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Politica

Storia politica: sindaci di Barletta dal ’90 ad oggi

Vent’anni di centrosinistra, ma tanti centrosinistra. Breve excursus per allenare la memoria storica

L'importanza della memoria storica, anche recente, si rende evidente e come necessario spunto di riflessione, soprattutto se si affrontano temi politici. A tal scopo decidiamo di offrire una rapida carrellata dei Sindaci di Barletta, che hanno ricoperto tale ruolo dai primi anni Novanta fino alla caduta dell'ultimo sindaco eletto.

Cominciamo ricordando che la situazione politica dei primi anni Novanta nella città della Disfida si presentava quanto mai convulsa, anche se assolutamente in linea con quella che era ormai da decenni, all'insegna dell'instabilità e mutevolezza, anche troppo semplice, delle coalizioni di governo dedite all'amministrazione del Municipio. Una particolare caratteristica delle giunte barlettane degli ultimi decenni era stata la durata assolutamente breve delle maggioranze che le reggevano in Consiglio Comunale e dunque dei Sindaci. Brevità di durata che si è mantenuta ancora fino alla metà degli anni Novanta, con sindacature che potevano durare anche pochi mesi. Si pensi, solo ai fini di una valutazione statistica, che dal gennaio '90 al '94 si sono alternate ben sei Giunte diverse e due periodi di commissariamento, per giungere all'Amministrazione Fiore, leggermente più duratura. Certamente questa instabilità politica e i rapidi cambiamenti che vedevano partiti spostarsi dalla maggioranza all'opposizione e viceversa, rifletteva la fluida, anche troppo, situazione politica di respiro nazionale. Ricordiamo che nei primi anni Novanta siamo in una fase di estremi cambiamenti, dovuti anche allo scoppio di tangentopoli, che avrebbero inevitabilmente sconvolto anche le realtà politiche locali e dunque la qualità delle loro scelte amministrative. In questo quadro, che potremmo perlomeno definire confuso, l'esperienza di molte associazioni di volontariato, incuneatesi anche grazie alle lacune delle amministrazioni, che hanno cercato, nelle loro diverse peculiarità, di migliorare la situazione culturale e ambientale della città. Bisogna, però, anche dire che i primi Novanta sono anni difficili per le esperienze associative e partecipative, esistendo davvero poco dialogo tra queste e le Amministrazioni.

Il 24 gennaio 1990 il Partito Socialista riuscì a eleggere un proprio esponente, Pino Dicuonzo, alla guida della città, con una coalizione PSI-DC-PRI. Ma ad un socialista che sarebbe durato solo fino al mese di Novembre dello stesso anno, sarebbero subentrati diversi sindaci democristiani. La spaccatura nel PSI di Barletta portò alle elezioni della prima giunta a guida DC Grimaldi (nov.'90–apr.'91), con una formazione pentapartitica da manuale, se non fosse per il dimezzamento del PSI in Giunta. Ma non era finita, perché Grimaldi subentrò a se stesso qualche mese dopo quando il PSI uscì dalla giunta, assistendo all'ingresso del PDS nella maggioranza, rappresentato in giunta da Franco Dambra e Pino Dicorato. Saranno sette mesi di un pentapartito che vide le dimissioni del sindaco Grimaldi nel luglio' 92. Seguiranno altre brevi amministrazioni con sindaco democristiano, ma sempre più o meno di area di centro-sinistra: pochi mesi per Sebastiano Lavecchia e Anna Chiummeo.

La rapidissima trasformazione che la città di Barletta ha registrato negli anni' 70/80 sia sul piano economico–industriale che su quello urbanistico-sociale, ha altresì maturato l'insorgere di nuovi bisogni individuali e collettivi, che, data la loro complessità, non hanno potuto essere soddisfatti né dagli interventi pubblici né da quelli privati. La realtà sociale cittadina ha visto il sorgere disattenzioni su questioni sociali e culturali, dimenticate dalle istituzioni. Intanto gli anni passano, cambiano i partiti. È appena iniziata l'era di Berlusconi. Intanto dal '93 si vota direttamente per la figura del sindaco, come prevede la nuova legge.

Nel giugno 1994, come si è detto, è stata la volta della Giunta di centrosinistra guidata dall'avv. Raffaele Fiore, ex democristiano di area progressista, ora Partito Popolare Italiano. Durò circa due anni. Innovativo segnale politico fu dato dalla presentazione della sua Giunta prima dell'elezione. Il 1996 è stato eletto il dott. Ruggiero Dimiccoli, guidando per quasi un anno la coalizione dell'Ulivo, nel rispetto del modello, vincente, nazionale di Romano Prodi. Le alleanze da Tangentopoli in poi sono state formate da una moltitudine di partiti. E dopo un periodo di commissariamento, finalmente s'interrompe il rapido succedersi di sindaci a Barletta, con i due mandati del dott. Francesco Salerno, ex PCI, che si presenta con i DS e la coalizione di centrosinistra. Nel 2002 ancora con nuovi e vecchi amici (SDI, Verdi, Democratici Popolari, Rinnovamento Puglia, ViviBarletta, Udeur, Socialisti Autonomisti, PRC, IdV). La Margherita corre da sola con Luigi Terrone, ma non ottiene un grande risultato. Salerno si dimette nel 2006, restando tuttavia protagonista della scena politica locale fino alla sua prematura scomparsa nel 2010. È in questi anni che Barletta rinasce per tanti aspetti. Resta, senza dubbio, il Sindaco più amato e apprezzato da parte della popolazione barlettana, pur avendo acquisito numerose inimicizie, soprattutto nelle sedi di partito.

Ancora una coalizione progressista, sostiene l'ing.Nicola Maffei, ex DC, PPI, La Margherita, poi PD. Anni che passano non senza polemiche, anche nella sua stessa alleanza, ormai il gruppo ex-DS di Salerno si è sparpagliato o disperso. La riconferma avviene nel 2011, quando anche a livello nazionale le formazioni politiche si sono semplificate, almeno numericamente: lo sostengono PD, Fed. della Sinistra, SEL, IdV, La Buona Politica, PSI. Dunque anche il centrosinistra barlettano cambia con le Giunte Maffei. L'ingegnere cade nell'ottobre 2012.

Ora vedremo quale futuro ci aspetta, ma lo facciamo meglio se consapevoli del passato.
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