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Pulizia del Parco dell'Umanità: le critiche del Comitato 167

Si contesta il fatto che sono sempre più frequenti le azioni di ripulitura da parte dei cittadini

Circa la pulizia del Parco dell'Umanità, il Comitato 167 plaude al gesto, ma solleva dubbi su tempi, modalità e ruolo dell'amministrazione. Di seguito il comunicato stampa completo attraverso le parole di Giuseppe Di Bari e Raffaele Petella.

«Il Comitato della Zona 167 esprime apprezzamento per l'iniziativa dei volontari de La Via della Felicità, che nella giornata di Pasqua si sono dedicati alla raccolta dei rifiuti e all'innaffiamento degli ulivi nel Parco dell'Umanità. Un gesto che, in sé, rappresenta un atto di civiltà e senso di responsabilità verso il territorio.

Tuttavia, non si può fare a meno di osservare che queste iniziative, seppur mosse da buona volontà, andrebbero organizzate in tempi e modi più rispettosi della presenza di famiglie con bambini, anziani e cittadini che, proprio nei giorni festivi, trovano in quel parco uno dei pochi spazi urbani dedicati alla serenità e alla socialità. Un'attività di raccolta rifiuti tra passeggini e bambini che giocano può risultare invasiva, se non addirittura pericolosa, e rischia di apparire più come un'azione simbolica dal sapore promozionale, che come un gesto realmente orientato al bene comune.

Non mettiamo in discussione il valore delle parole di L. Ron Hubbard, fondatore della religione di Scientology, citate dal responsabile Ignazio Gianfrancesco: "La cura del pianeta comincia con il cortile di casa tua…". Ma proprio per questo, invitiamo anche i gruppi di volontariato a coordinarsi meglio con la cittadinanza attiva, scegliendo giorni o orari in cui le attività possano integrarsi nel rispetto di tutti, soprattutto delle fasce più fragili. Perché la cura del territorio non è solo questione di azioni, ma anche di ascolto e condivisione con chi quel territorio lo vive ogni giorno.

Il nodo, però, più importante da porre all'attenzione è un altro: è sempre più frequente che siano i cittadini a organizzarsi spontaneamente per la pulizia e la cura del verde pubblico, quando questo dovrebbe essere un compito ordinario dell'amministrazione comunale. È una situazione che denunciamo da anni: parchi e spazi pubblici abbandonati all'incuria, cestini stracolmi, erbacce, incuria cronica. A tutto questo suppliscono gruppi di volontari, comitati di quartiere, associazioni. E se da una parte questo mostra la forza della cittadinanza attiva, dall'altra mette in evidenza un'assenza istituzionale che non può più essere giustificata.

Un comitato di cittadini attivi ha il dovere morale di portare all'attenzione le problematiche che affliggono la quotidianità dei residenti, senza per questo essere additato con spocchia come "tuttologo" da chi, viceversa, troppo spesso si improvvisa nel ruolo istituzionale che ricopre. La partecipazione civica non è presunzione: è responsabilità. E dovrebbe essere riconosciuta e valorizzata, non delegittimata da chi teme il confronto o ne fraintende il significato.

Il Comitato 167 continuerà a vigilare, a denunciare e a proporre, nel rispetto di tutte le realtà del territorio. Ma chiediamo con forza che si esca dalla logica dell'intervento "straordinario" e si torni finalmente a una gestione ordinaria e dignitosa dei beni comuni, come è dovere di ogni amministrazione pubblica».
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