Associazioni
«Siamo indignati per quel manifesto omofobo»
La condanna dell’Arci ‘Cafiero’ contro un finto manifesto funebre. Atto goliardico o sintomo di omofobia?
Barletta - venerdì 24 giugno 2011
17.55
E' apparso la scorsa settimana lungo via Libertà, fra le dolenti affissioni dedicate a defunti e a cari estinti, un curioso manifesto funebre chiaramente artigianale in cui ignoti beffeggiatori (nella sfumatura più infima del termine) esultavano per la dipartita di un fittizio personaggio dalle tendenze omosessuali, infarcendo il messaggio mortuario con turpiloqui e insulti gratuiti di natura omofoba. Per di più, il manifesto è stato affisso proprio di fronte all'ingresso della scuola media 'Giuseppe De Nittis', amplificando e aggravando il messaggio di grave discriminazione, probabilmente fonte di facili sorrisi fra gli ingenui scolari barlettani e gli anonimi autori della bravata.
I primi a prendere posizione contro questo scherzo di cattivo gusto sono stati i responsabili dell'Arci 'Carlo Cafiero' di Barletta, che così hanno commentato: «Siamo indignati per i manifesti omofobi comparsi a Barletta negli ultimi giorni. Non si possono tollerare discriminazioni nè di sesso e nè di razza. Condanniamo coloro che (con parole poco simpatiche) hanno espresso il loro disprezzo nei confronti degli omosessuali».
Abbiamo chiesto un parere a Michele Sciannamea dell'Arci 'Cafiero'.
Secondo te qual è sia il significato di questo gesto? Può essere considerato uno scherzo giovale di pessimo gusto oppure nasconde un ben più preoccupante retroterra omofobico radicato a Barletta?
«Non è solo un atto goliardico pensato da dei burloni, bensì l'espressione di una omofobia latente e di un machismo imperante. La cosa che mi fa più rabbrividire è che il vero obbiettivo di quel manifesto non è solo l'omosessuale in quanto tale, ma la creazione nell'immaginario collettivo di una "famiglia orizzontale" (come suole dire militia christi), di cui fanno parte gay, lesbiche, trans, inadatti a costruire una famiglia, e, al limite, a vivere in quella d'appartenenza. Penso che questa operazione culturale sia tanto più meschina in quanto li svuotano di umanità. Per questo l'Arci si schiera apertamente contro ogni forma e linguaggio omofobico e chiede pari dignità e riconoscimento per ogni tipo di persona, qualsiasi orientamento sessuale abbia».
I primi a prendere posizione contro questo scherzo di cattivo gusto sono stati i responsabili dell'Arci 'Carlo Cafiero' di Barletta, che così hanno commentato: «Siamo indignati per i manifesti omofobi comparsi a Barletta negli ultimi giorni. Non si possono tollerare discriminazioni nè di sesso e nè di razza. Condanniamo coloro che (con parole poco simpatiche) hanno espresso il loro disprezzo nei confronti degli omosessuali».
Abbiamo chiesto un parere a Michele Sciannamea dell'Arci 'Cafiero'.
Secondo te qual è sia il significato di questo gesto? Può essere considerato uno scherzo giovale di pessimo gusto oppure nasconde un ben più preoccupante retroterra omofobico radicato a Barletta?
«Non è solo un atto goliardico pensato da dei burloni, bensì l'espressione di una omofobia latente e di un machismo imperante. La cosa che mi fa più rabbrividire è che il vero obbiettivo di quel manifesto non è solo l'omosessuale in quanto tale, ma la creazione nell'immaginario collettivo di una "famiglia orizzontale" (come suole dire militia christi), di cui fanno parte gay, lesbiche, trans, inadatti a costruire una famiglia, e, al limite, a vivere in quella d'appartenenza. Penso che questa operazione culturale sia tanto più meschina in quanto li svuotano di umanità. Per questo l'Arci si schiera apertamente contro ogni forma e linguaggio omofobico e chiede pari dignità e riconoscimento per ogni tipo di persona, qualsiasi orientamento sessuale abbia».