Cronaca
Sequestrati oltre 55mila litri di carburante nel porto di Barletta
Controllati due mezzi al varco doganale: maggiori controlli in vista del G7
Barletta - lunedì 15 aprile 2024
11.14 Comunicato Stampa
I finanzieri del Gruppo Barletta, nell'esercizio delle funzioni di polizia economico-finanziaria e di controllo economico del territorio, intensificato in occasione dell'imminente vertice dei capi di Stato e di Governo (G7), hanno effettuato il controllo alla circolazione di due mezzi adibiti al trasporto di prodotti petroliferi.
Da un preliminare riscontro effettuato all'uscita del varco doganale del porto di Barletta, tra il prodotto petrolifero contenuto nelle cisterne dei mezzi e la documentazione fiscale in possesso ed esibita dagli autisti incaricati del trasporto, emergeva il sospetto che il quantitativo di gasolio trasportato fosse superiore rispetto a quello indicato nei documenti (E-Das).
La competenza tecnica dei militari operanti, unitamente ai poteri demandati dalla stringente normativa nello specifico settore di contrasto alle frodi in materia di accise, consentivano di approfondire le indagini. A tal fine, i finanzieri procedevano a scortare i mezzi e gli autisti all'interno del deposito fiscale di proprietà della "Italiana Petroli SpA" dove era stato precedentemente caricato il gasolio e, mediante l'utilizzo degli stessi strumenti di misurazione con i quali era stato effettuato il carico, in contraddittorio con gli autisti, veniva nuovamente effettuata la pesatura dei due automezzi. Tale operazione consentiva di confermare i sospetti avanzati ed accertare la presenza di un quantitativo di gasolio superiore rispetto a quello indicato sui documenti fiscali.
L'attività d'indagine, sviluppata nell'immediatezza dalle fiamme gialle, consentiva di disvelare un particolare sistema fraudolento alla base dell'illecito commercio dell"'oro nero"; nello specifico, il gasolio trasportato "in eccedenza" era stato caricato mediante alterazione dei sistemi di misurazione utilizzati per la pesatura degli automezzi destinati a questo particolare e delicato trasporto, attraverso l'elusione dei presidi di controllo posti all'interno al deposito fiscale di Barletta, per mezzo dei quali i responsabili riuscivano a rifornire le autocisterne illecitamente.
Al termine dell'attività, i militari del Gruppo Barletta sottoponevano a sequestro un autoarticolato (motrice e rimorchio isotermico) ed un'autobotte utilizzati per la commissione del reato di furto e contrabbando unitamente al carburante trasportato, consistente in oltre 55mila litri di gasolio agricolo e per autotrazione, sottratti alla "Italiana Petroli SpA", con un danno superiore a Euro 100mila. L'attività criminosa, resa possibile mediante la complicità di un dipendente infedele e di due autotrasportatori ha permesso di sottrarre il sopracitato prodotto energetico anche al pagamento delle accise e dell'IVA per un ammontare superiore a Euro 50.000. Sono tuttora in corso accertamenti per individuare il luogo di stoccaggio e ricostruire il giro d'affari dell'attività illecita, essendovi fondati motivi di ritenere che l'accaduto non rappresenta un episodio sporadico, ma verosimilmente una consolidata attività criminale.
Per tali ragioni, il dipendente e i due autisti sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Trani per i reati di furto, alterazione di strumenti di misurazione dell'erogazione di carburanti, frode in commercio, sottrazione all'accertamento o al pagamento dell'accisa sui prodotti energetici e corruzione tra privati.
Si precisa che, come di consueto, nei loro confronti vige la presunzione di non colpevolezza dell'indagato fino alla pronuncia definitiva e irrevocabile dell'Autorità Giudiziaria.
Di grande ausilio, nel corso dell'attività repressiva, è risultata la sinergia con i responsabili della "Italiana Petroli SpA", parte lesa della prefata vicenda unitamente all'Amministrazione delle Dogane e Monopoli, che ha consentito ai militari del Gruppo Barletta di accertare, nell'immediato, le condotte illecite commesse ai danni degli stessi Enti, nella delicata fase dell'estrazione dal deposito fiscale del gasolio per l'immissione in consumo, momento in cui sorge il debito d'imposta.
L'operazione dimostra l'incisiva azione di vigilanza del Corpo a presidio della regolare produzione e commercializzazione dei prodotti lungo tutta la filiera, volta a garantire il corretto assolvimento degli obblighi impositivi, il regolare funzionamento dei sistemi di erogazione, la qualità del prodotto venduto, la tutela degli operatori onesti del settore e degli inconsapevoli acquirenti del prodotto di origine illegale e non certificato.
Da un preliminare riscontro effettuato all'uscita del varco doganale del porto di Barletta, tra il prodotto petrolifero contenuto nelle cisterne dei mezzi e la documentazione fiscale in possesso ed esibita dagli autisti incaricati del trasporto, emergeva il sospetto che il quantitativo di gasolio trasportato fosse superiore rispetto a quello indicato nei documenti (E-Das).
La competenza tecnica dei militari operanti, unitamente ai poteri demandati dalla stringente normativa nello specifico settore di contrasto alle frodi in materia di accise, consentivano di approfondire le indagini. A tal fine, i finanzieri procedevano a scortare i mezzi e gli autisti all'interno del deposito fiscale di proprietà della "Italiana Petroli SpA" dove era stato precedentemente caricato il gasolio e, mediante l'utilizzo degli stessi strumenti di misurazione con i quali era stato effettuato il carico, in contraddittorio con gli autisti, veniva nuovamente effettuata la pesatura dei due automezzi. Tale operazione consentiva di confermare i sospetti avanzati ed accertare la presenza di un quantitativo di gasolio superiore rispetto a quello indicato sui documenti fiscali.
L'attività d'indagine, sviluppata nell'immediatezza dalle fiamme gialle, consentiva di disvelare un particolare sistema fraudolento alla base dell'illecito commercio dell"'oro nero"; nello specifico, il gasolio trasportato "in eccedenza" era stato caricato mediante alterazione dei sistemi di misurazione utilizzati per la pesatura degli automezzi destinati a questo particolare e delicato trasporto, attraverso l'elusione dei presidi di controllo posti all'interno al deposito fiscale di Barletta, per mezzo dei quali i responsabili riuscivano a rifornire le autocisterne illecitamente.
Al termine dell'attività, i militari del Gruppo Barletta sottoponevano a sequestro un autoarticolato (motrice e rimorchio isotermico) ed un'autobotte utilizzati per la commissione del reato di furto e contrabbando unitamente al carburante trasportato, consistente in oltre 55mila litri di gasolio agricolo e per autotrazione, sottratti alla "Italiana Petroli SpA", con un danno superiore a Euro 100mila. L'attività criminosa, resa possibile mediante la complicità di un dipendente infedele e di due autotrasportatori ha permesso di sottrarre il sopracitato prodotto energetico anche al pagamento delle accise e dell'IVA per un ammontare superiore a Euro 50.000. Sono tuttora in corso accertamenti per individuare il luogo di stoccaggio e ricostruire il giro d'affari dell'attività illecita, essendovi fondati motivi di ritenere che l'accaduto non rappresenta un episodio sporadico, ma verosimilmente una consolidata attività criminale.
Per tali ragioni, il dipendente e i due autisti sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Trani per i reati di furto, alterazione di strumenti di misurazione dell'erogazione di carburanti, frode in commercio, sottrazione all'accertamento o al pagamento dell'accisa sui prodotti energetici e corruzione tra privati.
Si precisa che, come di consueto, nei loro confronti vige la presunzione di non colpevolezza dell'indagato fino alla pronuncia definitiva e irrevocabile dell'Autorità Giudiziaria.
Di grande ausilio, nel corso dell'attività repressiva, è risultata la sinergia con i responsabili della "Italiana Petroli SpA", parte lesa della prefata vicenda unitamente all'Amministrazione delle Dogane e Monopoli, che ha consentito ai militari del Gruppo Barletta di accertare, nell'immediato, le condotte illecite commesse ai danni degli stessi Enti, nella delicata fase dell'estrazione dal deposito fiscale del gasolio per l'immissione in consumo, momento in cui sorge il debito d'imposta.
L'operazione dimostra l'incisiva azione di vigilanza del Corpo a presidio della regolare produzione e commercializzazione dei prodotti lungo tutta la filiera, volta a garantire il corretto assolvimento degli obblighi impositivi, il regolare funzionamento dei sistemi di erogazione, la qualità del prodotto venduto, la tutela degli operatori onesti del settore e degli inconsapevoli acquirenti del prodotto di origine illegale e non certificato.