Associazioni
Quello zero alla voce "valorizzazione del territorio" per la Festa della Musica 2021
Le domande dell'associazione ARCI Cafiero dopo dodici anni dall'evento
Barletta - sabato 10 luglio 2021
È di mercoledì 30 giugno la notizia della bocciatura dell'evento "La festa della musica 2021" dal cartellone barlettano, facendo nascere subito moltissime perplessità a riguardo. Era il 2009 quando l'ARCI Cafiero ha debuttato la prima volta con l'evento, un'associazione che nasce nel 1978 e che dopo moltissimi anni, tra disavventure e vittorie, continua a resistere.
Antonella Semeraro, videpresidentessa dell'associazione, è una tra le madri fondatrici dell'ARCI che si è occupata di rifondarlo e ripartire con diverse attività. La festa della musica è innanzitutto un evento internazionale che si tiene per accordo il 21 giugno di ogni anno, questa sarebbe stata la dodicesima edizione su iniziativa dell'ARCI Barletta. Nonostante non sia la prima volta che l'organizzazione dell'evento venga ostacolata da fondi mancanti, quest'anno i malumori e i dispiaceri si sono particolarmente accentuati.
«Perché per dodici anni sì e quest'anno no? Potrebbero centrare le posizioni prese contro le derive fasciste avvenute recentemente durante il consiglio comunale del 21 maggio 2021?» domanda che tutti i membri dell'associazione all'unisono continuano a chiedersi. «Potrebbero centrare le posizioni assunte contro l'amministrazione e a favore degli artisti del mondo dello spettacolo durante le zone rosse? O Il fatto di avere soci politicamente schierati?» Domande sorte naturalmente dopo aver dato come votazione zero alla voce valorizzazione del territorio.
«Questo significa che il nostro lavoro in dodici anni ha sempre valso zero?
Abbiamo sempre cercato di incentivare gli artisti barlettani, unendo alla musica tematiche sociali come le frontiere aperte o la cultura libera. Il tutto è frutto dell'operato dei volontari, che in quanto tali, lo fanno esclusivamente per il territorio e la sua valorizzazione. Quindi come è possibile avere zero proprio in quella voce?»
L'evento l'anno scorso si è tenuto al Castello di Barletta con ingresso completamente gratuito, frutto di un aiuto da parte dell'amministrazione e dei sovvenzionamenti privati quindi, «Cosa è andato storto oggi?»
«È difficile sapere che l'amministrazione non ti appoggia dopo 12 anni. Dopo tante amministrazioni che si sono susseguite, perché adesso credono che non valorizziamo il territorio? Credo che sapere che un evento sia stato continuativo per così tanti anni darebbe solo lustro alla città e all'evento stesso. L'amministrazione dovrebbe appoggiare le associazioni, fornirgli spazi, aiutarle negli affitti per esempio, perché nella grande maggior parte dei casi siamo totalmente autofinanziati. Cerchiamo anche di partecipare a iniziative culturali come Luigi ti amo progetto di educazione ambientale per i bambini nel territorio BAT.»
Un'iniziativa, quella della festa della musica, che a prescindere da qualsiasi credenza politica, cerca di sostenere gli artisti emergenti del territorio. Bloccarla significa non permettere ai talenti di sbocciare, di esibirsi e dare sfogo ad una passione o un lavoro. Una bocciatura che rischia di non valorizzare il territorio. Un'ingiustizia in primis per i ragazzi, per gli artisti che hanno ben pochi luoghi e iniziative in cui mostrarsi, e anche per l'associazione che si impegna nel rendere tutto ciò possibile.
Una vicenda in cui sarebbero mancati davvero pochi punti, quelli non dati alla valorizzazione del territorio per poter partecipare.
Antonella Semeraro, videpresidentessa dell'associazione, è una tra le madri fondatrici dell'ARCI che si è occupata di rifondarlo e ripartire con diverse attività. La festa della musica è innanzitutto un evento internazionale che si tiene per accordo il 21 giugno di ogni anno, questa sarebbe stata la dodicesima edizione su iniziativa dell'ARCI Barletta. Nonostante non sia la prima volta che l'organizzazione dell'evento venga ostacolata da fondi mancanti, quest'anno i malumori e i dispiaceri si sono particolarmente accentuati.
«Perché per dodici anni sì e quest'anno no? Potrebbero centrare le posizioni prese contro le derive fasciste avvenute recentemente durante il consiglio comunale del 21 maggio 2021?» domanda che tutti i membri dell'associazione all'unisono continuano a chiedersi. «Potrebbero centrare le posizioni assunte contro l'amministrazione e a favore degli artisti del mondo dello spettacolo durante le zone rosse? O Il fatto di avere soci politicamente schierati?» Domande sorte naturalmente dopo aver dato come votazione zero alla voce valorizzazione del territorio.
«Questo significa che il nostro lavoro in dodici anni ha sempre valso zero?
Abbiamo sempre cercato di incentivare gli artisti barlettani, unendo alla musica tematiche sociali come le frontiere aperte o la cultura libera. Il tutto è frutto dell'operato dei volontari, che in quanto tali, lo fanno esclusivamente per il territorio e la sua valorizzazione. Quindi come è possibile avere zero proprio in quella voce?»
L'evento l'anno scorso si è tenuto al Castello di Barletta con ingresso completamente gratuito, frutto di un aiuto da parte dell'amministrazione e dei sovvenzionamenti privati quindi, «Cosa è andato storto oggi?»
«È difficile sapere che l'amministrazione non ti appoggia dopo 12 anni. Dopo tante amministrazioni che si sono susseguite, perché adesso credono che non valorizziamo il territorio? Credo che sapere che un evento sia stato continuativo per così tanti anni darebbe solo lustro alla città e all'evento stesso. L'amministrazione dovrebbe appoggiare le associazioni, fornirgli spazi, aiutarle negli affitti per esempio, perché nella grande maggior parte dei casi siamo totalmente autofinanziati. Cerchiamo anche di partecipare a iniziative culturali come Luigi ti amo progetto di educazione ambientale per i bambini nel territorio BAT.»
Un'iniziativa, quella della festa della musica, che a prescindere da qualsiasi credenza politica, cerca di sostenere gli artisti emergenti del territorio. Bloccarla significa non permettere ai talenti di sbocciare, di esibirsi e dare sfogo ad una passione o un lavoro. Una bocciatura che rischia di non valorizzare il territorio. Un'ingiustizia in primis per i ragazzi, per gli artisti che hanno ben pochi luoghi e iniziative in cui mostrarsi, e anche per l'associazione che si impegna nel rendere tutto ciò possibile.
Una vicenda in cui sarebbero mancati davvero pochi punti, quelli non dati alla valorizzazione del territorio per poter partecipare.