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Shopping, per Barletta una buona e una cattiva notizia

Unimpresa Bat: «Primi segnali di cambiamento»

«La scorsa settimana due notizie hanno interessato la città di Barletta ma entrambe, a mio avviso, sono passate sottotono, nonostante l'una fosse molto grave, l'altra molto gratificante - scrive Savino Montaruli di Unimpresa Bat - La notizia grave, che praticamente ha visto il silenzio assoluto sulla stampa anche delle Associazioni di Categoria, dei Partiti e Movimenti politici e finanche delle Istituzioni, riguarda un gesto intimidatorio occorso ai commercianti di via Sante, nei pressi del centralissimo corso Vittorio Emanuele. Un avvenimento tanto inatteso quanto preoccupante, da certi punti di vista, considerato che, quasi contemporaneamente il Questore di Bari allarmava tutti, proprio tutti, anche se pure in questa circostanza il silenzio dei Sodalizi è stato pressoché assoluto e molto "significativo", denunciando pubblicamente, in Prefettura, l'enorme diffondersi di pratiche illegali legate ai taglieggiamenti ai danni dei commercianti e questo nella città di Barletta, anche nella città di Barletta, è un dato che pur sempre sottaciuto ha visto ripetuti interventi da parte dei massimi dirigenti delle Associazioni Antiracket che hanno pesantemente concentrato più volte la loro attenzione su questa città al punto da volerne istituire una sede la cui nascita non avrebbe avuto alcun senso proprio a Barletta e avrebbe significato, altrimenti, un altro "spreco" istituzionale e niente più ma voglio ancora pensare che non sia così. Commercianti quindi "intimoriti" e danneggiati e Istituzioni silenti: un binomio micidiale e funesto caratterizzato, neanche a farlo apposta, da quel viscido segnale lasciato dall'olio nero simile a catrame versato da vandali ignoti, che auspico possano essere "solo" dei vandali e non altro cioè quel pauroso segnale di un diffuso malessere sociale ed economico che vede Barletta essere forse la città più a rischio insieme ad Andria, Canosa, Bisceglie e Trani.

Mentre i Carabinieri si stanno occupando del fattaccio, arriva la notizia buona e questa riguarda una Rivoluzione Culturale resa possibile grazie ad un singolo episodio che si è verificato nella Sala del Consiglio Comunale di Barletta il 20 ottobre scorso quando, durante un incontro organizzato dal comune al quale erano state invitate le Associazioni di Categoria, si stava predisponendo il Programma del Natale barlettano 2015 con la modifica sostanziale della rete viaria e l'avvio della sperimentazione del Park & Ride. In quell'occasione si erano poste le basi per procedere speditamente verso un riproposizione di un canovaccio già ampiamente noto e "collaudato" quindi in pratica le Associazioni di Categoria che diventavano uniche "referenti" dell'Amministrazione Comunale, presentazione dei progetti e bla, bla, bla. In quella circostanza compresi che avrebbe potuto essere l'occasione buona, straordinaria per tentare un cambiamento di mentalità radicale e dirompente quindi la mia proposta, condivisa anche dagli altri colleghi presenti, quindi Confcommercio, Confesercenti, Batcommercio2010/C.N.A. Puglia e Ristoratori, di "allargare" quella "solita ma non solida base" coinvolgendo, invece, direttamente gli Operatori commerciali, artigianali e la base operativa dell'economia locale.

Di fronte a questa mia proposta mi resi conto di un improvviso silenzio in sala, nonostante la presenza di numerosi rappresentanti e fu proprio analizzando quel breve ma significativo silenzio che compresi il loro timore di un confronto pubblico e allargato. Il timore di affrontare direttamente la voce di chi i problemi li vive sulla propria pelle e di chi spesso subisce ed ha sempre subito le altrui decisioni, non sempre ispirate al bene comune e all'interesse generale quindi qualcosa che evidentemente, a Barletta, non era mai accaduto, in quella forma, prima di allora. Fui io a suggerire e proporre che la successiva riunione avesse le caratteristiche di Assemblea Plenaria e questo avvenne nell'Auditorium della Sala della Polizia Municipale a Barletta alcuni giorni dopo, il 30 ottobre. In quell'occasione, negli occhi dell'Assessore Lanotte, dell'Assessore Divincenzo, della Dirigente Scommegna e degli altri rappresentanti istituzionali seduti al tavolo lessi inequivocabilmente l'enorme compiacimento e la soddisfazione nel vedere, per la prima volta nella storia, una sala gremita all'inverosimile con qualunque posto e spazio occupato. Una partecipazione democratica allargata che vide insieme Rappresentanti di Associazioni di Categoria, in verità molto attaccate e contestate ma anche singoli cittadini che diedero un fortissimo segnale di positiva e razionale partecipazione ed attivismo. Oggi leggiamo titoli giornalistici che recitano: "Barletta, gli esercenti fanno rete e si autotassano per le luminarie, i negozianti collaborano con l'amministrazione". "Una fruttuosa sinergia", così è stata giudicata la collaborazione tra i Commercianti barlettani e l'Amministrazione comunale. Espressioni come questa, in passato, non se ne trovano perché nessuno ha cercato questo e forse anche perché questo richiede impegno e libertà d'animo perché se devi affrontare argomenti che riguardano la collettività non puoi essere "condizionato" quindi la Rivoluzione Culturale, a Barletta, è incominciata e questa Rivoluzione deve coincidere, deve per forza coincidere, con la rinuncia da parte di taluni a privilegi e vantaggi spesso ottenuti in nome di una collettività inconsapevole e più spesso ancora senza alcun merito, con risultati discutibili, molto discutibili. Se dopo l'incontro del 30 ottobre 2015 a Barletta è nata una nuova Comunità e una nuova collaborazione pubblico/privato, senza primogeniture e soprattutto senza preconcetti e senza pre-esclusioni questo è un risultato che non va vanificato e di questo risultato sento di esserne orgoglioso avendo contribuito al suo conseguimento, nel mio piccolo, insieme a qualche altro volenteroso, rompendo schemi precostituiti e dannosi.

Questa Rete nata spontaneamente non va assolutamente vanificata né messa in discussione ed è per questo che bisogna immediatamente rigettare qualsiasi tentativo di demolizione di qualcosa costruito con semplicità ma anche con strategia, fatica e qualche rinuncia. Questo "dono" natalizio sia quindi un segnale di cambiamento che la politica barlettana, i burocrati barlettani, chi comanda a Barletta non può e non deve trascurare perché sarebbe diabolico e distruttivo e perché non sarebbe compreso oltre ad essere un modo per impedire che Barletta torni a rappresentare ciò che è sempre stata cioè un punto di riferimento del territorio, cosa che oggi, da tempo, da troppo tempo non lo è più e i motivi non sono poi neanche tanto ignoti. Basta mettere in moto la ragione per comprendere questi motivi, per comprenderli tutti».
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