La città
Saldi estivi: «sono cominciati ma nessuno ne se è accorto»
Critica l'associazione di commercianti Unimpresa Bat. «Prima domenica di saldi negozi chiusi nella sesta provincia»
BAT - martedì 10 luglio 2012
Sono partiti male, secondo Unimpresa Bat, i saldi estivi 2012, al punto che molte vetrine non sono neanche state ancora allestite con i soliti immancabili adesivi che annunciano sconti stratosferici e senza precedenti.
«I consumatori - spiega Unimpresa - hanno capito da subito che non era il caso di restare in città desertificate, come abbiamo verificato essere quella della provincia di Barletta-Andria-Trani e altri centri urbani delle altre città limitrofe, quindi hanno preferito il mare rinviando la "curiosata" a chissà quando perché anche la prima fatidica domenica dei saldi, quella tanto attesa dagli ipermercati per fare il pieno (lo stanno facendo sempre a discapito dei piccoli negozi in coma), è andata buca, al punto che in tutta la Provincia abbiamo registrato, anche quest'anno, la chiusura pressoché generalizzata dei piccoli negozi, tranne che per qualche cittadina marinara dove per consuetudine e mancanza di alternativa, i negozi restano aperti senza neanche incassare un sesto dei costi di gestione dell'apertura straordinaria, qualora in regola con assunzione di dipendenti e con il pagamento degli straordinari.
Una situazione che non è solo contingente e strutturale ma anche difficilmente risollevabile poiché anche le Amministrazioni Comunali, in generale, si dimostrano completamente insensibili rispetto ai problemi economici che le piccole imprese stanno vivendo né sembrano minimamente preoccuparsi dell'aumento vertiginoso del rischio di ricorso al prestito ad usura non per comprarsi la barca, come qualche stolto sindacalista disse alcuni mesi fa in televisione privata ma per pagare le tasse incassate dai comuni sull'orlo del dissesto finanziario piuttosto che dall'Erario che continua a "pretendere" dimenticando che se da un giorno all'altro dovessero chiudere anche solo un milione delle oltre 7 milioni e mezzo di partite iva, cancellandosi dagli Elenchi Inps, sarebbe il fallimento immediato dell'Italia e non la salverebbe neanche una "manovra" del miglior Schumacher visto che non potrebbero pagarsi più le pensioni».
«I consumatori - spiega Unimpresa - hanno capito da subito che non era il caso di restare in città desertificate, come abbiamo verificato essere quella della provincia di Barletta-Andria-Trani e altri centri urbani delle altre città limitrofe, quindi hanno preferito il mare rinviando la "curiosata" a chissà quando perché anche la prima fatidica domenica dei saldi, quella tanto attesa dagli ipermercati per fare il pieno (lo stanno facendo sempre a discapito dei piccoli negozi in coma), è andata buca, al punto che in tutta la Provincia abbiamo registrato, anche quest'anno, la chiusura pressoché generalizzata dei piccoli negozi, tranne che per qualche cittadina marinara dove per consuetudine e mancanza di alternativa, i negozi restano aperti senza neanche incassare un sesto dei costi di gestione dell'apertura straordinaria, qualora in regola con assunzione di dipendenti e con il pagamento degli straordinari.
Una situazione che non è solo contingente e strutturale ma anche difficilmente risollevabile poiché anche le Amministrazioni Comunali, in generale, si dimostrano completamente insensibili rispetto ai problemi economici che le piccole imprese stanno vivendo né sembrano minimamente preoccuparsi dell'aumento vertiginoso del rischio di ricorso al prestito ad usura non per comprarsi la barca, come qualche stolto sindacalista disse alcuni mesi fa in televisione privata ma per pagare le tasse incassate dai comuni sull'orlo del dissesto finanziario piuttosto che dall'Erario che continua a "pretendere" dimenticando che se da un giorno all'altro dovessero chiudere anche solo un milione delle oltre 7 milioni e mezzo di partite iva, cancellandosi dagli Elenchi Inps, sarebbe il fallimento immediato dell'Italia e non la salverebbe neanche una "manovra" del miglior Schumacher visto che non potrebbero pagarsi più le pensioni».