Eventi
Renato Russo stupisce ed affascina raccontandoci Niccolò Fraggianni
Presentato alla sala rossa il libello “Niccolò Fraggianni. Un precursore dell’Illuminismo napoletano”, edizioni Rotas. L'eminente magistrato ha lasciato elevatissime conquiste civili
Barletta - venerdì 4 marzo 2011
21.12
Trasmettere alle nuove generazioni e all'intera comunità cittadina la profondità di pensiero, l'opera e l'alto profilo morale e istituzionale di Niccolò Fraggianni. Queste sono le linee guida che hanno spinto Renato Russo, editore, saggista, storico, a scrivere l'interessante e accurato libello "Niccolò Fraggianni. Un precursore dell'Illuminismo napoletano", edito da Rotas. Il saggio è stato presentato ieri nella sempre magica cornice della Sala Rossa del Castello Svevo di Barletta alla presenza, tra i relatori, di Corrado Allegretta, presidente del TAR Puglia nonché autore della prefazione del libro; del sindaco Nicola Maffei; dei dirigenti scolastici Alfredo Basile, attuale preside del 3° Circolo Didattico "N. Fraggianni" di Barletta, e Francesco Caldarola, ex preside dello stesso istituto, la cui tenace azione ha condotto le autorità politiche e scolastiche locali e regionali a intitolare all'illustre magistrato barlettano la scuola sita in via Vitrani.
La vita e l'opera di Niccolò Fraggianni (1686-1763) si colloca in quel tumultuoso e prolifico periodo storico di passaggio tra l'Antico Regime e le conquiste filosofiche, giuridiche e civili dell'Illuminismo nella Napoli del Settecento. Alto funzionario della Corte del Regno di Napoli, eminente magistrato, il Fraggianni ha lasciato ai posteri elevatissime conquiste civili nel campo giuridico. Convinto assertore della separazione dei poteri e dell'indipendenza del governo statale rispetto all'autorità ecclesiastica – il cui magistero relegava strettamente al campo dello spirito e della cura d'anime –, il Fraggianni impedì con le sue storiche sentenze la reintroduzione della Santa Inquisizione nel Regno di Napoli, dando in tal modo corposità giuridica alle nuove idee provenienti dall'attiva fucina dell'Illuminismo Napoletano. Ma il suo infaticabile lavoro ebbe anche conseguenze più dirette per il territorio che gli diede i natali: come non ricordare la sentenza che ridusse notevolmente le imposte gabellari per il passo di Canne, che tanti malumori e rivolte generavano nella popolazione.
Il bel libro di Renato Russo, inframmezzato da una cospicua documentazione iconografica «che fa rivivere il tempo» in cui il Fraggianni ha vissuto e operato, è secondo le parole del Russo, preludio a una futura pubblicazione destinata agli studenti. L'editore ha gentilmente concesso a Barlettalife l'intervista che riportiamo di seguito.
Quali motivazioni l'hanno spinta a scrivere questo libro sul Marchese Fraggianni?
L'interesse per questo personaggio è nato quando il dirigente della scuola "III Circolo via Vitrani", Francesco Caldarola, mi ha invitato a tenere una conferenza, in occasione della cerimonia per la intitolazione della scuola. In seguito ho approfondito le ricerche sulla sua vita e ho scoperto che Niccolò Fraggianni non era un giudice qualsiasi, ma uno dei più autorevoli magistrati napoletani del suo tempo, e che le sue sentenze facevano scuola non solo a Napoli, ma in Italia e in mezza Europa.
In tempi di attacchi alla Magistratura, Lei ritiene importante riscoprire la figura del Fraggianni?
Io non metterei la sua figura in relazione agli attacchi che oggi si muovono alla Magistratura, ma lo indicherei come esempio di magistrato autonomo rispetto alle pressioni esterne e di raro equilibro nell'espletamento del suo ufficio magistratuale. Quello che colpisce nel Fraggianni è anche la sua vastissima competenza giuridico-filosofica; egli infatti, che conosceva e parlava correttamente il francese e il tedesco, si teneva informato sull'evoluzione del pensiero filosofico europeo che di lì a qualche anno avrebbe portato alla Rivoluzione Francese.
Una domanda politicamente scomoda: secondo Lei c'è qualche figura nell'attuale panorama politico, istituzionale e culturale della città di Barletta che rispecchi la figura illuminata del Marchese Fraggianni?
Come si fa a rispondere a una domanda del genere? È sempre difficile esprimere giudizi su persone viventi, e poi in un campo così controverso come quello politico e culturale della città. Ci sono stati però nel più recente passato personaggi che nel campo della cultura giuridico-istituzionale hanno lasciato un'orma indelebile, come gli avvocati Palmitessa, Tupputi, Capacchione, Croce, e mi scuso se ho commesso qualche omissione.
La vita e l'opera di Niccolò Fraggianni (1686-1763) si colloca in quel tumultuoso e prolifico periodo storico di passaggio tra l'Antico Regime e le conquiste filosofiche, giuridiche e civili dell'Illuminismo nella Napoli del Settecento. Alto funzionario della Corte del Regno di Napoli, eminente magistrato, il Fraggianni ha lasciato ai posteri elevatissime conquiste civili nel campo giuridico. Convinto assertore della separazione dei poteri e dell'indipendenza del governo statale rispetto all'autorità ecclesiastica – il cui magistero relegava strettamente al campo dello spirito e della cura d'anime –, il Fraggianni impedì con le sue storiche sentenze la reintroduzione della Santa Inquisizione nel Regno di Napoli, dando in tal modo corposità giuridica alle nuove idee provenienti dall'attiva fucina dell'Illuminismo Napoletano. Ma il suo infaticabile lavoro ebbe anche conseguenze più dirette per il territorio che gli diede i natali: come non ricordare la sentenza che ridusse notevolmente le imposte gabellari per il passo di Canne, che tanti malumori e rivolte generavano nella popolazione.
Il bel libro di Renato Russo, inframmezzato da una cospicua documentazione iconografica «che fa rivivere il tempo» in cui il Fraggianni ha vissuto e operato, è secondo le parole del Russo, preludio a una futura pubblicazione destinata agli studenti. L'editore ha gentilmente concesso a Barlettalife l'intervista che riportiamo di seguito.
Quali motivazioni l'hanno spinta a scrivere questo libro sul Marchese Fraggianni?
L'interesse per questo personaggio è nato quando il dirigente della scuola "III Circolo via Vitrani", Francesco Caldarola, mi ha invitato a tenere una conferenza, in occasione della cerimonia per la intitolazione della scuola. In seguito ho approfondito le ricerche sulla sua vita e ho scoperto che Niccolò Fraggianni non era un giudice qualsiasi, ma uno dei più autorevoli magistrati napoletani del suo tempo, e che le sue sentenze facevano scuola non solo a Napoli, ma in Italia e in mezza Europa.
In tempi di attacchi alla Magistratura, Lei ritiene importante riscoprire la figura del Fraggianni?
Io non metterei la sua figura in relazione agli attacchi che oggi si muovono alla Magistratura, ma lo indicherei come esempio di magistrato autonomo rispetto alle pressioni esterne e di raro equilibro nell'espletamento del suo ufficio magistratuale. Quello che colpisce nel Fraggianni è anche la sua vastissima competenza giuridico-filosofica; egli infatti, che conosceva e parlava correttamente il francese e il tedesco, si teneva informato sull'evoluzione del pensiero filosofico europeo che di lì a qualche anno avrebbe portato alla Rivoluzione Francese.
Una domanda politicamente scomoda: secondo Lei c'è qualche figura nell'attuale panorama politico, istituzionale e culturale della città di Barletta che rispecchi la figura illuminata del Marchese Fraggianni?
Come si fa a rispondere a una domanda del genere? È sempre difficile esprimere giudizi su persone viventi, e poi in un campo così controverso come quello politico e culturale della città. Ci sono stati però nel più recente passato personaggi che nel campo della cultura giuridico-istituzionale hanno lasciato un'orma indelebile, come gli avvocati Palmitessa, Tupputi, Capacchione, Croce, e mi scuso se ho commesso qualche omissione.