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Riordino province, la parola torna al consiglio regionale

Nella seduta del 22 ottobre, sarà il primo punto all’odg. La conferenza dei capigruppo ribalta la decisione di VII commissione e giunta regionale

Il riordino delle province, alla fine, sarà oggetto di discussione del consiglio regionale. A deciderlo è stata la conferenza dei capigruppo, che ha accolto le richieste formulate dall'assessore regionale al Bilancio Michele Pelillo (che è anche consigliere), nel corso della seduta del consiglio regionale di martedì scorso. Pelillo, definendo quella in corso una riforma «pasticciata ed approssimativa», ha affermato: «Non possiamo delegare al Governo nazionale scelte che potrebbero alimentare i disequilibri che già ci sono, considerato il baricentrismo e l'asse privilegiato Bari-Lecce esistenti». Una posizione a cui si è in parte opposto il consigliere regionale Rocco Palese: «Non possiamo renderci complici del pasticcio che si configurerà, a cui si accompagnerà un inevitabile contenzioso e un dispendio di risorse finanziarie. La Giunta regionale non si è assunta alcuna responsabilità in merito, figuriamoci se se la può assumere il Consiglio regionale»

Il tema del riordino delle province pugliesi sarà quindi trattato, come primo punto all'ordine del giorno, nella seduta del consiglio regionale di lunedì 22 Ottobre, alle ore 10.30. Al centro della discussione ci sarà il documento dell'assessora agli Enti Locali, Marida Dentamaro, avente ad oggetto "Riordino delle Province di cui all'art. 17, comma 3, del d.l. 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135", già presentato alla giunta regionale, e da ultimo, alla VII commissione Affari istituzionali. Era stata proprio la commissione in questione, così come aveva già deciso la giunta, ad aver fatto valere la volontà di mandare tutta la documentazione (relativa al riordino delle province pugliesi) al governo, attraverso il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna. Sembrava così che le istituzioni pugliesi avessero definitivamente deciso di non decidere sulla questione, lasciando a Roma l'intero compito di trovare una soluzione. E invece è arrivata la decisione della conferenza dei capigruppo, che ha riportato la discussione in consiglio regionale.

«Evidentemente le nostre lamentale - ha affermato il presidente della Bat Francesco Ventola - unitamente a quelli di alcuni Consiglieri regionali appartenenti al nostro territorio, hanno fatto breccia nel Governo della Regione Puglia, che, a quanto pare, sul riordino delle Province e sulla scelta di "non decidere" (rispedendo così la "patata bollente" al Governo) ha fatto dietrofront in queste ore. Perlomeno - ha aggiunto Ventola - il prossimo 22 ottobre il Consiglio regionale affronterà di petto la questione: siamo curiosi di sapere quale idea emergerà dall'assemblea e soprattutto se al termine della stessa verrà o meno formulata una proposta concreta da avanzare sul tavolo nazionale». «Una questione così delicata non poteva vedere la Regione Puglia, madre dei territori che rischiano di essere sviliti e cancellati dal punto di vista identitario e sociale, assumere un comportamento silente o di semplice passacarte - così il consigliere regionale del Pd Ruggiero Mennea, che è vicepresidente della VII commissione - Il consiglio regionale dovrà prendere atto delle volontà dei territori, penalizzati da una legge "tecnica" nazionale che parla di risparmio della spesa pubblica ma ha l'effetto di soffocare definitivamente il diritto all'autodeterminazione delle comunità. Un diritto che la Bat ha conquistato dopo oltre un secolo di rivendicazioni».

La discussione che avverrà lunedì in consiglio regionale sarà un momento importante, forse decisivo, anche perché mercoledì 24 Ottobre scadrà il termine ultimo di presentazione delle proposte di riordino delle province al governo, da parte delle regioni. Staremo a vedere quale sarà l'evoluzione finale di questo complesso iter istituzionale, e se, come la commissione Affari Istituzionali ha espressamente detto di temere, ci sarà o meno battaglia in consiglio regionale.
Dentamaro: «La Giunta auspica una decisione unanime del Consiglio»

«Sul riordino delle province la Giunta non ha inteso sostituirsi al Consiglio regionale. Per Statuto e in base a fondamentali principi di democrazia, il riordino dei livelli di governo delle comunità locali non appartiene alla Giunta, né può costituire oggetto di pregiudiziali espressioni di maggioranza - ha affermato l'assessora regionale agli Enti Locali Marida Dentamaro - Il Governo regionale seguirà con attenzione e rispetto il dibattito in Consiglio. La Giunta auspica che l'esito del dibattito in Consiglio regionale costituisca espressione di un pronunciamento unanime o, quantomeno, a larga maggioranza, senza steccati e artificiose divisioni preventive».
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