La città
Senza Piombo: «Barletta non offre molto spazio per gli artisti emergenti, ci salvano le web radio»
Intervista al cantautore barlettano Giuseppe Delvecchio
Barletta - domenica 21 luglio 2024
Valorizzare il proprio territorio significa anche dare ascolto alle voci che si alzano per poter essere ascoltate e raccontare la loro storia. Vuol dire, soprattutto, prestare attenzione ed osservare ciò che la comunità ha da offrire alla propria realtà culturale, il suo contributo alla costruzione del grande puzzle a cui può essere paragonata la nostra città. Ed è per questo motivo che abbiamo deciso di puntare la lente di ingrandimento sul panorama musicale cittadino, intervistando Giuseppe Delvecchio, cantautore pugliese, classe 1978 e voce della band Senza Piombo.
A comporre il gruppo, oltre al suo cantante, ci sono Michele Cioce alla chitarra, il bassista Antonio Todisco, Raffaella Gambarrota per la tastiera ed infine il batterista Ivano Cassatella. Ecco cosa ci ha raccontato Giuseppe.
Per quale motivo hai deciso di dedicarti alla carriera musicale?
«La musica è sempre stata la colonna portante, mi ha accompagnato per tutti i momenti belli e brutti, ma comunque significativi della mia vita. Ho avuto una pausa lunga di parecchi anni, per motivi personali, ma la voglia di tornare a far musica, e soprattutto comporre, non è mai passata... a un certo punto è stato inevitabile».
Come consideri Barletta come piazza per musicisti e artisti in generale?
«Purtroppo come musicista ho potuto constatare che la nostra città allo stato attuale non sta offrendo molto per gli artisti emergenti. Certo, si può suonare live, per lo più in estate, nei nostri tanti lidi, e nei pochissimi locali che offrono spettacoli di musica live. Le radio non aiutano, perché passano solo brani pubblicizzati dalle Major discografiche. Meno male che ci sono realtà come le Web Radio, dove gli artisti hanno un loro spazio per esprimersi e far ascoltare le loro opere, perché il punto è proprio quello oggi giorno, come mi disse un giorno il grande Luciano Ligabue ,"ci vuole un gran cu*o anche solo per farsi ascoltare...".
Parlaci del tuo ultimo singolo, "Eternit". Qual è la storia che si cela dietro questa canzone?
«ETERNIT è la storia della mia vita, o almeno di una parte di vita per cui valeva veramente la pena scriverci una canzone. Parla di gioie, dolori, di infanzia, di lutti e soprattutto rinascite. È la mia scommessa, sul mio futuro: mi porterà fortuna, lo sento. È quella confessione che puoi fare solo a te stesso, quando chiudi i conti con il passato, e ti apri completamente al futuro. Musicalmente è una rock ballad potente, che ti entra dentro e scava nel profondo. Con questo brano ho fatto quello che non sono mai riuscito a fare in passato, ovvero mettermi a "nudo", senza remore. Solo così puoi arrivare al cuore della gente».
La realizzazione dell'ultimo pezzo della band ha visto il contributo di un altro musicista barlettano, Cosimo Orofino, con cui Giuseppe Delvecchio ha in mente di produrre un nuovo singolo. Ciò dimostra quanto la solidarietà e la stima reciproca possano essere fondamentali, per poter permettere a piccoli artisti locali di crescere e farsi un nome nel proprio campo di azione. E, in particolare, combinare le forze affinché una realtà poco valorizzata sul nostro territorio, quale quella musicale, possa finalmente trovare i cancelli aperti per un futuro più prospero.
A comporre il gruppo, oltre al suo cantante, ci sono Michele Cioce alla chitarra, il bassista Antonio Todisco, Raffaella Gambarrota per la tastiera ed infine il batterista Ivano Cassatella. Ecco cosa ci ha raccontato Giuseppe.
Per quale motivo hai deciso di dedicarti alla carriera musicale?
«La musica è sempre stata la colonna portante, mi ha accompagnato per tutti i momenti belli e brutti, ma comunque significativi della mia vita. Ho avuto una pausa lunga di parecchi anni, per motivi personali, ma la voglia di tornare a far musica, e soprattutto comporre, non è mai passata... a un certo punto è stato inevitabile».
Come consideri Barletta come piazza per musicisti e artisti in generale?
«Purtroppo come musicista ho potuto constatare che la nostra città allo stato attuale non sta offrendo molto per gli artisti emergenti. Certo, si può suonare live, per lo più in estate, nei nostri tanti lidi, e nei pochissimi locali che offrono spettacoli di musica live. Le radio non aiutano, perché passano solo brani pubblicizzati dalle Major discografiche. Meno male che ci sono realtà come le Web Radio, dove gli artisti hanno un loro spazio per esprimersi e far ascoltare le loro opere, perché il punto è proprio quello oggi giorno, come mi disse un giorno il grande Luciano Ligabue ,"ci vuole un gran cu*o anche solo per farsi ascoltare...".
Parlaci del tuo ultimo singolo, "Eternit". Qual è la storia che si cela dietro questa canzone?
«ETERNIT è la storia della mia vita, o almeno di una parte di vita per cui valeva veramente la pena scriverci una canzone. Parla di gioie, dolori, di infanzia, di lutti e soprattutto rinascite. È la mia scommessa, sul mio futuro: mi porterà fortuna, lo sento. È quella confessione che puoi fare solo a te stesso, quando chiudi i conti con il passato, e ti apri completamente al futuro. Musicalmente è una rock ballad potente, che ti entra dentro e scava nel profondo. Con questo brano ho fatto quello che non sono mai riuscito a fare in passato, ovvero mettermi a "nudo", senza remore. Solo così puoi arrivare al cuore della gente».
La realizzazione dell'ultimo pezzo della band ha visto il contributo di un altro musicista barlettano, Cosimo Orofino, con cui Giuseppe Delvecchio ha in mente di produrre un nuovo singolo. Ciò dimostra quanto la solidarietà e la stima reciproca possano essere fondamentali, per poter permettere a piccoli artisti locali di crescere e farsi un nome nel proprio campo di azione. E, in particolare, combinare le forze affinché una realtà poco valorizzata sul nostro territorio, quale quella musicale, possa finalmente trovare i cancelli aperti per un futuro più prospero.