Paul Connett
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Territorio

“Strategia Rifiuti Zero”: riuso, riduzione, riciclo per ridisegnare il mondo

Il prof. Paul Connett: «L’inceneritore è uno spreco di energia che rilascia materie tossiche». Il 12 aprile Conferenza dei Servizi sul problema Cementeria

«Each time we REDUCE, REUSE, RECYCLE, we move closer to SUSTAINABILITY». Ridurre i nostri consumi, riusare i nostri oggetti, riciclare i nostri rifiuti, hanno un unico obiettivo: SOSTENIBILITA'. Così il prof. Paul Connett ha esordito venerdì scorso al Gos (viale Marconi), in un incontro organizzato da associazione Beni Comuni e collettivo Exit, per discutere di "Strategia Rifiuti Zero". Il professore emerito dell'Università di St. Lawrence (nello stato di New York), dove ha insegnato chimica ambientale e tossicologia, è tra gli ideatori a livello mondiale di questa strategia, che lo ha portato a parlare in 47 paesi del mondo, e a presentarla nel 2010 alle Nazioni Unite (ONU). In Italia ha visitato migliaia di comuni, e dal 2007 è presidente dell'Osservatorio Rifiuti Zero del comune di Capannori, in provincia di Lucca, primo comune ad avere adottato questa strategia. Attualmente sono 72 i comuni italiani, per un totale di 2.229.311 abitanti, che hanno intrapreso questa strada. In Puglia ce ne sono 8: Alessano, Corsano, Gagliano del capo, Modugno, Morciano di Leuca, Patù, Salve, Tiggiano.

Il prof. Connet ha illustrato i 10 step per raggiungere l'obiettivo Rifiuti Zero:
  1. Separazione alla fonte: perché dai rifiuti si possono derivare risorse.
  2. Raccolta porta a porta: sistema giornaliero di raccolta dei vari materiali.
  3. Compostaggio: creare compost per terreni agricoli nei quali coltivare prodotti biologici.
  4. Riciclaggio.
  5. Riutilizzo Riparazione Decostruzione: grandi opportunità di lavoro (esempio dell'americano Urban Ore che ha creato un'azienda con 27 lavoratori a tempo pieno e un fatturato di 3 milioni di $); a tal proposito Connet ha detto: «Spero che la distilleria qui vicino possa diventare un centro adibito al riuso e al riciclaggio».
  6. Iniziative per il riuso: esempi in Irlanda di maggiorazioni di 15 cent sulle buste di plastica, in varie città italiane di riutilizzo dei recipienti di shampoo e detersivi nei supermercati, a Capannori di eliminazione dell'uso della plastica nelle mense scolastiche
  7. Sistema "PAY BY BAG" (Più produci, più paghi!)
  8. Impianti di separazione dei residui e Centri di Ricerca: «Tutti i rifiuti sono un errore, dobbiamo perciò affrontare i nostri errori. I residui vanno destinati ad impianti di compostaggio e digestione anaerobica, i prodotti non riciclabili invece hai centri di ricerca, dove possono essere studiati - ha spiegato Connet – Se un prodotto non possiamo riciclarlo o compostarlo, l'industria non dovrebbe più produrlo!»
  9. Responsabilità industriale: le industrie devono attuare una produzione pulita, senza l'utilizzo di materiali tossici
  10. Centri temporanei di smistamento dei rifiuti.
Il prof. Connett ha parlato anche di inceneritori, e in particolare ha espresso il suo forte no all'incenerimento dei rifiuti nel ciclo produttivo dei cementifici. «Ho passato 27 anni a lottare contro gli inceneritori e ho capito che quando si bruciano rifiuti per produrre cemento, è come affidare un lavoro a principianti e non a professionisti. Non è un caso che uno dei capi dell'industria cementifera statunitense ha dichiarato che si guadagnerà più con la gestione e l'incenerimento di rifiuti tossici che con la vendita di cemento - ha affermato Connet - L'inceneritore è insostenibile. I filtri elettrostatici presenti non sono efficaci. Vengono rilasciati materiali tossici come metalli pesanti quali piombo, cadmio, arsenico, cromo e mercurio. Materiali tossici che quindi o vanno nell'aria o vanno nel cemento - ha ribadito il professore - Ad essi devono aggiungersi i gas tossici, come le diossine, che vengono rilasciati nella forma di nano particelle. Queste viaggiando per lunghe distanze e rimanendo a lungo sospese nell'aria, possono entrare facilmente nel nostro corpo, dalle membrane dei bronchi al sangue, fino ad arrivare ai tessuti. Il rischio è già per gli operai che lavorano negli inceneritori». E ha aggiunto: «Per contrastare l'inquinamento dell'aria sono necessari corrette gestioni basate su regole stringenti, monitoraggi frequenti, e governi determinati che facciano rispettare queste regole. Spesso però in molti paesi i governi non guardano alla cittadinanza, ma alle industrie, non pensano alla salute, ma ai soldi». Sulle diossine in particolare ha sottolineato poi l'importanza di dover intervenire: «Abbiamo bisogno di sapere quanta diossina viene prodotta annualmente. I controlli sono pochi e a volte le aziende sanno quando devono arrivare. La maggior parte della diossina entra nel nostro corpo attraverso la nostra dieta, si accumula nei grassi, e le donne possono trasmetterla ai loro figli durante la gravidanza. Le conseguenze possono essere malattie come allergie, asma bronchiale, bronchiti, enfisema polmonare e tumori all'apparato respiratorio».

Il prof. Connett ha poi così concluso: «Ai politici dico che la vostra salute e quella dei vostri figli è più importante dei profitti di queste compagnie. E anche rendendo sicuro l'incenerimento, questo non sarà mai una cosa sensata, visto che il nostro obiettivo per il 21° secolo è l'obiettivo Rifiuti Zero - ha precisato Connet - Immaginate un chiodo che deve essere fissato in un legno: gli esperti possono batterlo fino a un certo punto, ma sarà con la forza dell'opinione pubblica che questo entrerà». Sabrina Salerno e Alessandro Zagaria, a nome di Beni Comuni e Exit, hanno ricordato che Paul Connet sarà di nuovo a Barletta a Maggio, per poter commentare, si spera, l'approvazione della delibera "Rifiuti Zero" nel consiglio comunale monotematico che si terrà a proposito, e magari anche la decisione sul caso della Cementeria Buzzi Unicem di Barletta. Infatti le associazione hanno preso parte alla procedura dell'AIA (autorizzazione integrata ambientale), per scongiurare in tutti i modi che essa venga rilasciata. L'iter è partito nel gennaio scorso e arriverà in discussione il 12 Aprile nella Conferenza dei Servizi, nella quale si riuniranno, tra gli altri, comune, provincia, regione, arpa, associazioni, e la stessa Buzzi Unicem. Importante, in quella sede, sarà la decisione e i limiti più o meno stringenti che verranno apposti ad essa: limiti che dovranno vincolare l'azione di questa industria, che ha già richiesto, attraverso la procedura di VIA (valutazione di impatto ambientale), di arrivare a bruciare fino a 80.000 tonnellate di rifiuti all'anno, ricevendo parere favorevole dalla provincia.

La presenza dei politici ha purtroppo lasciato molto a desiderare. Se l'incontro di venerdì fosse stato un consiglio comunale, il numero legale sarebbe certamente mancato, a cominciare dall'assenza dei consiglieri di opposizione. Della maggioranza si sono visti, oltre il sindaco Maffei, l'assessore Sciusco, i consiglieri della Fds Caporusso e Doronzo, il presidente del consiglio comunale Pastore e il consigliere del Pd Grippo. Doronzo ha ricordato: «Nella nostra città c'è ancora un velo di omertà sul problema Cementeria. Se c'è un problema occupazionale da risolvere, questo dovrà farsi con una riconversione verso impianti come quelli di compostaggio». Maffei: «Faremo tesoro delle sue indicazioni. Cercheremo di mettere in pratica le decisioni del consiglio comunale e i 10 step da lei illustrati, attraverso processi di formazione e informazione». Sarà la volta buona?
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