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Saldi, un vademecum per difendersi dalle fregature

Le associazioni a favore dei consumatori allertano i cittadini sul rischio fregature. I saldi partiranno dal 6 gennaio

6 gennaio. Fatidica data per i risparmiatori. Come ogni anno si riaprono le danze dei saldi, la caccia all'affare d'oro: riuscire ad acquistare quel capo stupendo che si è tenuto d'occhio durante il resto dell'anno, senza potercelo permettere, ora diventa possibile. La spesa media per famiglia prevista dalla Confcommercio sarà di 415 euro, si sottolinea come nel complesso si spenderanno in abbigliamento e accessori circa 6,2 miliardi di euro pari al 18% del fatturato dell'intero settore. In media ogni persona spenderà 173 euro.

La ressa, la frenesia e l'ansia di riuscire ad accaparrarsi un'offerta imperdibile giocano a discapito dei clienti, rischiando di far perdere l'offerta realmente più conveniente. Come di consueto associazioni a favore dei consumatori allertano i cittadini sul rischio fregature: falsi sconti, cambi di prodotto problematici, prodotti difettati o usurati sono ostacoli all'ordine del giorno per chi decide di approfittare della stagione dei saldi per risparmiare un po' di soldi.

Tra i molti "strani" incidenti in cui può incappare chi va per saldi è quello di pagare più del dovuto. Spesso e volentieri i furbi commercianti giocano a non digitare il codice giusto della merce a saldo ma digitano (giustamente) quello originario. Ma una volta stampato lo scontrino non si può più tornare indietro? Ogni registratore ha il tasto di resa, utile proprio in questi casi non è quindi possibile scaricare la responsabilità della furbata sull'acquirente. E' un diritto pagare il prezzo "promesso", come ribadito dall'Aduc.

E se sul cartellino non è indicato il prezzo iniziale con la percentuale di sconto? E' evidente ci sia qualcosa sotto. Andrebbe evitato di fare shopping nei negozi in cui non è esposto chiaramente sul cartellino il prezzo iniziale, la percentuale di sconto applicata e prezzo finale.

E a questo proposito come non ricordare un vecchio trucchetto che ritorna puntualmente all'inizio dei saldi: lo sconto inesistente. Si gonfia il prezzo originario e lo si sconta in modo da far credere all'incauto compratore di aver usufruito di una forte promozione anche se così non è. Un giro di ricognizione prima dell'inizio dei saldi, per vedere che prezzi vengono praticati dagli altri esercenti, anche in questo caso, potrebbe bastare a difenderci. Attenzione però perché il "riprezzamento" dei capi da parte dei commercianti è contro la legge.

I saldi veri sono quelli applicati sui capi della stagione in chiusura. Tra i rischi principali che si corrono nello shopping in saldo troviamo quello di acquistare merce non troppo nuova per non dire "riesumata". Meglio stare attenti ai grandi sconti superiori al 40% perché spesso nascondono merce ritirata fuori dai magazzini. Anche in questo caso la parola d'ordine è "ricognizione".

Giungiamo così a parlare di una pungente questione, il cambio della merce. Mentre il cambio di un capo solitamente è a discrezione del commerciante e in questo caso dovrebbe essere concordato con quest'ultimo, nel caso di prodotti difettosi invece il cambio è un diritto del consumatore, sempre però dietro esibizione dello scontrino d'acquisto (unica prova di acquisto del quale sarebbe bene fare una copia per evitare spiacevoli imprevisti) ed entro due mesi dalla scoperta del difetto. Lo stesso è previsto anche nel caso di prodotto non conforme come un maglione venduto come di pura lana che invece è di misto lana. Diffidate quindi da chi vi dice che i capi in saldo non possono essere sostituiti o cambiati: non è così.

E' indispensabile sapere che in caso di comportamenti scorretti lesivi al consumatore è sempre possibile rivolgersi alle autorità competenti che in questo caso sono rappresentate dalla Polizia municipale e, nel caso di reati fiscali, dalla Guardia di Finanza. Occhio!
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