La città
Sanità pubblica d’eccellenza: Mena Salvemini, dalla perinatologia all’ufficio protesi di Barletta
42 anni di ininterrotto servizio sanitario, dall’ospedaletto di corso Cavour, all’ospedale “Dimiccoli”, fino allo storico edificio di piazza Principe Umberto
Barletta - giovedì 28 luglio 2022
Concludere un percorso lavorativo sempre al servizio del prossimo, per quella sanità di prossimità tanto decantata ma poi non concretamente valorizzata, ininterrottamente al lavoro in storiche sedi quali l'ospedaletto dei bambini di corso Cavour, all'ospedale "Dimiccoli", fino al vecchio ospedale di piazza Principe Umberto, luogo tanto caro ai barlettani, è qualcosa che tocca le corde più intime di ogni esperienza professionale.
Filomena Salvemini, Mena per i tanti amici e conoscenti, ha lasciato nei giorni scorsi il servizio attivo presso il Distretto socio sanitario di Barletta della Asl Bt.
Giovanissima, appena diplomatasi vigilatrice d'infanzia, Mena Salvemini inizia il suo percorso lavorativo il 10 luglio 1980, quando appena 3 mesi prima, l'allora Ente Ospedaliero di Barletta, aveva bandito un concorso per puericultrici esperte. Gli accortiamministratori di un tempo avevano deciso di inaugurareanche a Barletta un'unità di Perinatologia, accorpandolaall'esistente reparto di Ostetricia e Ginecologia, in pratica una sezione staccata di Pediatria.
Cercavano personale sanitario qualificato che si doveva occuparedell'assistenza al neonato ma anche della puerpera, in pratica dal momento della nascita alla dimissione. Erano gli anni in cui l'assistenza sanitaria era fatta di tante mutue, gestite tutte con criteri assicurativi. Lavoratori e aziende versavano il loro contributo per usufruire dell'assistenza medico/sanitaria, anche con proprio personale dedicato, che prestava spesso differenti servizi in base al tipo di mutua che aveva l'assistito (per la gestanti ad esempio, si poteva avere una stanza singola o doppia solo se si apparteneva ad una piuttosto che ad un'altra mutua).
Era una sanità disordinata, con un'assistenza frammentata che solo con la legge 833 del 1978, vide istituire in Italia il Servizio Sanitario Nazionale, permeato ai principi della globalità, dell'uguaglianza e dell'universalità, modello assistenziale che pur se negli anni è stato ridisegnato,tuttora è imitato e copiato in buona parte degli Stati del mondo.
"Ricordo bene come, dopo aver partecipato e superato il concorso iniziai il mio lavoro in ospedale, con turnazione su tre differenti orari. In coscienza, ricordo che da parte dei colleghi e del personale medico abbiamo sempre applicato la doverosa attenzione a qualsiasi degente, senza mai fare distingui e differenziazioni di sorta. E non poteva essere diversamente avendo come modelli clinici, dei medici del calibro di Ruggiero Lattanzio e Carlo Righetti, senza dimenticare Nicola Svilokos tra le figure più significative del panorama medico, forse ancora poco note della più bella medicina barlettana e non solo".
Il lavoro presso l'ospedale cittadino è proceduto speditamente di anno in anno e Mena Salvemini è riuscita per oltre un ventennio a conciliare vita professionale con la famiglia, tra marito e figli. Quante festività sono state scandite dai turni ospedalieri. Nel giugno del 2009, per motivi di salute, l'attività presso la perinatologia cessa ed inizia per Mena Salvemini quella presso l'ufficio di assistenza protesica, dov'è stata nel frattempo trasferita, sempre con ruolo sanitario.
Un lavoro altrettanto delicato quello presso l'ufficio protesi, situato nella storica sede di piazza Principe Umberto, dove l'ascolto e la comprensione sono tra le doti più apprezzate tra il vasto pubblico che abitualmente lo frequenta. Un'attività professionale oseremmo dire integerrima, senza falsa retorica, come si usava dire un dire in un tempo non troppo lontano, termine ritenuto dai più desueto ma per altri carico di significato, di chi ha fatto del lavoro una regola di vita, non solo verso l'utenza ma rispettoso anche dei tanti colleghi.
Non è stato un caso se nei giorni scorsi, dal neo direttore del distretto Sanitario di Barletta, dottor Domenico Spinazzola, dal direttore Amministrativo Raffaele Marino, dal dottor Giovanni Di Buduo, del servizio malattie rare, è toccato, con vero senso di amicizia e considerazione, portare il proprio amichevole saluto insieme alle colleghe che negli ultimi anni hanno affiancato con altrettanta professionalità e scrupolo, pur a fronte delle difficoltà del periodo pandemico, Mena Salvemini in questo dedicato servizio.
A Mena Salvemini e a quanti come lei hanno dedicato la propria vita lavorativa al servizio pubblico nel campo socio sanitario, con spirito di servizio e dedizione, l'augurio più caro e sincero di ogni bene dal Viva Network.
Filomena Salvemini, Mena per i tanti amici e conoscenti, ha lasciato nei giorni scorsi il servizio attivo presso il Distretto socio sanitario di Barletta della Asl Bt.
Giovanissima, appena diplomatasi vigilatrice d'infanzia, Mena Salvemini inizia il suo percorso lavorativo il 10 luglio 1980, quando appena 3 mesi prima, l'allora Ente Ospedaliero di Barletta, aveva bandito un concorso per puericultrici esperte. Gli accortiamministratori di un tempo avevano deciso di inaugurareanche a Barletta un'unità di Perinatologia, accorpandolaall'esistente reparto di Ostetricia e Ginecologia, in pratica una sezione staccata di Pediatria.
Cercavano personale sanitario qualificato che si doveva occuparedell'assistenza al neonato ma anche della puerpera, in pratica dal momento della nascita alla dimissione. Erano gli anni in cui l'assistenza sanitaria era fatta di tante mutue, gestite tutte con criteri assicurativi. Lavoratori e aziende versavano il loro contributo per usufruire dell'assistenza medico/sanitaria, anche con proprio personale dedicato, che prestava spesso differenti servizi in base al tipo di mutua che aveva l'assistito (per la gestanti ad esempio, si poteva avere una stanza singola o doppia solo se si apparteneva ad una piuttosto che ad un'altra mutua).
Era una sanità disordinata, con un'assistenza frammentata che solo con la legge 833 del 1978, vide istituire in Italia il Servizio Sanitario Nazionale, permeato ai principi della globalità, dell'uguaglianza e dell'universalità, modello assistenziale che pur se negli anni è stato ridisegnato,tuttora è imitato e copiato in buona parte degli Stati del mondo.
"Ricordo bene come, dopo aver partecipato e superato il concorso iniziai il mio lavoro in ospedale, con turnazione su tre differenti orari. In coscienza, ricordo che da parte dei colleghi e del personale medico abbiamo sempre applicato la doverosa attenzione a qualsiasi degente, senza mai fare distingui e differenziazioni di sorta. E non poteva essere diversamente avendo come modelli clinici, dei medici del calibro di Ruggiero Lattanzio e Carlo Righetti, senza dimenticare Nicola Svilokos tra le figure più significative del panorama medico, forse ancora poco note della più bella medicina barlettana e non solo".
Il lavoro presso l'ospedale cittadino è proceduto speditamente di anno in anno e Mena Salvemini è riuscita per oltre un ventennio a conciliare vita professionale con la famiglia, tra marito e figli. Quante festività sono state scandite dai turni ospedalieri. Nel giugno del 2009, per motivi di salute, l'attività presso la perinatologia cessa ed inizia per Mena Salvemini quella presso l'ufficio di assistenza protesica, dov'è stata nel frattempo trasferita, sempre con ruolo sanitario.
Un lavoro altrettanto delicato quello presso l'ufficio protesi, situato nella storica sede di piazza Principe Umberto, dove l'ascolto e la comprensione sono tra le doti più apprezzate tra il vasto pubblico che abitualmente lo frequenta. Un'attività professionale oseremmo dire integerrima, senza falsa retorica, come si usava dire un dire in un tempo non troppo lontano, termine ritenuto dai più desueto ma per altri carico di significato, di chi ha fatto del lavoro una regola di vita, non solo verso l'utenza ma rispettoso anche dei tanti colleghi.
Non è stato un caso se nei giorni scorsi, dal neo direttore del distretto Sanitario di Barletta, dottor Domenico Spinazzola, dal direttore Amministrativo Raffaele Marino, dal dottor Giovanni Di Buduo, del servizio malattie rare, è toccato, con vero senso di amicizia e considerazione, portare il proprio amichevole saluto insieme alle colleghe che negli ultimi anni hanno affiancato con altrettanta professionalità e scrupolo, pur a fronte delle difficoltà del periodo pandemico, Mena Salvemini in questo dedicato servizio.
A Mena Salvemini e a quanti come lei hanno dedicato la propria vita lavorativa al servizio pubblico nel campo socio sanitario, con spirito di servizio e dedizione, l'augurio più caro e sincero di ogni bene dal Viva Network.