Politica
Rifiuti Zero a Barletta, (piccoli) passi avanti in commissione
In arrivo 831mila euro per la raccolta differenziata porta a porta
Barletta - martedì 15 ottobre 2013
La strategia "Rifiuti Zero" è entrata a Palazzo di Città, tramite la commissione ambiente riunitasi ieri pomeriggio alla presenza dei rappresentanti locali delle organizzazioni ambientaliste cittadine, Sabrina Salerno e Alessandro Zagaria, già promotori della campagna di sensibilizzazione per approfondire la conoscenza dei cittadini sulla strategia "Rifiuti Zero" tramite un coordinamento già presente sul territorio cittadino da due anni. I componenti della commissione, Rosa Cascella, Giuseppe Losappio, Maria Campese e Flavio Basile (assente il consigliere Carmela Peschechera), hanno discusso delle possibilità e dei punti previsti dalla strategia, che procede dal riciclaggio fino al compostaggio e alla raccolta porta a porta, e che è già stata adottata da oltre 200 comuni in tutta Italia. Esempio virtuoso è Capannori, pioniere della strategia e primo comune in Italia ad aver sposato questo progetto, attuato pienamente in 5 anni.
Trampolino di lancio per avviare appieno la strategia è la raccolta differenziata porta a porta, della quale ha parlato l'assessore all'ambiente Irene Pisicchio, presente in commissione: «In settimana si firmerà il disciplinare con i finanziamenti concessi dalla Regione Puglia, pari a 831mila euro, per la raccolta differenziata. […] Le linee guide che vengono dalla Regione sono già concretizzate ad Andria, e vanno poi personalizzate su Barletta, ma le direttive sono comuni, sono quelle già fissate dalla Regione. Mi auguro comunque entro Natale di avere l'approvazione definitiva e di poter avviare il progetto tramite la comunicazione ai cittadini e il supporto delle associazioni. […] L'operatività effettiva sarà verso marzo-aprile: non è possibile procedere prima di questa data perché dal punto di vista logistico occorre distribuire i contenitori per la raccolta, e dal punto di vista informativo occorre informare bene tutti i cittadini sulle procedure corrette. La città comunque partirà tutta insieme nella raccolta porta a porta, senza differenziazioni».
La consigliere Maria Campese è intervenuta riproponendo l'esempio di Capannori: «Andrebbero riprese le loro attività, come la convenzione con tutti gli esercizi commerciali, cominciando dai grandi distributori, per far posizionare i dispenser per i detersivi alla spina, per esempio, facendo risparmiare ai clienti il costo dei contenitori di plastica. […] A prescindere dai tempi di attuazione della raccolta differenziata, ci sono attività che possiamo iniziare velocemente come Comune per ridurre il subito il numero di rifiuti. […] Per quanto riguarda poi la raccolta dell'umido, è paradossale il differenziale di prezzi tra il riciclo e la fine in discarica: una tonnellata di umido ci costa 92 euro per destinarlo al compostaggio, ma solo 40 per gettarlo in discarica».
A margine dell'incontro, Alessandro Zagaria ha proposto: «Si potrebbe pensare ad una riduzione della Tares, tramutandola da tassa in tariffa, a seconda di quanti rifiuti si mandano in discarica, proponendo la riduzione ai bar che si forniscono di dispenser, alle mense scolastiche, anche tramite ordinanze comunali. Non ci si deve fermare al porta a porta, bisogna attivare tutti i punti della strategia "Rifiuti Zero"».
Ampliando la discussione, il consigliere di opposizione Giuseppe Losappio, col sostegno di Flavio Basile, ha puntato l'attenzione sulla sensibilizzazione: «Dal punto di vista del senso civico siamo azzerati. Dobbiamo ricostruire il nostro senso civico e recuperare l'interesse dei cittadini. Su questa base possiamo progettare quello che vogliamo, altrimenti restano solo chiacchiere. Bisogna stimolare il cittadino, anche in maniera creativa, per renderlo partecipe».
Attenzione è stata dedicata anche alla situazione della Bar.S.A. che – nelle parole del consigliere Campese - «costa un terzo del bilancio comunale, e vive una situazione ibrida, non è né municipalizzata né privata. Sabrina Salerno ha citato il recente bando di idee indetto dalla società, che dovrebbe destinare fino a 50mila euro per una campagna di comunicazione: «Perché non usare quelle risorse per incentivare il volontariato? Che risultato si otterrebbe da 50mila euro diviso 3 euro a famiglia affinché facciano volontariato attivo?». Per risolvere la situazione rifiuti a Barletta, sicuramente la riorganizzazione della Bar.S.A. sarà un punto operativo da affrontare. Anche l'assessore Pisicchio lo ha ricordato: «Il cassonetto è una miniera d'oro, è stato detto, perchè il rifiuto è un patrimonio, un bene del Comune, che può muovere l'economia a beneficio della città, se si riescono a incorporare i guadagni nel bilancio del Comune».
Ci si scontra con gli inconvenienti economici, le tasse sempre più salate, le multe, le lunghe burocrazie. Ma i costi ambientali non hanno prezzo. La riunione si è conclusa con un nulla di fatto per la proposta di un consiglio comunale monotematico sui "Rifiuti Zero", che probabilmente non riceverebbe la giusta attenzione e dignità in un periodo politicamente febbricitante come quello attuale.
Trampolino di lancio per avviare appieno la strategia è la raccolta differenziata porta a porta, della quale ha parlato l'assessore all'ambiente Irene Pisicchio, presente in commissione: «In settimana si firmerà il disciplinare con i finanziamenti concessi dalla Regione Puglia, pari a 831mila euro, per la raccolta differenziata. […] Le linee guide che vengono dalla Regione sono già concretizzate ad Andria, e vanno poi personalizzate su Barletta, ma le direttive sono comuni, sono quelle già fissate dalla Regione. Mi auguro comunque entro Natale di avere l'approvazione definitiva e di poter avviare il progetto tramite la comunicazione ai cittadini e il supporto delle associazioni. […] L'operatività effettiva sarà verso marzo-aprile: non è possibile procedere prima di questa data perché dal punto di vista logistico occorre distribuire i contenitori per la raccolta, e dal punto di vista informativo occorre informare bene tutti i cittadini sulle procedure corrette. La città comunque partirà tutta insieme nella raccolta porta a porta, senza differenziazioni».
La consigliere Maria Campese è intervenuta riproponendo l'esempio di Capannori: «Andrebbero riprese le loro attività, come la convenzione con tutti gli esercizi commerciali, cominciando dai grandi distributori, per far posizionare i dispenser per i detersivi alla spina, per esempio, facendo risparmiare ai clienti il costo dei contenitori di plastica. […] A prescindere dai tempi di attuazione della raccolta differenziata, ci sono attività che possiamo iniziare velocemente come Comune per ridurre il subito il numero di rifiuti. […] Per quanto riguarda poi la raccolta dell'umido, è paradossale il differenziale di prezzi tra il riciclo e la fine in discarica: una tonnellata di umido ci costa 92 euro per destinarlo al compostaggio, ma solo 40 per gettarlo in discarica».
A margine dell'incontro, Alessandro Zagaria ha proposto: «Si potrebbe pensare ad una riduzione della Tares, tramutandola da tassa in tariffa, a seconda di quanti rifiuti si mandano in discarica, proponendo la riduzione ai bar che si forniscono di dispenser, alle mense scolastiche, anche tramite ordinanze comunali. Non ci si deve fermare al porta a porta, bisogna attivare tutti i punti della strategia "Rifiuti Zero"».
Ampliando la discussione, il consigliere di opposizione Giuseppe Losappio, col sostegno di Flavio Basile, ha puntato l'attenzione sulla sensibilizzazione: «Dal punto di vista del senso civico siamo azzerati. Dobbiamo ricostruire il nostro senso civico e recuperare l'interesse dei cittadini. Su questa base possiamo progettare quello che vogliamo, altrimenti restano solo chiacchiere. Bisogna stimolare il cittadino, anche in maniera creativa, per renderlo partecipe».
Attenzione è stata dedicata anche alla situazione della Bar.S.A. che – nelle parole del consigliere Campese - «costa un terzo del bilancio comunale, e vive una situazione ibrida, non è né municipalizzata né privata. Sabrina Salerno ha citato il recente bando di idee indetto dalla società, che dovrebbe destinare fino a 50mila euro per una campagna di comunicazione: «Perché non usare quelle risorse per incentivare il volontariato? Che risultato si otterrebbe da 50mila euro diviso 3 euro a famiglia affinché facciano volontariato attivo?». Per risolvere la situazione rifiuti a Barletta, sicuramente la riorganizzazione della Bar.S.A. sarà un punto operativo da affrontare. Anche l'assessore Pisicchio lo ha ricordato: «Il cassonetto è una miniera d'oro, è stato detto, perchè il rifiuto è un patrimonio, un bene del Comune, che può muovere l'economia a beneficio della città, se si riescono a incorporare i guadagni nel bilancio del Comune».
Ci si scontra con gli inconvenienti economici, le tasse sempre più salate, le multe, le lunghe burocrazie. Ma i costi ambientali non hanno prezzo. La riunione si è conclusa con un nulla di fatto per la proposta di un consiglio comunale monotematico sui "Rifiuti Zero", che probabilmente non riceverebbe la giusta attenzione e dignità in un periodo politicamente febbricitante come quello attuale.