Cronaca
Pusher on the phone, smantellata dalla Finanza una rete di spacciatori
Spacciavano ovunque, secondo un preciso metodo di comunicazione. Spaccio presso alcune scuole, verso minorenni. Colpita anche via Nazareth
Barletta - mercoledì 1 agosto 2012
10.51
Barlettalife segue in diretta la conferenza stampa organizzata questa mattina alle ore 10.45 dalla compagnia di Barletta delle Guardia di Finanza in merito allo smantellamento di una rete di spaccio di marijuana ed hashish, radicata sul territorio. Arrestate sette persone, implicate a vario titolo nell'attività criminosa che fruttava da sette ad ottomila euro mensili.
L'attività di spaccio era considerata florida ed era gestita da un pluripregiudicato di Barletta, Dibenedetto Carlo detto "u' barese", che nonostante fosse ai domiciliari riusciva a coordinare l'organizzazione. I pusher erano tutti di età compresa tra 20 e 30 anni ma si mostravano espertissimi. Utilizzavano un linguaggio in codice parlando di "scarpe per il mercato del sabato" per riferirsi alla marijuana da smerciare nel fine settimana. Zone di influenza erano la zona 167, alcuni conosciuti bar, via Cialdini, via Nazareth, i giardini antistanti il Castello Svevo ed altri noti centri di aggregazione giovanile. I luoghi non erano legati a particolari motivi ma seguivano delle direttive che gli spacciatori comunicavano via sms utilizzando un linguaggio criptato, per metafore o riferimenti al mondo giovanile, o chiamate, ed erano attivi anche su facebook con i loro nomi propri.
Interessati quasi tutte le aree ove sono localizzati i plessi scolastici ed istituti superiori di Barletta con una particolare attenzione per l'istituto Cassandro ove maggiormente sono state monitorate dagli operanti queste attività di spaccio. Non erano visibili alle uscite delle scuole uomini adulti che potevano incutere timore bensì i più giovani appartenenti all'organizzazione. Proprio da una segnalazione è partito il primo sequestro di 6 grammi di marijuana, avvenuto in maggio 2011, che ha poi attivato le indagini ora concluse con questi arresti.
Il leader dell'organizzazione, ai domiciliari, forniva informazione ai sottoposti direttamente dal balcone di casa sua, ove veniva raggiunto da altri componenti la banda. Ma l'organizzazione continuava ad essere amministrata, utilizzando varie possibilità tecnologiche; oltre al già citato facebook ove veniva usato un linguaggio per metafore per indicare i movimenti ["vendere scarpe al mercato del sabato" per indicare uno spaccio, "andare in vacanza e tornare il dato giorno" per avvisare di un approvigionamento di "merce" ed altri ndr], anche schede sim [le classiche schedine che gli operatori telefonici forniscono e che vengono inserite nei cellulari ndr] spesso intestate ad inconsapevoli possessori che altrettanto spesso venivano cambiate perchè percepite "pericolose", una di questa risultava nominalmente di una cittadina rumena, ignara di esserne titolare. Gli altri arrestati sono F. P. di anni 33, D. D. di anni 23, M. P. di anni 23, R. F. di anni 20, P. V. di anni 28 e N. M. di anni 35.
Nomi di fantasia che però rendevano riconoscibili i componenti della banda, in cui troviamo oltre al citato "u' barese" anche "acciaio", "frizione", "manzotin". Fantasia che oltre per i nomi e per l'elaboratissimo metodo, avrebbe potuto essere dirottata verso migliori attitudini.
L'attività di spaccio era considerata florida ed era gestita da un pluripregiudicato di Barletta, Dibenedetto Carlo detto "u' barese", che nonostante fosse ai domiciliari riusciva a coordinare l'organizzazione. I pusher erano tutti di età compresa tra 20 e 30 anni ma si mostravano espertissimi. Utilizzavano un linguaggio in codice parlando di "scarpe per il mercato del sabato" per riferirsi alla marijuana da smerciare nel fine settimana. Zone di influenza erano la zona 167, alcuni conosciuti bar, via Cialdini, via Nazareth, i giardini antistanti il Castello Svevo ed altri noti centri di aggregazione giovanile. I luoghi non erano legati a particolari motivi ma seguivano delle direttive che gli spacciatori comunicavano via sms utilizzando un linguaggio criptato, per metafore o riferimenti al mondo giovanile, o chiamate, ed erano attivi anche su facebook con i loro nomi propri.
Interessati quasi tutte le aree ove sono localizzati i plessi scolastici ed istituti superiori di Barletta con una particolare attenzione per l'istituto Cassandro ove maggiormente sono state monitorate dagli operanti queste attività di spaccio. Non erano visibili alle uscite delle scuole uomini adulti che potevano incutere timore bensì i più giovani appartenenti all'organizzazione. Proprio da una segnalazione è partito il primo sequestro di 6 grammi di marijuana, avvenuto in maggio 2011, che ha poi attivato le indagini ora concluse con questi arresti.
Il leader dell'organizzazione, ai domiciliari, forniva informazione ai sottoposti direttamente dal balcone di casa sua, ove veniva raggiunto da altri componenti la banda. Ma l'organizzazione continuava ad essere amministrata, utilizzando varie possibilità tecnologiche; oltre al già citato facebook ove veniva usato un linguaggio per metafore per indicare i movimenti ["vendere scarpe al mercato del sabato" per indicare uno spaccio, "andare in vacanza e tornare il dato giorno" per avvisare di un approvigionamento di "merce" ed altri ndr], anche schede sim [le classiche schedine che gli operatori telefonici forniscono e che vengono inserite nei cellulari ndr] spesso intestate ad inconsapevoli possessori che altrettanto spesso venivano cambiate perchè percepite "pericolose", una di questa risultava nominalmente di una cittadina rumena, ignara di esserne titolare. Gli altri arrestati sono F. P. di anni 33, D. D. di anni 23, M. P. di anni 23, R. F. di anni 20, P. V. di anni 28 e N. M. di anni 35.
Nomi di fantasia che però rendevano riconoscibili i componenti della banda, in cui troviamo oltre al citato "u' barese" anche "acciaio", "frizione", "manzotin". Fantasia che oltre per i nomi e per l'elaboratissimo metodo, avrebbe potuto essere dirottata verso migliori attitudini.