco costituzionale danno fiato al proprio cavo orale e riempiono le pagine dei giornali, sbandierando un ambientalismo di facciata, usato, peraltro, esclusivamente come strumento di marketing per raccattare consensi, molto spesso immeritati, carpendo, così, la buona fede dei cittadini elettori. Antonio da tempo porta avanti la sua battaglia, solitario, urlando nel deserto, ma con ammirevole cocciutaggine, nel tentativo di scuotere il torpore in cui sono piombate le coscienze di questo nostro martoriato e vilipeso territorio, sempre più ultimo nelle classifiche nazionali in fatto di vivibilità. Noi del Comitato di zona 167, che da tempo portiamo avanti le istanze della periferia barlettana, sensibili al tema ambientale, come la nota battaglia relativa al centro di raccolta rifiuti dimostra, non possiamo restare inermi difronte al sacrificio di Antonio a cui vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza e solidarietà esortando tutte le associazioni a fare altrettanto, ribadendo un concetto più volte espresso attraverso una nota citazione: "le mani che operano sono più sacre delle bocche che pregano".
Oggi i referenti del Comitato di zona 167, infatti, hanno voluto concretamente unirsi a questa battaglia di civiltà, raggiungendo il Vallone Tittadegna, luogo simbolo della battaglia ambientalista, dove Antonio Binetti sta manifestando la sua coraggiosa protesta con uno sciopero della fame, portando la vicinanza dei cittadini, vittime di un sistema malato, oltre a qualche genere di conforto.
Da queste colonne esortiamo tutti colori che hanno a cuore la salubrità dell'ambiente in cui viviamo a dare forza ad una protesta civile, sacrosanta, e che deve riguardare ciascuno di noi, avversando la logica, oseremmo dire masochista, di una politica (tutta) che pervicacemente si attarda in un rimpallo di responsabilità anziché cercare con urgente rapidità la soluzione ad un problema grave, mettendo da parte gli interessi individuali a vantaggio di quelli dei cittadini».