Cronaca
Salme di estranei in cappella privata, il comune di Barletta censurato dal TAR per mancata rimozione
Dovute anche le spese legali
Barletta - martedì 23 luglio 2024
12.26 Comunicato Stampa
Il comune di Barletta si rifiuta di rimuovere le salme di due estranei da una cappella privata e il TAR ne censura il comportamento condannandola a pagare le spese legali al ricorrente oltre che ad un soggetto controinteressato.
Il fatto risale a qualche mese fa in seguito alla denuncia del titolare di una cappella concessa nel 1856 dal comune di Barletta ad esclusivo uso della sua famiglia. Dopo la scoperta di due salme di estranei all'interno della cappella, il ricorrente chiede informazioni al Comune che fornisce le fotocopie di dichiarazioni sostitutive autorizzative firmate da alcuni familiari dello stesso ricorrente e titolare della cappella. Tali firme vengono definite false e a questo va aggiunta l'assenza della copia originale di tali dichiarazioni che per questo motivo sono facilmente disconoscibili.
Il Tar ha ritenuto inammissibile «il persistente rifiuto dell'amministrazione della Città di Barletta ad attivarsi nell'esplicazione del propri poteri di polizia mortuaria, demaniale e di autotutela esecutiva, che impongono di vigilare sull'uso delle cappelle private o di famiglia e di reprimere eventuali utilizzi difformi dalle concessioni, a fronte di segnalazione o di denunce di privati».
Il fatto risale a qualche mese fa in seguito alla denuncia del titolare di una cappella concessa nel 1856 dal comune di Barletta ad esclusivo uso della sua famiglia. Dopo la scoperta di due salme di estranei all'interno della cappella, il ricorrente chiede informazioni al Comune che fornisce le fotocopie di dichiarazioni sostitutive autorizzative firmate da alcuni familiari dello stesso ricorrente e titolare della cappella. Tali firme vengono definite false e a questo va aggiunta l'assenza della copia originale di tali dichiarazioni che per questo motivo sono facilmente disconoscibili.
Il Tar ha ritenuto inammissibile «il persistente rifiuto dell'amministrazione della Città di Barletta ad attivarsi nell'esplicazione del propri poteri di polizia mortuaria, demaniale e di autotutela esecutiva, che impongono di vigilare sull'uso delle cappelle private o di famiglia e di reprimere eventuali utilizzi difformi dalle concessioni, a fronte di segnalazione o di denunce di privati».