La città
«Se Barletta fosse una danza, avrebbe la forza tipica delle donne del sud»
Danza e coreografia, tra passione e lavoro, per il barlettano Enrico Morelli: domani sul palco del Teatro Curci con "Gershwin Suite/Schubert Frames"
Barletta - martedì 18 gennaio 2022
10.10
Danzatore e coreografo, dalle radici barlettane con una carriera straordinaria nel segno della sua grande passione, torna a Barletta Enrico Morelli per portare sul palco del Teatro Curci lo spettacolo "Gershwin Suite/Schubert Frames" con la MM Contemporary Dance Company. Le sue coreografie, create insieme al collega Michele Merola, sono inserite nel cartellone teatrale del Comune di Barletta: lo spettacolo è in programma domani, mercoledì 19 gennaio.
Mercoledì calcherai il palco del "Curci". Un ritorno a casa dopo un viaggio lungo tutta una carriera, spesso fuori Italia. Quando hai capito che la danza sarebbe diventata il tuo lavoro e come si è perfezionata la tua formazione?
«E' la seconda volta che vengo a Barletta con la MM Contemporary Dance Company di Michele Merola con una mia coreografia. Mi emoziona parecchio tornare a casa in un teatro meraviglioso come il Curci. Conservo molti ricordi indelebili legati al teatro, quando ho scoperto per la prima volta le emozioni viscerali che un palcoscenico può regalarti, quando con la scuola di danza di Angela Dimiccoli ho fatto il mio primo spettacolo. Io volevo fare il danzatore da quando ero piccolo, ci sono nato con la voglia di bellezza, di perfezione, che è quello a cui aspira la danza classica con le sue linee pure e la sua eleganza allo stadio più alto: insegna a cercare il bello. Quando mi sono accorto che il bello va oltre a quello che è canonicamente riconosciuto come tale, che lo puoi leggere in tante cose, anche in quello che all'apparenza è brutto, allora sono cresciuto, sono passato alla danza contemporanea e ho cominciato a lavorare sulla parte coreografica che nient'altro è che la voglia di dire delle cose, di esprimersi. Faccio coreografia perché è il modo migliore che conosco per esprimermi, e questa volta, facendo spettacolo nella mia terra, posso raccontarmi alle persone che conosco da tempo, che mi hanno aiutato nella mia crescita, posso dichiarare la mia gratitudine nella lingua che conosco meglio».
Alla fine dello scorso anno hai lavorato allo show di Rai 1 "Danza con me" con Roberto Bolle, come è stata questa esperienza?
«La MM Contemporary Dance Company è stata invitata per il secondo anno da Roberto Bolle a partecipare alla sua trasmissione "Danza con me", un'altra grande fortuna, ed un'esperienza bella e gratificante, oltre a poter collaborare con Roberto Bolle ed in un contesto televisivo per noi nuovo». Nonostante i tempi bui dei teatri chiusi siano passati, la pandemia sta ancora influenzando la quotidianità degli artisti. Come state affrontando questa nuova "realtà" legata alle restrizioni per le norme anti Covid?
«Il periodo più difficile è stato per noi da gennaio a fine aprile 2021, perché tutti pensavamo ad una ripresa molto più immediata che non c'è stata. La nostra fortuna è stata avere teatri, come quello di Modena, e fondazioni come ATER, che hanno investito negli spettacoli on line. Questo ha permesso alla compagnia di poter continuare il proprio lavoro. Come coreografo freelance avevo molte produzioni in programma in compagnie all'estero che purtroppo sono saltate a causa della pandemia. Il 22 gennaio dovrei iniziare una nuova creazione a Szeged in Ungheria che dovrebbe debuttare il 4 marzo a Budapest ma in questi tempi incerti usare il condizionale purtroppo è l'unica certezza che abbiamo».
Se potessi coreografare un'immaginaria opera legata alla città di Barletta, con i suoi colori, il suo patrimonio artistico e popolare, come la rappresenteresti?
«A differenza di Schubert Frames, lo coreografia che porto il 19 gennaio al teatro Curci che vuole essere una carezza per il pubblico, un inno alla gentilezza di cui abbiamo tanto bisogno, soprattutto in questo periodo, se dovessi pensare ad una coreografia sulla mia terra, il ricordo volerebbe direttamente alla mia infanzia, ai colori e ai suoni delle estati passate in famiglia, alle donne della mia terra. Sicuramente traccerei una gestualità viscerale e passionale per rievocare la forza tipica delle donne del sud».
Mercoledì calcherai il palco del "Curci". Un ritorno a casa dopo un viaggio lungo tutta una carriera, spesso fuori Italia. Quando hai capito che la danza sarebbe diventata il tuo lavoro e come si è perfezionata la tua formazione?
«E' la seconda volta che vengo a Barletta con la MM Contemporary Dance Company di Michele Merola con una mia coreografia. Mi emoziona parecchio tornare a casa in un teatro meraviglioso come il Curci. Conservo molti ricordi indelebili legati al teatro, quando ho scoperto per la prima volta le emozioni viscerali che un palcoscenico può regalarti, quando con la scuola di danza di Angela Dimiccoli ho fatto il mio primo spettacolo. Io volevo fare il danzatore da quando ero piccolo, ci sono nato con la voglia di bellezza, di perfezione, che è quello a cui aspira la danza classica con le sue linee pure e la sua eleganza allo stadio più alto: insegna a cercare il bello. Quando mi sono accorto che il bello va oltre a quello che è canonicamente riconosciuto come tale, che lo puoi leggere in tante cose, anche in quello che all'apparenza è brutto, allora sono cresciuto, sono passato alla danza contemporanea e ho cominciato a lavorare sulla parte coreografica che nient'altro è che la voglia di dire delle cose, di esprimersi. Faccio coreografia perché è il modo migliore che conosco per esprimermi, e questa volta, facendo spettacolo nella mia terra, posso raccontarmi alle persone che conosco da tempo, che mi hanno aiutato nella mia crescita, posso dichiarare la mia gratitudine nella lingua che conosco meglio».
Alla fine dello scorso anno hai lavorato allo show di Rai 1 "Danza con me" con Roberto Bolle, come è stata questa esperienza?
«La MM Contemporary Dance Company è stata invitata per il secondo anno da Roberto Bolle a partecipare alla sua trasmissione "Danza con me", un'altra grande fortuna, ed un'esperienza bella e gratificante, oltre a poter collaborare con Roberto Bolle ed in un contesto televisivo per noi nuovo». Nonostante i tempi bui dei teatri chiusi siano passati, la pandemia sta ancora influenzando la quotidianità degli artisti. Come state affrontando questa nuova "realtà" legata alle restrizioni per le norme anti Covid?
«Il periodo più difficile è stato per noi da gennaio a fine aprile 2021, perché tutti pensavamo ad una ripresa molto più immediata che non c'è stata. La nostra fortuna è stata avere teatri, come quello di Modena, e fondazioni come ATER, che hanno investito negli spettacoli on line. Questo ha permesso alla compagnia di poter continuare il proprio lavoro. Come coreografo freelance avevo molte produzioni in programma in compagnie all'estero che purtroppo sono saltate a causa della pandemia. Il 22 gennaio dovrei iniziare una nuova creazione a Szeged in Ungheria che dovrebbe debuttare il 4 marzo a Budapest ma in questi tempi incerti usare il condizionale purtroppo è l'unica certezza che abbiamo».
Se potessi coreografare un'immaginaria opera legata alla città di Barletta, con i suoi colori, il suo patrimonio artistico e popolare, come la rappresenteresti?
«A differenza di Schubert Frames, lo coreografia che porto il 19 gennaio al teatro Curci che vuole essere una carezza per il pubblico, un inno alla gentilezza di cui abbiamo tanto bisogno, soprattutto in questo periodo, se dovessi pensare ad una coreografia sulla mia terra, il ricordo volerebbe direttamente alla mia infanzia, ai colori e ai suoni delle estati passate in famiglia, alle donne della mia terra. Sicuramente traccerei una gestualità viscerale e passionale per rievocare la forza tipica delle donne del sud».