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Quella beatitudine che sgorga dalla consapevolezza di sentirsi amati

La festa di tutti i santi

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Perché celebrare in un sol giorno tutti i santi? Non basta che ognuno di essi ha già un giorno dedicato nel corso dell'anno? Che significa essere o diventare santi? Quest'anno la solennità di tutti i santi cade di domenica, giorno in cui celebriamo la Pasqua settimanale. Solo alla luce del mistero pasquale di Cristo noi possiamo comprendere la festività odierna. I santi sono coloro che nel percorso della loro vita si sono impegnati a seguire Cristo nelle più svariate condizioni di vita. Ma non sono solo quelli di ieri. Ci siamo anche noi, oggi, chiamati alla santità!

Di fronte alla fatica del momento presente c'è una brutta tentazione, quella di voler sempre e comunque quantificare. E le nostre analisi cadono facilmente nel pessimismo: i numeri sono sempre pochi e sempre in ribasso. Questa festa invece gioca al rialzo! Parla di moltitudini, che nessuno può contare, fa memoria del mistero pasquale vissuto da Gesù per molti, per tutti. Ci mostra, insomma, un criterio diverso dal nostro, in quanto ci svela il cuore di Dio che vuole la nostra felicità chiamandoci alla beatitudine del regno. Ma come è possibile questo? Grazie all'amore di Dio che è stato riversato in abbondanza su tutti noi. Pertanto il discorso della montagna, con la sua magna charta che sono le beatitudini, ci svela la novità non nel contenuto ma nella nuova visione in cui coloro che vivono situazioni non belle ai nostri occhi in realtà sono visti beati da Dio perché non potendosi aggrappare a certezze umane hanno posto in Dio ogni loro desiderio e anelito bene.

Si è chiamati beati perché poveri in spirito, ovvero umili, ovvero non autosufficienti e profondamente bisognosi di Dio e di una relazione personale con lui. E la carrellata continua per tutte quelle situazioni ritenute disagevoli agli occhi del mondo, ma da Dio ritenute occasione per rovesciare la logica del mondo che guarda alle cose solo in quanto capaci di dare un piacere immediatamente fruibile e non una gioia duratura. E allora non guardiamo oggi solo ai santi del cielo o degli altari, ma guardiamoci attorno per scorgere già attorno a noi fratelli e sorelle che, sentendosi amati, sono incamminati nella sequela dell'unico maestro.
Buona festa dei santi a tutti!

[don Vito]
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