Nicola Maffei antico
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Politica

Rigorosamente estivi i Bilanci dell’Amministrazione Maffei

Continuano le buone pratiche al Comune di Barletta. Per il terzo anno consecutivo il Bilancio di Previsione (?) approvato in piena estate

Attraverso l'analisi delle "politiche di bilancio" adottate dai Comuni è possibile cogliere parecchi spunti che aiutano a comprendere la qualità dell'azione amministrativa al fine di valutarne l'efficacia in termini di corretta programmazione e di corretto utilizzo delle risorse nella fase di attuazione dei progetti. Un'attività stimolante ma difficoltosa in ragione della diffusa "schizofrenia amministrativa" che caratterizza gran parte degli Enti Locali (Regionali, Provinciali e Comunali) tanto da rendere persino improprio l'utilizzo del termine "politiche di bilancio".

Sotto questo aspetto è obiettivamente difficile qualificare positivamente l'attività posta in essere dal Comune di Barletta che si mostra a più riprese farraginosa, incongruente e contraddittoria. E' ciò che traspare dalla rilettura di numerose criticità diventate oramai sistemiche:

I tempi assurdi di approvazione dei Bilanci di Previsione: quello del 2012 sarà il terzo bilancio consecutivo approvato in piena estate, con l'esercizio finanziario impegnato in "dodicesimi" per oltre la metà dell'anno. Vale la pena di ricordare che il Bilancio 2010 fu approvato in agosto e quello del 2011 in luglio; del Bilancio 2012 non è dato di sapere nulla, e comunque considerando i tempi tecnici nella più ottimistica delle ipotesi, come già detto, non potrà essere approvato prima della fine di luglio.

La schizofrenia della fiscalità locale, in particolare l'addizionale irpef: dopo anni di grande attenzione per la fiscalità locale fu adottata per la prima volta nel nostro Comune con il Bilancio del 2008, per foraggiare inutili micro-progetti di spesa nobilitati dal titolo "pacchetto anticrisi"; l'addizionale fu poi soppressa con il Bilancio 2010 e nuovamente introdotta con il Bilancio 2011.

Il tendenziale aumento della spesa corrente a fronte della ridotta capacità di spesa per investimenti: nel corso degli ultimi anni è cresciuta la spesa corrente mentre vi è stata una marcata contrazione della spesa per investimenti. Questa tendenza dimostra una forte "vocazione" verso la "spesa facile e improduttiva" funzionale alle logiche del consenso e del clientelismo, mentre si è fortemente ridotta la capacità di migliorare e far crescere la "spesa produttiva", quella spesa che consente di realizzare beni pubblici durevoli e infrastrutture utili alla Città. Sarebbe interessante poter proporre un'analisi più puntuale, purtroppo raccogliere i dati non è semplice anche a causa dell'assoluta insufficienza di informazioni fornite dal sito-web del Comune limitate ai Bilanci di Previsione fino al 2008; dei Bilanci Consuntivi peraltro non vi è alcuna traccia, con buona pace per la fumosa trasparenza amministrativa.

La mancanza di una strategia appropriata per la gestione del patrimonio immobiliare: per ragioni meramente contabili ogni anno viene inserita tra le "potenziali" entrate del bilancio la vendita di alcuni immobili comunali. Si tratta in effetti di un artificio contabile per il bilanciamento della spesa che a guardar bene dovrebbe sensibilizzare ulteriormente l'Amministrazione nel definire una specifica "politica per la gestione dell'intero patrimonio immobiliare", ad oggi visto come un peso e non invece come opportunità. Gli effetti di tale "immobilismo tattico" sono facilmente intuibili: mancate entrate, pesanti costi di manutenzione e messa in sicurezza, esigui fitti attivi di entità risibile a fronte di numerosi fitti passivi per locazioni da terzi.

Il Bilancio Sociale: solo una finzione, un'operazione molto virtuale e per niente virtuosa. Nel 2008, anno della "grazia", solo convegni e comunicati stampa per annunciare la "lieta novella" del Bilancio Sociale. In concreto solo l'ennesimo incarico esterno costato alcune decine di migliaia di euro affidato al Prof. Mazzara dell'Università di Forlì, quale "supervisore scientifico per la predisposizione del Bilancio Sociale". Un percorso che sarebbe dovuto approdare al Bilancio Partecipato e al Bilancio Ambientale, ad oggi "non pervenuti".

Un insieme di pesanti problematiche di cui la politica dovrebbe discutere assumendole come prioritarie rispetto ai numerosissimi "micro-problemi", pur importanti, che riguardano la qualità della spesa, le prassi gestionali adottate e i numerosissimi atti amministrativi spesso ai limiti della legittimità, spesso oggetto di denuncia. Non meno rilevanti infine appaiono certe incongruenti scelte organizzative che attualmente vedono, per stare in tema, un Ingegnere ( Dirigente delle Manutenzioni) a capo della Settore Bilancio e Programmazione.

Del tutto assenti i tanto propagandati "processi partecipativi" benché iscritti nei "testi sacri" degli Indirizzi Politico-Programmatici e nello Statuto Comunale. In realtà modesti e fumosi tentativi posti in essere sporadicamente per esigenze di facciata. Le irrisolte criticità sistemiche, l'inesistente funzione di elaborazione da parte dei Partiti unite alle pesanti condizioni economiche e sociali, dovrebbero invece indurre l'Amministrazione Comunale a strutturare e rafforzare idonee forme di partecipazione della cittadinanza definendo chiaramente e credibilmente procedure e tempi certi.

Niente di tutto ciò se non le solite manfrine organizzate da chi, ad iniziare dal PD, sembra di ricordarsi solo ora dei problemi della Città provando a chiamare a raccolta i cittadini. Evidentemente qualcuno pensa che i barlettani siano delle marionette o, ancor peggio, si illude che abbiano già dimenticato le offese ricevute in questi lunghi mesi di "guerriglia istituzionale" consumati inutilmente, nel chiuso del Palazzo, per miseri giochetti di potere e di poltrone. Troppo il tempo dedicato ai "banchetti", ben poco quello destinato all'interesse collettivo. Chiamare a raccolta i cittadini, a giugno inoltrato, per simulare confronti pubblici su Bilancio, Sviluppo, Tasse, ecc., sfoggiando colorati e giganteschi manifesti dalla grafica ammiccante, dà ancor più l'idea della solita ipocrita e tardiva "liturgia politica", per pochi intimi, alla quale nessuno è più disposto a credere.
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