Commemorazione esercito serbo
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Salvataggio dell'esercito serbo, «celebriamo l'eroismo dei marinai italiani»

Il ricordo di un episodio negli anni della Grande Guerra

Si è concluso ieri mattina con l'omaggio all'Ossario dei Caduti Slavi nel Cimitero di Barletta l'evento rievocativo del salvataggio dell'intero esercito serbo da parte della Regia Marina Militare Italiana nel corso della prima guerra mondiale. La commemorazione di una "storia di umanità", come è stata definita ieri pomeriggio nella Sala Rossa del Castello di Barletta, è cominciata con la presentazione della riedizione del libro "Per l'esercito serbo, una storia dimenticata" della giornalista Mila Mihajlovic, con la partecipazione dell'Ambasciatrice della Repubblica di Serbia in Italia Ana Hrustinovic, del sindaco Pasquale Cascella, del Vice Segretario Generale della Farnesina Antonio Bernardini e dell'Ambasciatore Paolo Casardi, alla presenza del Prefetto Clara Minerva, del Presidente della Provincia Francesco Spina e di autorità militari e civili.

A cent'anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l'opera rievoca una delle più importanti e vaste operazioni umanitarie del primo conflitto mondiale. Con il coordinamento del prof. Dicuonzo, responsabile dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta, gli ambasciatori Bernardini e Casardi hanno approfondito la tematica degli interventi umanitari per la pace e la sicurezza tra i popoli, in un excursus storico tra passato e presente, considerando il salvataggio dell'esercito serbo trasferito sulle coste pugliesi tra la fine del 1915 e l'inizio del 1916 un primo esempio del supporto militare alla politica estera di cooperazione e di sicurezza che nel tempo l'Italia ha sviluppato nell'ambito delle organizzazioni internazionali.

"Questo incontro - ha affermato il sindaco nel suo intervento - ci offre la possibilità di riflettere su alcuni aspetti molto spesso non tenuti in debito conto: la cooperazione e il sostegno tra le nazioni. L'eroismo dei marinai italiani che in quei mesi salvarono la vita non solo a decine di migliaia di militari serbi, rimasti intrappolati con i loro mezzi sul "Fronte di Salonicco", ma anche di migliaia di civili, rappresenta un episodio di solidarietà anzitutto tra i due popoli, che ancora vogliamo ricordare e onorare come storia di umanità più forte degli orrori della guerra. E' un valore quanto mai attuale, se si pensa all'impegno con cui tutt'oggi i nostri marinai salvano persone disperate, che fuggono dagli orrori di grandi e piccoli conflitti. Da qui, da Barletta, dove due mesi fa abbiamo ricordato il centenario della Grande Guerra, vogliamo rilanciare un messaggio di pace che rinsaldi i valori di fratellanza civile". Un messaggio rilanciato dall'Ambasciatrice della Repubblica di Serbia in Italia, Ana Hrustinovic, sottolineando come il ricordo di quelle prove può consolidare i proficui rapporti tra Italia e Serbia e le due sponde dell'Adriatico in una più larga prospettiva di integrazione europea. Al termine dell'incontro, sulle note del coro polifonico "Il Gabbiano", nella ex Cappella di Federico è stata inaugurata la mostra fotografica "2015 - Storia e memoria nella cooperazione tra i popoli" che sarà possibile visitare sino al 2 agosto.

Composta da tre sezioni, l'esposizione consente di ripercorrere i momenti salienti degli interventi umanitari avviati negli anni Cinquanta e realizzati negli anni Settanta, a partire dalla copia della prima edizione del libro "Per l'esercito serbo" di Paolo Giordani. Tra i documenti presenti, una copia della delibera con cui il Consiglio comunale di Brindisi esprime "il plauso alla Marina italiana" impegnata, con le marine inglese e francese, nelle azioni di vigilanza e difesa del Basso Adriatico nel 1915. Particolarmente significative, le riproduzioni fotografiche relative alle operazioni di salvataggio dell'esercito serbo pubblicate nel "Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della Marina Militare" insieme ai documenti relativi alla cerimonia per lo scoprimento di una lapide commemorativa dell'avvenimento collocata nel 1924 sul prospetto della Capitaneria di Porto di Brindisi. Testimonianza delle concrete politiche di cooperazione è fornita dalla Convenzione tra la Jugoslavia e l'Italia finalizzata a dare degna sepoltura ai soldati slavi, caduti in territorio italiano, nell'Ossario Monumentale costruito a Barletta: un'opera di elevata e lineare architettura, realizzata da un'impresa edile cittadina, su progetto dello scultore accademico jugoslavo, Dusan Dzamonja, sotto la direzione dei lavori affidata all'ingegnere Aldo Maria Palmiotti, che accolse i resti mortali di 1.288 persone esumate da varie sepolture nell'Italia meridionale e insulare.
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