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Scendere in piazza per dire "basta" alla violenza

Mobilitazione di "Barletta Antifascista" dopo l'aggressione dello studente

In seguito alla notizia dell'aggressione subita da uno studente di 16 anni dopo la manifestazione studentesca di venerdì scorso, in tanti si sono indignati per dire "basta" ad ogni forma di violenza. In particola il gruppo "Barletta Antifascista" comunica che organizzerà due momenti pubblici scaturiti proprio da tale accadimento: un presidio antifascista militante di denuncia e corteo per le strade della città previsto per oggi con partenza alle 19:00 da Piazza Caduti, e poi un'intera giornata di mobilitazione antifascista, per sabato 17 ottobre. In mattinata ci sarà un corteo, che prenderà avvio dalle scuole ed in particolar modo dal Polivalente, «per dare un segno politico forte - scrive in un comunicato stampa Emma Cafiero di "Barletta Antifascista" - in quanto è proprio nelle scuole che i fascisti hanno provato ad infiltrarsi. La manifestazione, indetta a livello regionale, passerà per i quartieri popolari e periferici per coinvolgere quanto più possibile la società civile e la cittadinanza. Il corteo si concluderà in Piazza Prefettura, dove nel pomeriggio e in serata si svolgeranno dibattiti, eventi formativi e musicali perché soltanto ripartendo dalla promozione di una cultura antifascista potremo togliere sotto i loro piedi quello spazio di agibilità che stanno provando a prendersi.

«Una mobilitazione Antifascista permanente - scrive ancora Emma Cafiero - perchè non ha come unico obiettivo la solidarietà nei confronti del compagno vittima del vile gesto, ma anche quello di attivare un processo di sensibilizzazione sui temi dell'Antifascismo, troppo a lungo messi da parte. In un contesto di forte depressione sociale il fascismo si insinua nella quotidianità, si presenta cambiato nelle apparenze, si dichiara contro il sistema, ma questo non lo rende meno aggressivo e pericoloso. I fascisti di oggi sono ben diversi dai fascisti degli anni 30 o degli anni 70, in quanto sempre più assoggettati e funzionali alle logiche del capitale. Difficile non vedere la radice "estetico-politica" che accomuna il fascista e il borghese neoliberale, nei provvedimenti che si ispirano alla cosiddetta tolleranza zero: foglia di fico dietro la quale si nasconde la volontà molto più prosaica di "ripulire" la città dal problema di turno da combattere: il migrante, l'omosessuale, il tossico, il rom, distorcendo il problema e alimentando l'odio e il pregiudizio. Il nemico di turno che tanto fa comodo al capitale, un nemico "estetico", a cui addossare le responsabilità della gravissima situazione economica in cui si trovano gli strati più bassi della popolazione, da dare in pasto ai media come "pericolo" per la collettività e perno sul quale costruire nuove "emergenze" per distrarre dai reali responsabili della povertà e dello sfruttamento diffuso, della distruzione della qualità delle nostre vite e dell'ambiente che ci circonda. Nazionalismo e razzismo sono strettamente interconnessi fra di loro, così come lo sono razzismo e sessismo, perché è proprio ciò che legittima le diseguaglianze reali, ciò che mantiene le gerarchie sempre esistenti, che i fascisti bramano e difendono, ricevendo sempre più consensi in una società decadente come "la nostra", sempre più ignorante, rinchiusa nelle proprie paure e diffidenze verso l'altro. In Italia gli attacchi fascisti sono in costante aumento nel silenzio generale dei media e nel disinteresse dei partiti politici e solo nella città di Bari, negli ultimi 5 anni ci sono stati 4 gravi episodi di aggressione squadristica ai danni di militanti Antifascisti.

Casa Pound, Movimento Fascismo e Libertà, Militia, Movimento Patria Nostra, Leoni Crociati, Veneto Fronte Skinheads, Hammerskin sono solo i nomi principali della galassia fascista che ogni giorno alimenta violenze xenofobe e razziste, promuove iniziative volte a fomentare l'odio e l'intolleranza e si propone come forza antisistemica, cercando di colmare quel vuoto lasciato dai partiti e dai sindacati sempre più in crisi di identità e distanti dalle piazze. Ed è proprio da lì che occorre ripartire imponendo la propria presenza sui territori e nei diversi contesti sociali. Da qui la necessità di riunirsi in presidio per fornire una risposta efficace alla vile aggressione ed a quel vuoto che dobbiamo tornare a riempire per far sì che la militanza Antifascista possa interfacciarsi con un'opinione pubblica consapevole. Antifascismo significa anticapitalismo ed è solo scardinando quei meccanismi autodistruttivi di un sistema che fa della repressione il suo principale strumento di consenso, che si potrà tornare a fornire risposte a chi non ne ha. Essere presenti nelle piazze - conclude Emma Cafiero - è uno strumento necessario per tornare a parlare con la propria gente e far pressione su quelle istituzioni che con troppa superficialità hanno concesso spazi ed agibilità politica ai fascisti del terzo millennio».
  • Aggressione
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