Religioni
Religiosi o credenti? La denuncia di Gesù, il rischio della fede, il modello del discepolo
La Chiesa povera spiegata da don Vito Carpentiere
Barletta - domenica 8 novembre 2015
Dal Vangelo secondo Marco: "In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere»".
Siamo verso la fine dell'anno liturgico e prima di addentrarci nel discorso escatologico di Gesù presente anche nel Vangelo di Marco, fermiamo oggi la nostra attenzione su un personaggio che, pur nell'anonimato, diventa per noi modello del vero discepolo di Cristo. Anche la prima lettura di oggi ferma la sua attenzione su una vedova. Lo stato di vedovanza nell'antichità era suscettibile di grandissime difficoltà legate al fatto che la donna rimasta senza marito era di fatto senza alcun mezzo di sostentamento e sovente si riduceva in miseria se non si dava alla prostituzione. Il brano dell'antico testamento sottolinea la fiducia di quella donna nelle parole del profeta Elia. La pagina del Vangelo odierno si apre con un forte ammonimento di Gesù nei confronti degli scribi, una categoria di persone religiose che sovente mostrava atteggiamenti superbi e anche approfittava delle situazioni e persone già di per sé in difficoltà. La superbia, il mettersi in mostra, l'attaccamento ai primi posti, il furto e anche una preghiera ostentata fanno esprimere a Gesù un giudizio severissimo su di loro. Ma il rischio lo corriamo anche noi tutte le volte che ci mettiamo in bella mostra, anziché condividere quel che abbiamo traiamo profitto dagli altri e viviamo la preghiera "per farci vedere". E il rischio di una vita religiosa ma non di fede. È il rischio che corriamo quando siamo esperti di teologia ma poco o per nulla esperti in umanità. Gesù non aveva alcun titolo accademico ma conosce l'uomo nelle sue intenzioni più nascoste e recondite. Proprio per questo fa in un luogo molto particolare del tempio, di dove si deponevano le offerte. Tutti notavano la quantità di denaro che le persone ricche versavano nel tesoro del Tempio. Solo Gesù non sta a guardare la quantità ma la modalità dell'offerta. Nella logica di Dio non conta la quantità ma la qualità. È per questo motivo nota una semplice donna, povera vedova, che nel Tesoro depone due monete nessun valore ma che costituivano "tutta la sua vita". E siccome "Dio Ama chi dona con gioia", Gesù esalta la figura di questa donna anonima che addita come figura del discepolo fedele che ripone nel Signore ogni sua speranza. E questo diventa un nobilissimo insegnamento per quanti tra noi si ritengono credenti ma sono poco avvezzi a condividere. Per quanti tra noi credono di sapere tante cose sulla fede ma poi non sono capaci di alcun gesto di privazione perché chi è in seria difficoltà possa beneficiare della nostra abbondanza. Questa donna, infine, può essere il prototipo della Chiesa povera! Quanto ne abbiamo bisogno!
Buona domenica a tutti.
[don Vito]
Siamo verso la fine dell'anno liturgico e prima di addentrarci nel discorso escatologico di Gesù presente anche nel Vangelo di Marco, fermiamo oggi la nostra attenzione su un personaggio che, pur nell'anonimato, diventa per noi modello del vero discepolo di Cristo. Anche la prima lettura di oggi ferma la sua attenzione su una vedova. Lo stato di vedovanza nell'antichità era suscettibile di grandissime difficoltà legate al fatto che la donna rimasta senza marito era di fatto senza alcun mezzo di sostentamento e sovente si riduceva in miseria se non si dava alla prostituzione. Il brano dell'antico testamento sottolinea la fiducia di quella donna nelle parole del profeta Elia. La pagina del Vangelo odierno si apre con un forte ammonimento di Gesù nei confronti degli scribi, una categoria di persone religiose che sovente mostrava atteggiamenti superbi e anche approfittava delle situazioni e persone già di per sé in difficoltà. La superbia, il mettersi in mostra, l'attaccamento ai primi posti, il furto e anche una preghiera ostentata fanno esprimere a Gesù un giudizio severissimo su di loro. Ma il rischio lo corriamo anche noi tutte le volte che ci mettiamo in bella mostra, anziché condividere quel che abbiamo traiamo profitto dagli altri e viviamo la preghiera "per farci vedere". E il rischio di una vita religiosa ma non di fede. È il rischio che corriamo quando siamo esperti di teologia ma poco o per nulla esperti in umanità. Gesù non aveva alcun titolo accademico ma conosce l'uomo nelle sue intenzioni più nascoste e recondite. Proprio per questo fa in un luogo molto particolare del tempio, di dove si deponevano le offerte. Tutti notavano la quantità di denaro che le persone ricche versavano nel tesoro del Tempio. Solo Gesù non sta a guardare la quantità ma la modalità dell'offerta. Nella logica di Dio non conta la quantità ma la qualità. È per questo motivo nota una semplice donna, povera vedova, che nel Tesoro depone due monete nessun valore ma che costituivano "tutta la sua vita". E siccome "Dio Ama chi dona con gioia", Gesù esalta la figura di questa donna anonima che addita come figura del discepolo fedele che ripone nel Signore ogni sua speranza. E questo diventa un nobilissimo insegnamento per quanti tra noi si ritengono credenti ma sono poco avvezzi a condividere. Per quanti tra noi credono di sapere tante cose sulla fede ma poi non sono capaci di alcun gesto di privazione perché chi è in seria difficoltà possa beneficiare della nostra abbondanza. Questa donna, infine, può essere il prototipo della Chiesa povera! Quanto ne abbiamo bisogno!
Buona domenica a tutti.
[don Vito]