Politica
Rocco Dileo: «In Puglia 15 anni fa era tutto da costruire, oggi siamo una regione strategica»
Il candidato al Consiglio regionale nella lista "Emiliano sindaco di Puglia": «Non posso immaginare che il futuro della Puglia sia un tuffo nel passato»
Barletta - sabato 12 settembre 2020
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Le motivazioni della sua candidatura, i progetti per il futuro della Puglia e la necessità di non tornare indietro. Rocco Dileo, consigliere comunale di Barletta, è oggi candidato al Consiglio regionale pugliese al fianco dell'uscente governatore Michele Emiliano nella lista "Emiliano sindaco di Puglia".
È una riflessione che più volte ho fatto con il sindaco Cannito perché sburocratizzare non significa solo intervenire in senso legislativo, ma anche essere pienamente coinvolti in Regione. O meglio, per essere più precisi, fare in modo che sia la Regione ad arrivare nei nostri territori.
Un esempio su tutti sono alcuni progetti chiave per il rilancio turistico della città di Barletta e della Bat. Penso alla Disfida o all'impatto che avrà su tutto il territorio il sorgere della Cittadella della Musica Concentrazionaria. Affinché questi progetti siano adeguatamente seguiti e affinché evolvano nella direzione di una progressiva internazionalizzazione dei nostri territori è necessario tessere un rapporto costante e produttivo con la Regione.
E poi è necessario riaprire un dibattito sui temi della sanità e dell'agricoltura. Bisogna farlo però coinvolgendo tutte le parti interessate. Ho sempre interloquito con gli agricoltori dei nostri Comuni e credo che sia fondamentale per il settore la costituzione di Organizzazioni di Produttori (OP) che operino all'interno della filiera, garantendo risorse economiche e una solidarietà aziendale utili non solo a promuovere il prodotto e ad offrire formazione e sicurezza per tutti i soci, ma anche a condividere macchinari, mezzi e strutture indispensabili all'attività.
In queste settimane sto avendo la fortuna di conoscere molte storie, ma anche molte persone cambiate dalla pandemia. La Regione Puglia deve rilanciare in modo strutturale le politiche del lavoro: innanzitutto bisogna investire sui lavoratori e poi si deve tornare a finanziare la ricerca per generare opportunità ai figli a cui la nostra terra ha dovuto troppo spesso rinunciare.
Le persone e le periferie devono essere più che mai al centro della prossima legislatura. Bisogna mettere in campo incentivi e sostegni per affiancare non solo luoghi di aggregazione sociale, ma anche quelle realtà associative che garantiscono presidi di legalità sul territorio, nonché quelle vicine alle famiglie alle prese con persone diversamente abili che in Puglia richiedono maggior supporto anche in termini di assistenza domiciliare.
Ultima, ma non per importanza la riorganizzazione della sanità che dovrà puntare sull'assistenza territoriale per intercettare a monte le esigenze di cura, alleggerendo ospedali e strutture di pronto soccorso. Ma la sanità necessita anche di strutture pubbliche che possano offrire servizi e percorsi riabilitativi per persone che spesso sono costrette a non curarsi non potendo permettersi di rivolgersi al privato. Le politiche sociali, in ogni loro accezione, non possono gravare solo sul volontariato: il pubblico deve tornare ad occuparsi di ogni cittadino per non lasciare nessuno indietro.
Sono temi a cui tengo particolarmente perché direttamente o indirettamente li ho vissuti. Sono ancora così innamorato della politica, quella fatta per strada, quella che parla alla gente, quella che propone soluzioni e non che genera conflitti, che non posso immaginare che il futuro della Puglia debba essere un tuffo nel passato remoto. Qui 15 anni fa era tutto da costruire, oggi invece siamo una regione strategica che merita di ultimare quel percorso di crescita avviato con Vendola e portato avanti da Michele Emiliano. Lo dobbiamo al nostro passato, ai nostri figli, alla Puglia».
«La mia candidatura al Consiglio regionale pugliese nella lista "Emiliano sindaco di Puglia" nasce da una semplice constatazione. È necessaria una maggiore correlazione tra l'attività dei singoli territori e quella della Regione. Solo un dialogo diretto tra i due Enti consente di velocizzare e rendere operativi progetti e idee che invece, troppo spesso, si perdono nei meandri della burocrazia.È una riflessione che più volte ho fatto con il sindaco Cannito perché sburocratizzare non significa solo intervenire in senso legislativo, ma anche essere pienamente coinvolti in Regione. O meglio, per essere più precisi, fare in modo che sia la Regione ad arrivare nei nostri territori.
Un esempio su tutti sono alcuni progetti chiave per il rilancio turistico della città di Barletta e della Bat. Penso alla Disfida o all'impatto che avrà su tutto il territorio il sorgere della Cittadella della Musica Concentrazionaria. Affinché questi progetti siano adeguatamente seguiti e affinché evolvano nella direzione di una progressiva internazionalizzazione dei nostri territori è necessario tessere un rapporto costante e produttivo con la Regione.
E poi è necessario riaprire un dibattito sui temi della sanità e dell'agricoltura. Bisogna farlo però coinvolgendo tutte le parti interessate. Ho sempre interloquito con gli agricoltori dei nostri Comuni e credo che sia fondamentale per il settore la costituzione di Organizzazioni di Produttori (OP) che operino all'interno della filiera, garantendo risorse economiche e una solidarietà aziendale utili non solo a promuovere il prodotto e ad offrire formazione e sicurezza per tutti i soci, ma anche a condividere macchinari, mezzi e strutture indispensabili all'attività.
In queste settimane sto avendo la fortuna di conoscere molte storie, ma anche molte persone cambiate dalla pandemia. La Regione Puglia deve rilanciare in modo strutturale le politiche del lavoro: innanzitutto bisogna investire sui lavoratori e poi si deve tornare a finanziare la ricerca per generare opportunità ai figli a cui la nostra terra ha dovuto troppo spesso rinunciare.
Le persone e le periferie devono essere più che mai al centro della prossima legislatura. Bisogna mettere in campo incentivi e sostegni per affiancare non solo luoghi di aggregazione sociale, ma anche quelle realtà associative che garantiscono presidi di legalità sul territorio, nonché quelle vicine alle famiglie alle prese con persone diversamente abili che in Puglia richiedono maggior supporto anche in termini di assistenza domiciliare.
Ultima, ma non per importanza la riorganizzazione della sanità che dovrà puntare sull'assistenza territoriale per intercettare a monte le esigenze di cura, alleggerendo ospedali e strutture di pronto soccorso. Ma la sanità necessita anche di strutture pubbliche che possano offrire servizi e percorsi riabilitativi per persone che spesso sono costrette a non curarsi non potendo permettersi di rivolgersi al privato. Le politiche sociali, in ogni loro accezione, non possono gravare solo sul volontariato: il pubblico deve tornare ad occuparsi di ogni cittadino per non lasciare nessuno indietro.
Sono temi a cui tengo particolarmente perché direttamente o indirettamente li ho vissuti. Sono ancora così innamorato della politica, quella fatta per strada, quella che parla alla gente, quella che propone soluzioni e non che genera conflitti, che non posso immaginare che il futuro della Puglia debba essere un tuffo nel passato remoto. Qui 15 anni fa era tutto da costruire, oggi invece siamo una regione strategica che merita di ultimare quel percorso di crescita avviato con Vendola e portato avanti da Michele Emiliano. Lo dobbiamo al nostro passato, ai nostri figli, alla Puglia».