Servizi sociali
"Ripristinare la cultura del diritto": il diktat di Antonio Divincenzo
L'Assessore Comunale alle Politiche Sociali ai nostri microfoni. Si è parlato della protesta messa in atto dagli abitanti delle case nella zona dell'ex distilleria
Barletta - venerdì 26 agosto 2011
10.38
Prosegue l'onda lunga della protesta che nella mattinata di mercoledì 24 agosto ha bloccato Corso Vittorio Emanuele e le vie limitrofe. La manifestazione era stata portata avanti per circa 4 ore dagli abitanti delle case popolari destinate agli anziani nell'area dell'ex distilleria: i manifestanti reclamavano dinanzi a Palazzo di Città l'ottenimento dell'allacciamento di luce, corrente e riscaldamento presso gli appartamenti nei quali dimorano, appartamenti sottoposti a notifica di sfratto da oltre un anno e mezzo. Nella giornata di ieri ai nostri microfoni è intervenuto l' Assessore comunale alle Politiche Sociali, Sport e Pubblica Istruzione, Antonio Divincenzo, che ha spiegato la posizione del suo Assessorato e del Comune di Barletta, chiamati in causa da coloro i quali hanno allestito la protesta di mercoledì:
Assessore Divincenzo, come replicate alla protesta di ieri (mercoledì per chi legge, ndr)?
«Bisogna ricordare che queste persone hanno occupato in maniera abusiva delle case popolari che invece, secondo la stipula fatta con la Regione Puglia, vanno assegnate a delle persone anziane che reclamano la realizzazione di una graduatoria per l'assegnazione. Siccome la situazione intorno agli edifici è ancora precaria, abbiamo tollerato questa situazione, fermo restando che il Comune deve fare solidarietà e non carità».
Allora qual è precisamente la situazione di queste famiglie?
«Le persone che ieri erano a protestare prima di occupare e dopo aver occupato quelle abitazioni avevano una casa. Nel corso del tempo c'è stato chi è stato seguito dai Servizi Sociali mentre altri hanno ricevuto un trattamento P.I.S (Piano di Intervento Speciale): ci sono ad esempio ragazze-madri "recidive" (con più figli, ndr) e persone con problemi con la giustizia. Noi come Comune li abbiamo sempre aiutati in via amichevole, non in via di diritto, in quanto agendo in via di diritto saremmo correi di un abuso.
Cosa reclamavano ieri i manifestanti?
«Si erano già presentati a noi un mese e mezzo fa, quando il cantiere che doveva rifare la piazza aveva terminato l'opera: doveva perciò staccare la corrente per non sopportare più costi aziendali che non gli spettavano. Queste persone si erano però attaccate abusivamente al contatore del cantiere: avevano così trovato un accordo, secondo il quale pagavano la bolletta, sebbene non tutti rispettassero l'accordo. Di contro, il gestore del cantiere è stato sempre rispettoso delle esigenze degli occupanti: in "premio" un giorno si è trovato 50 metri quadri di pavimentazione divelti perché non aveva smesso i lavori. Il problema di queste persone è che spesso non vogliono un lavoro, vogliono solo soldi e contributi. Inoltre non tutte le persone che ieri erano ai piedi di Palazzo di Città abitano lì, semplicemente vengono a fare confusione perché nel problema è coinvolto magari un parente. Inoltre ci sono anche persone che hanno un reddito, quindi non avrebbero nemmeno diritto al trattamento P.I.S. Ci sono situazioni di indigenza molto più gravi alle quali andiamo incontro, e non si permettono di manifestare con arroganza e sopraffazione».
Cosa è cambiato da un mese e mezzo a questa parte, quindi?
«Un mese e mezzo fa il cantiere doveva smontare, per fortuna c'è stata tolleranza verso i bisogni di queste persone. Però dopo le minacce perpetrate ai responsabili del cantiere, questi hanno deciso l'altro ieri (martedì 23 agosto, ndr) di staccare il contatore, come potevano fare a norma di legge. Quindi gli occupanti si sono recati in Comune richiedendo, anzi pretendendo una stabilizzazione dell'erogazione di acqua, luce e riscaldamento a carico del Comune. Questo ha mandato in collera il Sindaco: di concerto con la Questura abbiamo così deciso di non sopportare più e interrompere il tutto. Noi vogliamo difendere il principio di legalità e rispetto. Loro non vogliono il diritto, vogliono quello che dicono loro».
Durante la protesta ho sentito una signora appartenente alla fazione dei manifestanti che lamentava disparità di trattamento addirittura tra gli extracomunitari e la loro condizione, reclamando maggiori diritti. Cosa risponde?
«Rispondo che nessuno ha avuto una casa, tantomeno l'ha richiesta perché mancano le case sia dell'IACP tanto le cosiddette case-parcheggio: noi abbiamo comunque intrapreso un percorso che a febbraio ci ha portato a individuare 300 appartamenti popolari destinati al Protocollo d'Intesa con lo IACP, di cui 24 in un terreno da individuarei: il 29 agosto partirà l percorso burocratico per sbloccare il tutto. Questi sono elementi di vanto per l'amministrazione. Dove altro in Puglia, con i tagli in atto e la crisi incombente, abbiamo tanti appartamenti a destinazione popolare? Noi non abbiamo eliminato alcun contributo, certo abbiamo fatto dei tagli, sapendo che andiamo di fronte a una spesa di 18 milioni di euro per l'elettrodotto, ad altre spese per tutte le opere in atto, come l'urbanizzazione della zona 167, come il sottovia di via Callano e tante altre. Siamo sensibili anche alle esigenze dei manifestanti, ma bisogna riconoscere come abbiamo intrapreso un percorso di sblocco delle case popolari. Loro non vogliono i soldi, vogliono dei diritti che in realtà non hanno».
Quali sono gli accordi tra le parti alla luce dell'incontro di ieri?
«Ci rivedremo per discuterne: noi possiamo intervenire, come sempre fatto, in via amichevole, Gli occupanti potrebbero chiedere, come già avvenuto precedentemente, un aiuto al cantiere vicino, oppure i manifestanti potrebbero munirsi di un generatore visto che sostengono delle bollette, come loro dicono, di 1000-1200 euro a bimestre; tutto ciò fermo restando che la situazione è pur sempre temporanea perchè prima o poi provvederemo allo sgombero del'edificio. Fondamentalmente noi non possiamo dare alcuna risposta, dobbiamo rispettare i tempi della burocrazia».
E' possibile quantificare questi tempi?
«Dopo l'individuazione dei terreni, bisogna far partire la gara d'appalto, poi procedere alla costruzione, riaprire la graduatoria o completarne una vecchia. Stiamo inoltre cercando di elaborare soluzioni efficaci al fine di combattere di concerto con lo IACP il fenomeno dell'occupazione abusiva dell'alloggio popolare eventualmente liberato, una problematica presente in tutti i comuni della Puglia, Barletta inclusa. Ripeto, tutti i nostri interventi sono volti al ripristino del diritto e della legalità, di contro all'arroganza e alla sopraffazione. Ciò che ieri è invece mancato: puntualizzo perciò che la colpa della situazione di ieri non è assolutamente dei Servizi Sociali. Se reclamare l'intervento dei Servizi Sociali significa accampare diritti che non si hanno allora l'errore è alla base».
La manifestazione di ieri ha arrecato diversi problemi alla viabilità del centro di Barletta per l'intera mattinata, situazione poco tollerabile: se dovesse ripetersi una manifestazione di tale genere, le Forze dell'Ordine potrebbero intervenire con maggior vigore?
«Chiaramente in questi casi si fanno delle valutazioni: analizzando una casistica di fenomeni di tal guisa, si preferisce far "sfogare" prima i manifestanti. Il problema nasce nel momento in cui qualche manifestante colpisce qualche automobilista o qualche automobilista reagisce. Comunque di fatto sta che le Forze dell'Ordine agiscono sempre nel tentativo di mantenere una soglia elevata di ordine pubblico cercando di intervenire il meno possibile con la forza».
In merito all'intervista qui riportata l'Assessore Comunale alle Politiche Sociali, dott. Antonio Divincenzo, ha tenuto a inviarci alcune precisazioni a fini di rettifica, che riportiamo nello spazio sottostante:
Con l'intento di agevolare il prezioso compito dei mezzi di comunicazione e nell'ottica di fornire una chiara informazione al cittadino, l'Assessore Antonio Divincenzo intende precisare che:
•Il Settore Servizi Sociali ha avviato nel corso del tempo più di un'iniziativa in favore delle famiglie che hanno protestato nella mattinata di mercoledì 24. In particolare, il servizio sociale professionale ha preso in carico il singolo utente o l'intero nucleo familiare predisponendo numerosi interventi: inserimento in servizi comunali (tra cui asilo nido, centro giovanile, ludoteca, sostegno scolastico); concessione di contributi straordinari per far fronte al disagio sociale (per sfratto esecutivo, spese mediche...); per alcuni, inoltre, concessi i contributi al canone di locazione. I nuclei con bambini da 0 a 36 mesi percepiranno, a breve, l'assegno di prima dote; le famiglie monogenitoriali, in particolari condizioni socio-economiche, ricevono un assegno bimestrale per consentire loro di accudire alle esigenze primarie dei figli; i nuclei con almeno tre figli minori hanno percepito un assegno annuale, oltre alle borse di studio per gli studenti ed altre misure sociali che, insieme, danno l'idea di un sistema integrato di risposte duraturo nel tempo e non improvvisato.
•Il Settore ha sempre agito nel rispetto della normativa e dei dettami del Piano regionale per le politiche sociali che ha ormai abbandonato l'ottica dell'emergenza e si muove sui binari dell'offerta di servizi qualificati e di misure di sostegno e assistenza che possano essere duraturi e incisivi, di concerto con altri enti, ASL, Tribunale, Forze dell'ordine, istituzioni scolastiche.
•Il complesso sistema messo a punto con il varo del nuovo Piano Sociale di Zona di Barletta per il prossimo triennio ha consentito di ascoltare le esigenze dei cittadini, traducendole in servizi e interventi. Proprio in seguito a tali tavoli di concertazione con la cittadinanza e i tecnici si è rafforzata l'esigenza di garantire un futuro più sereno a giovani coppie e anziani e, a tal proposito, secondo gli accordi presi con la Regione Puglia, i locali ubicati nella ex distilleria, occupati abusivamente, sono stati destinati a queste categorie. Pertanto, alla luce dei recenti fatti di cronaca, si profila una sorta di "guerra tra poveri" che non giova a nessuno.
Di qui l'invito rivolto a queste famiglie perché usino gli strumenti democratici della partecipazione e del confronto costruttivo per manifestare le proprie esigenze. Come ribadito nel corso dell'intervista questa Amministrazione ha già posto in essere una serie di misure concrete per la costruzione e destinazione di alloggi popolari, tutto nell'ottica della legalità e della massima trasparenza.
Assessore Divincenzo, come replicate alla protesta di ieri (mercoledì per chi legge, ndr)?
«Bisogna ricordare che queste persone hanno occupato in maniera abusiva delle case popolari che invece, secondo la stipula fatta con la Regione Puglia, vanno assegnate a delle persone anziane che reclamano la realizzazione di una graduatoria per l'assegnazione. Siccome la situazione intorno agli edifici è ancora precaria, abbiamo tollerato questa situazione, fermo restando che il Comune deve fare solidarietà e non carità».
Allora qual è precisamente la situazione di queste famiglie?
«Le persone che ieri erano a protestare prima di occupare e dopo aver occupato quelle abitazioni avevano una casa. Nel corso del tempo c'è stato chi è stato seguito dai Servizi Sociali mentre altri hanno ricevuto un trattamento P.I.S (Piano di Intervento Speciale): ci sono ad esempio ragazze-madri "recidive" (con più figli, ndr) e persone con problemi con la giustizia. Noi come Comune li abbiamo sempre aiutati in via amichevole, non in via di diritto, in quanto agendo in via di diritto saremmo correi di un abuso.
Cosa reclamavano ieri i manifestanti?
«Si erano già presentati a noi un mese e mezzo fa, quando il cantiere che doveva rifare la piazza aveva terminato l'opera: doveva perciò staccare la corrente per non sopportare più costi aziendali che non gli spettavano. Queste persone si erano però attaccate abusivamente al contatore del cantiere: avevano così trovato un accordo, secondo il quale pagavano la bolletta, sebbene non tutti rispettassero l'accordo. Di contro, il gestore del cantiere è stato sempre rispettoso delle esigenze degli occupanti: in "premio" un giorno si è trovato 50 metri quadri di pavimentazione divelti perché non aveva smesso i lavori. Il problema di queste persone è che spesso non vogliono un lavoro, vogliono solo soldi e contributi. Inoltre non tutte le persone che ieri erano ai piedi di Palazzo di Città abitano lì, semplicemente vengono a fare confusione perché nel problema è coinvolto magari un parente. Inoltre ci sono anche persone che hanno un reddito, quindi non avrebbero nemmeno diritto al trattamento P.I.S. Ci sono situazioni di indigenza molto più gravi alle quali andiamo incontro, e non si permettono di manifestare con arroganza e sopraffazione».
Cosa è cambiato da un mese e mezzo a questa parte, quindi?
«Un mese e mezzo fa il cantiere doveva smontare, per fortuna c'è stata tolleranza verso i bisogni di queste persone. Però dopo le minacce perpetrate ai responsabili del cantiere, questi hanno deciso l'altro ieri (martedì 23 agosto, ndr) di staccare il contatore, come potevano fare a norma di legge. Quindi gli occupanti si sono recati in Comune richiedendo, anzi pretendendo una stabilizzazione dell'erogazione di acqua, luce e riscaldamento a carico del Comune. Questo ha mandato in collera il Sindaco: di concerto con la Questura abbiamo così deciso di non sopportare più e interrompere il tutto. Noi vogliamo difendere il principio di legalità e rispetto. Loro non vogliono il diritto, vogliono quello che dicono loro».
Durante la protesta ho sentito una signora appartenente alla fazione dei manifestanti che lamentava disparità di trattamento addirittura tra gli extracomunitari e la loro condizione, reclamando maggiori diritti. Cosa risponde?
«Rispondo che nessuno ha avuto una casa, tantomeno l'ha richiesta perché mancano le case sia dell'IACP tanto le cosiddette case-parcheggio: noi abbiamo comunque intrapreso un percorso che a febbraio ci ha portato a individuare 300 appartamenti popolari destinati al Protocollo d'Intesa con lo IACP, di cui 24 in un terreno da individuarei: il 29 agosto partirà l percorso burocratico per sbloccare il tutto. Questi sono elementi di vanto per l'amministrazione. Dove altro in Puglia, con i tagli in atto e la crisi incombente, abbiamo tanti appartamenti a destinazione popolare? Noi non abbiamo eliminato alcun contributo, certo abbiamo fatto dei tagli, sapendo che andiamo di fronte a una spesa di 18 milioni di euro per l'elettrodotto, ad altre spese per tutte le opere in atto, come l'urbanizzazione della zona 167, come il sottovia di via Callano e tante altre. Siamo sensibili anche alle esigenze dei manifestanti, ma bisogna riconoscere come abbiamo intrapreso un percorso di sblocco delle case popolari. Loro non vogliono i soldi, vogliono dei diritti che in realtà non hanno».
Quali sono gli accordi tra le parti alla luce dell'incontro di ieri?
«Ci rivedremo per discuterne: noi possiamo intervenire, come sempre fatto, in via amichevole, Gli occupanti potrebbero chiedere, come già avvenuto precedentemente, un aiuto al cantiere vicino, oppure i manifestanti potrebbero munirsi di un generatore visto che sostengono delle bollette, come loro dicono, di 1000-1200 euro a bimestre; tutto ciò fermo restando che la situazione è pur sempre temporanea perchè prima o poi provvederemo allo sgombero del'edificio. Fondamentalmente noi non possiamo dare alcuna risposta, dobbiamo rispettare i tempi della burocrazia».
E' possibile quantificare questi tempi?
«Dopo l'individuazione dei terreni, bisogna far partire la gara d'appalto, poi procedere alla costruzione, riaprire la graduatoria o completarne una vecchia. Stiamo inoltre cercando di elaborare soluzioni efficaci al fine di combattere di concerto con lo IACP il fenomeno dell'occupazione abusiva dell'alloggio popolare eventualmente liberato, una problematica presente in tutti i comuni della Puglia, Barletta inclusa. Ripeto, tutti i nostri interventi sono volti al ripristino del diritto e della legalità, di contro all'arroganza e alla sopraffazione. Ciò che ieri è invece mancato: puntualizzo perciò che la colpa della situazione di ieri non è assolutamente dei Servizi Sociali. Se reclamare l'intervento dei Servizi Sociali significa accampare diritti che non si hanno allora l'errore è alla base».
La manifestazione di ieri ha arrecato diversi problemi alla viabilità del centro di Barletta per l'intera mattinata, situazione poco tollerabile: se dovesse ripetersi una manifestazione di tale genere, le Forze dell'Ordine potrebbero intervenire con maggior vigore?
«Chiaramente in questi casi si fanno delle valutazioni: analizzando una casistica di fenomeni di tal guisa, si preferisce far "sfogare" prima i manifestanti. Il problema nasce nel momento in cui qualche manifestante colpisce qualche automobilista o qualche automobilista reagisce. Comunque di fatto sta che le Forze dell'Ordine agiscono sempre nel tentativo di mantenere una soglia elevata di ordine pubblico cercando di intervenire il meno possibile con la forza».
In merito all'intervista qui riportata l'Assessore Comunale alle Politiche Sociali, dott. Antonio Divincenzo, ha tenuto a inviarci alcune precisazioni a fini di rettifica, che riportiamo nello spazio sottostante:
Con l'intento di agevolare il prezioso compito dei mezzi di comunicazione e nell'ottica di fornire una chiara informazione al cittadino, l'Assessore Antonio Divincenzo intende precisare che:
•Il Settore Servizi Sociali ha avviato nel corso del tempo più di un'iniziativa in favore delle famiglie che hanno protestato nella mattinata di mercoledì 24. In particolare, il servizio sociale professionale ha preso in carico il singolo utente o l'intero nucleo familiare predisponendo numerosi interventi: inserimento in servizi comunali (tra cui asilo nido, centro giovanile, ludoteca, sostegno scolastico); concessione di contributi straordinari per far fronte al disagio sociale (per sfratto esecutivo, spese mediche...); per alcuni, inoltre, concessi i contributi al canone di locazione. I nuclei con bambini da 0 a 36 mesi percepiranno, a breve, l'assegno di prima dote; le famiglie monogenitoriali, in particolari condizioni socio-economiche, ricevono un assegno bimestrale per consentire loro di accudire alle esigenze primarie dei figli; i nuclei con almeno tre figli minori hanno percepito un assegno annuale, oltre alle borse di studio per gli studenti ed altre misure sociali che, insieme, danno l'idea di un sistema integrato di risposte duraturo nel tempo e non improvvisato.
•Il Settore ha sempre agito nel rispetto della normativa e dei dettami del Piano regionale per le politiche sociali che ha ormai abbandonato l'ottica dell'emergenza e si muove sui binari dell'offerta di servizi qualificati e di misure di sostegno e assistenza che possano essere duraturi e incisivi, di concerto con altri enti, ASL, Tribunale, Forze dell'ordine, istituzioni scolastiche.
•Il complesso sistema messo a punto con il varo del nuovo Piano Sociale di Zona di Barletta per il prossimo triennio ha consentito di ascoltare le esigenze dei cittadini, traducendole in servizi e interventi. Proprio in seguito a tali tavoli di concertazione con la cittadinanza e i tecnici si è rafforzata l'esigenza di garantire un futuro più sereno a giovani coppie e anziani e, a tal proposito, secondo gli accordi presi con la Regione Puglia, i locali ubicati nella ex distilleria, occupati abusivamente, sono stati destinati a queste categorie. Pertanto, alla luce dei recenti fatti di cronaca, si profila una sorta di "guerra tra poveri" che non giova a nessuno.
Di qui l'invito rivolto a queste famiglie perché usino gli strumenti democratici della partecipazione e del confronto costruttivo per manifestare le proprie esigenze. Come ribadito nel corso dell'intervista questa Amministrazione ha già posto in essere una serie di misure concrete per la costruzione e destinazione di alloggi popolari, tutto nell'ottica della legalità e della massima trasparenza.