Istituzionale
«Sig. Musti, non è vero che il Comune non ha le carte del PRG»
Il sindaco Cascella risponde in prima persona su via dei Muratori
Barletta - domenica 6 ottobre 2013
«Sono io, a questo punto, a voler essere "commissariato". Perché sia rimosso ogni dubbio. Non posso più consentire, per la responsabilità istituzionale di cui sono investito e per il senso etico con cui sento di doverla adempiere, che si dica e si scriva che "il Comune non ha le carte del PRG". E' vero, invece, che le carte ufficiali il Comune le possiede, e le ha pure - perché comunque gli sono state inviate, e non capisco perché celi questa semplice informazione - il sig. Musti. Quel che il Comune non ha, o almeno non si trovano - nonostante le più accurate ricerche - sono "gli originali delle tavole" che il sig. Musti ritiene debbano essere allegate alla prima delibera del Consiglio comunale». Questa la risposta ufficiale del sindaco Pasquale Cascella inviata alla redazione di Barlettalife in risposta alle ultime note a firma dell'imprenditore Aldo Musti, in cerca ancora di chiarezza sulla questione di via dei Muratori, annosa vicenda riportata sulle nostre pagine sempre pronte ad ospitare questi interventi, volti alla difesa della legalità.
«Sinceramente non so se siano state "fatte sparire", come l'imprenditore sostiene, o se siano state trasmesse all'epoca alla Regione Puglia perché entrassero a far parte integrante della documentazione su cui poi è stata assunta la deliberazione sul Piano Regolatore che a quell'istituzione spettava, come sostengono possa essere accaduto i funzionari del Comune a cui ho chiesto di compiere tutti gli accertamenti necessari ad ottemperare alla sentenza con cui il Tribunale Amministrativo del Lazio ha accolto un ricorso del signor Musti, e dai quali ho ricevuto relazioni e verbali messi a disposizione dell'imprenditore. Quel che so è che il documento approvato dalla Regione c'è ed è stato - appunto - consegnato, è a disposizione di tutti, e avrebbe dovuto e dovrebbe - e non uso il condizionale a caso - essere considerato non solo legittimo ma anche vincolante per la regolazione dello sviluppo urbanistico. Perché questo è il problema: non le carte aleatorie ma la realtà che si è determinata a colpi di varianti di quel Piano Regolatore comunque vigente. Vorrei, sinceramente, guardare alla luna piuttosto che al dito che la indica. E quel che vedo, a via dei Muratori e oltre via dei Muratori, è una crescita abnorme di opifici ed edifici che con la stessa visione originaria, quella che - retino o non retino - era comunque tratteggiata in quel vecchio Piano Regolatore, hanno poco a che fare, cancellata com'è stata dalla rincorsa all'interesse particolare.
Personalmente ritengo sia arrivato il momento di non inseguire più gli interessi di questo o quello per affermare l'interesse generale di una città consapevole di dover sanare le ferite inferte nel suo corpo vivo per affermare finalmente una visione unitaria del territorio. Per questo, sin dal momento del suo insediamento, la preoccupazione della nuova Giunta - che il sig. Musti ben conosce - è stata di far si che via dei Muratori ci sia, corrisponda al bisogno di riorganizzazione omogenea e di sviluppo organico di un'area importante per lo sviluppo produttivo ed economico della città. Tant'è che via dei Muratori c'è nel Piano triennale delle opere pubbliche che presentiamo al Consiglio comunale insieme al bilancio del 2013: anzi, è la sola variante che proponiamo, come eccezione alla regola che affida esclusivamente al definitivo varo del Piano Urbanistico generale (che guarda caso, qui e là si prova a mettere in discussione) il disegno di rigenerazione di ciò che in questi anni non si è regolato a dovere, nell'indifferenza di tanti.
A noi, insomma, interessa guardare avanti, non voltarci indietro. Vogliamo, certo, che la verità si affermi, e possa effettivamente essere riconosciuta nel pieno ed effettivo rispetto delle esigenze della città. Solo non vorremmo che le legittime esigenze di accertamento delle responsabilità passate, che erano e restano anche nostre, diventino di freno e condizionino le scelte per il futuro, come inevitabilmente accadrebbe se ci si attardasse in nuove dispute su "cosa e se c'è qualcosa da variare". Misteriosa, semmai, appare la ratio e la finalità di questa posizione. La questione non è via dei Muratori? Quale sarebbe, allora? Perché se si ritiene che il problema ci sia e debba essere risolto, allora va affrontato guardando alla realtà della città così com'è oggi, immaginando come dovrà essere domani. Per questo sono io ad augurarmi che l'ennesimo ricorso del sig. Musti sia accolto e che il TAR confermi la nomina del Prefetto a commissario ad acta per quel che il sig. Musti cerca, così da verificare anche la correttezza, la tempestività e la responsabilità con cui questa Amministrazione ha proceduto a ottemperare alle esigenze di giustizia e vuole andare avanti. Servirà, spero, a voltare finalmente pagina».
«Sinceramente non so se siano state "fatte sparire", come l'imprenditore sostiene, o se siano state trasmesse all'epoca alla Regione Puglia perché entrassero a far parte integrante della documentazione su cui poi è stata assunta la deliberazione sul Piano Regolatore che a quell'istituzione spettava, come sostengono possa essere accaduto i funzionari del Comune a cui ho chiesto di compiere tutti gli accertamenti necessari ad ottemperare alla sentenza con cui il Tribunale Amministrativo del Lazio ha accolto un ricorso del signor Musti, e dai quali ho ricevuto relazioni e verbali messi a disposizione dell'imprenditore. Quel che so è che il documento approvato dalla Regione c'è ed è stato - appunto - consegnato, è a disposizione di tutti, e avrebbe dovuto e dovrebbe - e non uso il condizionale a caso - essere considerato non solo legittimo ma anche vincolante per la regolazione dello sviluppo urbanistico. Perché questo è il problema: non le carte aleatorie ma la realtà che si è determinata a colpi di varianti di quel Piano Regolatore comunque vigente. Vorrei, sinceramente, guardare alla luna piuttosto che al dito che la indica. E quel che vedo, a via dei Muratori e oltre via dei Muratori, è una crescita abnorme di opifici ed edifici che con la stessa visione originaria, quella che - retino o non retino - era comunque tratteggiata in quel vecchio Piano Regolatore, hanno poco a che fare, cancellata com'è stata dalla rincorsa all'interesse particolare.
Personalmente ritengo sia arrivato il momento di non inseguire più gli interessi di questo o quello per affermare l'interesse generale di una città consapevole di dover sanare le ferite inferte nel suo corpo vivo per affermare finalmente una visione unitaria del territorio. Per questo, sin dal momento del suo insediamento, la preoccupazione della nuova Giunta - che il sig. Musti ben conosce - è stata di far si che via dei Muratori ci sia, corrisponda al bisogno di riorganizzazione omogenea e di sviluppo organico di un'area importante per lo sviluppo produttivo ed economico della città. Tant'è che via dei Muratori c'è nel Piano triennale delle opere pubbliche che presentiamo al Consiglio comunale insieme al bilancio del 2013: anzi, è la sola variante che proponiamo, come eccezione alla regola che affida esclusivamente al definitivo varo del Piano Urbanistico generale (che guarda caso, qui e là si prova a mettere in discussione) il disegno di rigenerazione di ciò che in questi anni non si è regolato a dovere, nell'indifferenza di tanti.
A noi, insomma, interessa guardare avanti, non voltarci indietro. Vogliamo, certo, che la verità si affermi, e possa effettivamente essere riconosciuta nel pieno ed effettivo rispetto delle esigenze della città. Solo non vorremmo che le legittime esigenze di accertamento delle responsabilità passate, che erano e restano anche nostre, diventino di freno e condizionino le scelte per il futuro, come inevitabilmente accadrebbe se ci si attardasse in nuove dispute su "cosa e se c'è qualcosa da variare". Misteriosa, semmai, appare la ratio e la finalità di questa posizione. La questione non è via dei Muratori? Quale sarebbe, allora? Perché se si ritiene che il problema ci sia e debba essere risolto, allora va affrontato guardando alla realtà della città così com'è oggi, immaginando come dovrà essere domani. Per questo sono io ad augurarmi che l'ennesimo ricorso del sig. Musti sia accolto e che il TAR confermi la nomina del Prefetto a commissario ad acta per quel che il sig. Musti cerca, così da verificare anche la correttezza, la tempestività e la responsabilità con cui questa Amministrazione ha proceduto a ottemperare alle esigenze di giustizia e vuole andare avanti. Servirà, spero, a voltare finalmente pagina».