Cronaca
«Quel lavoro era la loro vita», la regista Cristina Comencini a Barlettalife
Per l’anniversario del crollo, videomessaggio della Comencini per ricordare le cinque donne. L’importante mobilitazione del movimento “Se non ora quando?”
Barletta - giovedì 3 maggio 2012
Le donne lasciano un vuoto. Un vuoto che è affetto, che è preoccupazioni, che è premura, ma che è soprattutto sinonimo di famiglia. Nell'ulteriore anniversario del terribile crollo di via Roma, nell'ulteriore mese trascorso nel silenzio da quella tragedia, le parole della regista e scrittrice Cristina Comencini risuonano soprattutto come parole di donna e di madre.
In occasione della proiezione a Barletta di "Libere" per parlare di dignità e rispetto delle donne, secondo la vocazione più profonda del movimento "Se non ora quando?", nell'emblematica data del primo maggio, abbiamo voluto porgere il microfono alla Comencini, che con quel movimento già commemorò le cinque donne di Barletta a dicembre, nella grande manifestazione di Roma, facendo rivivere nelle parole di cinque attrici le vite e le abitudini di Tina, Matilde, Giovanna, Antonella e Maria. Il suo ricordo parla soprattutto di lavoro e di rispetto per quel lavoro che per le cinque donne di Barletta non era solo un mestiere, ma anche una vita. Non una vuota retorica della memoria, ma un vero messaggio ispirato al cambiamento.
Da una voce così femminile come quella della Comencini l'esortazione è proprio questa: cambiare. Solo così, solo se diventiamo capaci di non dimenticare le tragedie che costituiscono il nostro passato, faremo in modo che tali drammi non si ripetano più. Solo parlando e facendo "rete", denunciando e commentando, chi si sente debole diventerà forte, e la sua voce non sarà più un lieve bisbiglio nella tempesta. Solo ripetendo quei cinque nomi, ricorderemo che Barletta e le sue donne hanno sofferto. E in quel momento, in quella presa di coscienza, saremo in grado di decidere coscientemente che di tali tragedie possiamo farne a meno?
In occasione della proiezione a Barletta di "Libere" per parlare di dignità e rispetto delle donne, secondo la vocazione più profonda del movimento "Se non ora quando?", nell'emblematica data del primo maggio, abbiamo voluto porgere il microfono alla Comencini, che con quel movimento già commemorò le cinque donne di Barletta a dicembre, nella grande manifestazione di Roma, facendo rivivere nelle parole di cinque attrici le vite e le abitudini di Tina, Matilde, Giovanna, Antonella e Maria. Il suo ricordo parla soprattutto di lavoro e di rispetto per quel lavoro che per le cinque donne di Barletta non era solo un mestiere, ma anche una vita. Non una vuota retorica della memoria, ma un vero messaggio ispirato al cambiamento.
Da una voce così femminile come quella della Comencini l'esortazione è proprio questa: cambiare. Solo così, solo se diventiamo capaci di non dimenticare le tragedie che costituiscono il nostro passato, faremo in modo che tali drammi non si ripetano più. Solo parlando e facendo "rete", denunciando e commentando, chi si sente debole diventerà forte, e la sua voce non sarà più un lieve bisbiglio nella tempesta. Solo ripetendo quei cinque nomi, ricorderemo che Barletta e le sue donne hanno sofferto. E in quel momento, in quella presa di coscienza, saremo in grado di decidere coscientemente che di tali tragedie possiamo farne a meno?