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Referendum sulle trivelle, la Diocesi: «Difendiamo il nostro mare»

Un pensiero di Don Matteo Martire, direttore dell'Ufficio diocesano Problemi sociali

Ci avviciniamo alla data del 17 aprile 2016, giorno in cui i cittadini sono chiamati ad esprimere la propria opinione sulle trivellazioni tramite un referendum. Diversi sono i punti di vista sulla questione, dal mondo sociale e politico, ma qual è il pensiero del mondo religioso? Ecco una nota dell'Ufficio diocesano Problemi sociali e del lavoro, giustizia e pace, salvaguardia del creato, firmata da Don Matteo Martire, direttore del medesimo, quale contributo di riflessione in ordine al referendum.

DIFENDIAMO IL NOSTRO MARE

Se noi ci accostiamo alla natura e all'ambiente
senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia,
se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza
nella nostra relazione con il mondo,
i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore
o del mero sfruttatore delle risorse naturali,
incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati.

papa Francesco, Laudato Sì

«Sempre più alta è la preoccupazione per la salute dell'ambiente e cresce la tensione verso una cura del creato più autentica. In tal senso, papa Francesco, come un padre, ci sollecita a una ecologia integrale che si sposi con uno stile di vita, individuale e collettivo, sobrio e con uno sviluppo sostenibile, non più dipendente necessariamente dal petrolio e dai combustibili fossili. Oggi siamo alla vigilia di un importante appuntamento elettorale che ci chiama in causa tutti, in quanto cristiani e in quanto cittadini consapevoli e attenti alla difesa del bene comune. Il 17 aprile siamo chiamati ad esprimerci in difesa del mare e della sua incolumità. Siamo invitati a votare al referendum, proposto da nove regioni (Basilicata, Puglia, Molise, Veneto, Campania, Calabria, Liguria, Sardegna e Marche) e dai comitati No Triv. È un referendum abrogativo di una legge sulle trivellazioni petrolifere, in cui si chiede se desideriamo consentire o meno all'utilizzo degli impianti esistenti, entro la fascia costiera di 12 miglia, anche oltre la scadenza delle concessioni già in atto e in caso di nuovi possibili giacimenti di petrolio o metano.

"Desideriamo che la ricerca di petrolio si effettui nel mar Adriatico e nel mar Jonio, con trivellazioni in mare entro le 12 miglia e se necessario opere sulla costa?": la domanda referendaria pone questioni importanti:
  • in merito alla tutela del territorio: potrebbero esserci sversamenti di petrolio in mare (con enormi danni alle spiagge e al turismo), rischi di movimenti tellurici (legati soprattutto all'estrazione di gas) e alterazione della fauna marina per l'uso dei bombardamenti con l'aria compressa;
  • in merito alla salute delle nostre terre: le risorse naturali vanno rispettate: la salubrità del mare, dell'aria e delle condizioni ambientali delle coste interessate sono beni essenziali; che ne sarebbe della nostra pesca? e della fauna marina?;
  • in merito a uno sviluppo economico: perché non dirigersi verso risorse eco-compatibili e alternative come sole, vento e acqua? Perché non liberarci dalla dipendenza dal petrolio e combustibili fossili, così inquinanti e causa di guerre? Perché danneggiare il nostro turismo con un mare che da perla diverrebbe inquinato e non balneabile?;
  • in merito al valore della Vita: gli interessi economici sono subordinati al valore inviolabile della vita, della salute pubblica, della custodia dei beni naturali e della salubrità del territorio.

Siamo convinti che sia necessaria oggi una compatta partecipazione di base, così come è avvenuto in difesa dell'acqua bene comune. Le trivellazioni in mare costituiscono un pericolo per il nostro ambiente. Chiediamo uno sviluppo per la nostra Puglia, e per le altre regioni coinvolte, compatibile con la salvaguardia dell'ambiente, della bellezza naturale del paesaggio e della qualità della vita. Le trivellazioni avranno un impatto dannoso e incompatibile con il ritmo naturale delle comunità locali, con il turismo che auspichiamo, con la bellezza del nostro mare che tanto amiamo. Ci uniamo alla voce di altre Chiese locali, di movimenti, di associazioni, di uomini e donne di buona volontà che desiderano operare, in modo globale e sinergico, per un'ecologia integrale, perché "non ci sono due crisi separate, una ambientale e un'altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale" (papa Francesco).

Per difendere sora acqua, perché il bene comune sia veramente tale, di tutti e tutte, perché il creato sia fonte di stupore e gratitudine e non di interessi economici, perché la ricerca delle risorse si possa condurre in direzioni diverse, libere da combustibili fossili, perché la sfida ambientale che il nostro tempo vive sia presa sul serio da economisti come da politici, partecipiamo all'appuntamento referendario, consapevoli di dover esercitare un diritto e dovere democratico, con avvedutezza e lungimiranza. Chiediamo a tutti di informarsi sul quesito referendario e di recarsi alle urne il 17 aprile per votare SI al referendum (cioè all'abrogazione della legge esistente, ribadiamo che per esprimere il nostro NO ALLE TRIVELLAZIONI è necessario VOTARE SI). L'acqua, il creato, la bellezza senza prezzo del nostro mare, la salute della gente ce ne renderanno grazie».
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