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Pubblicità estiva, nuova replica del prof. Garribba

«La Bar.S.A. ha commissionato un lavoro a un’agenzia che ha utilizzato illegalmente un’immagine». Oblio e ignoranza, «io non ci sto, e voi?»

Continua la discussione attorno alla campagna di sensibilizzazione ambientale della Bar.S.A. e del Comune di Barletta. Ecco l'ultimo intervento del prof. Giancarlo Garribba sul suo profilo Facebook, del 2 settembre:

Alcuni di voi mi hanno fatto notare, giustamente, che mi sono lasciato trascinare dalla questione dell'immagine utilizzata per la campagna perdendo di vista l'altro punto altrettanto importante della vicenda. Forse quello più importante.

Come sapete infatti, ho cominciato questa battaglia con una semplice segnalazione al sindaco, fatta da un cittadino qualsiasi, sull'utilizzo di un'immagine rubata per una campagna sul riciclo. E perché proprio al sindaco? Ovvio, perché guardando quel manifesto, chiunque, anche un non addetto ai lavori, resta convinto del fatto che a promuovere la campagna sia il comune di Barletta, più precisamente l'assessorato all'Ambiente del comune, e non la Barsa S.p.A. Poi, dopo la risposta del sindaco che scaricava la responsabilità della campagna sulla Barsa, ho perso di vista questo particolare e, fidandomi delle sue parole, ho spostato il tiro solo sulla gravità dell'uso illecito dell'immagine.

Ora, dopo aver dimostrato con i fatti che quell'immagine è stata utilizzata indebitamente, riporto l'attenzione sull'altra "stranezza", cioè su chi sia stato davvero a commissionare quel lavoro all'agenzia. Entro nel particolare. Chiunque commissioni un lavoro di comunicazione, ha il dovere e il diritto di controllare, prima che si vada in stampa, che il lavoro dell'agenzia di comunicazione sia rispondente al brief (cioè alle indicazioni iniziali sulle quali l'agenzia deve basarsi per sviluppare la campagna). Se il committente fosse davvero la Barsa S.p.A. avrebbe dovuto, controllando il lavoro, accorgersi che il suo logo era stato, diciamo così, relegato in secondo piano (o alla maniera di uno sponsor qualsiasi) a favore dello stemma del comune, ingenerando confusione nel cittadino (come dicevo all'inizio). Non solo, visto che il sindaco ha dichiarato che il comune ha solo patrocinato l'iniziativa, avrebbe dovuto far notare all'agenzia che mancava la dicitura "Con il patrocinio del" accanto alla scritta "Comune di Barletta – Assessorato all'Ambiente".

Ma andiamo oltre. In un'intervista rilasciata a Tele Sveva (credo l'11 agosto) all'interno del servizio sulla campagna di sensibilizzazione "Ambientiamoci" promossa dalla provincia, l'assessore Irene Pisicchio dichiara: "Abbiamo anche iniziato una campagna di sensibilizzazione. In giro per Barletta troverete manifesti […]". Abbiamo? Quindi si potrebbe pensare davvero che la campagna in questione è del comune di Barletta in collaborazione con la Barsa S.p.A. e non il contrario come afferma il sindaco e, paradossalmente, come correttamente viene intuito guardando i manifesti. Quindi potrebbe essere che sia stato qualcuno del comune ad avere avuto contatti con l'agenzia e non la Barsa.

E cosa può pensare una persona "maliziosa", "cattiva", "scorretta", "colmadirancore", "chenonsifaifattisuoi" ecc. ecc. come me? Che un giorno, agli inizi di agosto, qualcuno all'interno del comune ha pensato a una campagna sul riciclo da fare in maniera veloce…

Interno del comune, un ufficio qualsiasi, giorno.
Il sig. X e il sig. Y parlano della campagna sul riciclo. Sono tutti e due in piedi e si avvicinano alla porta.
Sig. X – Allora è deciso, la campagna si fa, l'inseriamo nel progetto della provincia.
Sig. Y – Si ok, per forza. Dobbiamo far vedere alla provincia che qualcosa qualcosa la facciamo pure noi.
Sig. X - Ok, ma a chi l'affidiamo?
Sig. Y - Tranquillo, la faccio fare a un mio amico.
Sig. X - E no, non si può, bisogna per forza fare una gara o chiedere qualche preventivo.
Sig. Y - Gara? Preventivo? Ahahahah, ma dai! Lo facciamo passare per un lavoro della nostra partecipata, così possiamo affidarlo a chiunque.
Sig. X - Ahahahahah è vero, che stupido, non c'avevo pensato!
(Escono dalla stanza diretti verso il bar per la meritata pausa caffè).

Ovviamente, questo dialogo è frutto di fantasia e ogni riferimento a persone e avvenimenti è puramente casuale.

Giancarlo Garribba


Così invece il prof. Garribba, era invece intervenuto, il 30 agosto:

Bene, siamo a un punto fermo. Anzi, per la precisione a due punti fermi. Il primo punto afferma che è tutto in regola, l'altro punto afferma l'opposto, cioè che è stata fatta un'operazione illegale (o, ad essere buoni, "non trasparente").

Partiamo dal primo, dalla versione ufficiale. Il sindaco afferma che la campagna è della Barsa S.pA. e che il comune ha solo patrocinato l'iniziativa (Gazzetta del Mezzogiorno, edizione Nordbarese, 22/08/2013). Quindi è la Barsa S.p.A. che ha commissionato direttamente (fin qui tutto regolare) ad un'agenzia di comunicazione la campagna sul riciclo. E si è rivolta alla Tria Adv con sede legale a Bisceglie, o perché "amica" (ma non credo…) oppure perché ritiene che questa sia la più adatta, professionalmente, a sviluppare la campagna sul riciclo più di ogni altra agenzia di comunicazione presente sul territorio. Delle due l'una. La campagna che hanno partorito la conoscete ormai tutti, è quella realizzata con un immagine «presa dalla libreria libera di Google», modificata cambiando il colore delle bottiglie (operazione necessaria per una migliore efficacia del messaggio…) e aggiungendo l'headline (fucsia su azzurro? Mah, vabbè…) con stemma comunale e logo Barsa. Operazione «assolutamente creativa» a detta del titolare dell'agenzia di comunicazione (Gazzetta del Mezzogiorno, edizione Nordbarese, 29/08/2013). Operazione così "creativa" che hanno dimenticato che il committente era la Barsa S.p.A. e che quindi avrebbero dovuto inserire il logo Barsa in bella vista come soggetto della comunicazione e lo stemma del comune in secondo o sullo stesso piano, ma con la dicitura "con il patrocinio del comune di Barletta – assessorato all'ambiente". E invece hanno "creato" un nuovo modo di fare comunicazione, inserendo in grande, al centro del manifesto, in alto, lo stemma del comune con sotto la SOLA scritta "comune di Barletta – assessorato all'Ambiente" e il logo Barsa, piccolino, invisibile, messo in basso a sinistra, come si fa per gli sponsor. Si ok, è molto creativa come cosa ma purtroppo ingenera confusione nell'utente il quale, vedendo il manifesto, resta convinto del fatto che il committente sia il comune di Barletta e non la Barsa. Ah già, dimenticavo, sono stati così creativi che hanno pure dimenticato di firmare la loro opera dell'ingegno, omettendo di inserire sui manifesti il marchio dell'agenzia di comunicazione. Ma forse non è stata una dimenticanza, forse sono solo molto modesti…

Giancarlo Garribba

A tal proposito, Garribba era già intervenuto sulla sua pagina Facebook, il 22 agosto:

Libreria libera di Google con conseguente libero utilizzo? Ma dove? Chiunque sa che Google è un motore di ricerca e in quanto tale ricerca le immagini presenti su internet. Sta poi all'utente informarsi se quelle immagini sono libere da copyright oppure no. È possibile che questo non lo sappia un'agenzia di comunicazione?

Sulla pagina dell'autore dell'immagine, Ferdi Rizkiyanto, all'indirizzo http://ferdi-rizkiyanto.blogspot.it/ c'è scritto a chiare lettere che "Il lavoro è sotto licenza Creative Commons e quindi solo un'organizzazione non profit può utilizzarla, ovviamente citandone la fonte e informando l'autore. E non mi sembra che la Barsa S.p.A. sia un'organizzazione non lucrativa. Anzi…
E infatti il link menzionato nella risposta, quello della pagina Facebook di Oceanografia e Ambiente che ha utilizzato la stessa immagine, rimanda a una pagina creata da un privato cittadino che sensibilizza gli utenti sulle conseguenze dell'inquinamento del mare. Ovviamente senza nessuno scopo di lucro. Così come ad esempio la pagina, sempre su Facebook, di un gruppo di biscegliesi che hanno a cuore la salute del mare (https://www.facebook.com/groups/258878604200409/)

Ma a parte questo, ripeto, le domande sono altre. Con quale criterio è stata scelta quell'agenzia? È stata interpellata direttamente dall'assessore (senza un'ombra di gara d'appalto) oppure dalla Barsa S.p.A.? Se è stata contattata dalla Barsa, come mai non c'è il logo della Barsa in alto e in bella vista e quello del comune, più piccolo, con la dicitura "Con il patrocinio del Comune di Barletta"?
E tornando all'agenzia, siete sicuri che sia sufficiente andare su Google, prendere un'immagine qualsiasi e inserire due parole per definirsi un'agenzia di comunicazione e per ricevere in cambio del "sudato lavoro" milletrecento euro più IVA?"

Giancarlo Garribba

La seconda parte dell'intervento del 30 agosto:

Passiamo ora all'altro punto, quello che sostiene che ci sia qualcosa di illegale. E mi fermo solo all'analisi della versione ufficiale. L'immagine utilizzata è stata utilizzata per una campagna sui rifiuti realizzata per Advertising Without Borders e pubblicata sul sito www.awbnetwork.org nel giugno del 2011. Si chiama "What lies under" ed è stata creata da Ferdi Rizkyanto, indonesiano, il quale sul suo blog, in riferimento all'immagine scrive: "Every non profit environmental organizations may use this art work…" Cioè, ogni organizzazione NO PROFIT può usare questa immagine. Sia la Barsa S.p.A. e sia la Tria Adv S.r.l. NON SONO organizzazioni no profit. Non solo. Sul suo blog inoltre c'è scritto, in alto a destra, che il suo lavoro è sotto licenza Creative Commons, valida anche in Europa, che permette sì l'utilizzo dell'immagine, ma secondo alcune regole precise e cioè:

1) può essere utilizzata solo specificando il nome dell'autore dell'immagine e in ogni caso che non faccia capire che l'autore sia colui che lo utilizza
2) non puoi utilizzare l'immagine a scopo di lucro
3) non puoi alterare, modificare o sviluppare in qualche maniera l'immagine.
Inutile sottolineare che neanche una di queste clausole è stata rispettata.
Quindi, riassumendo, la Barsa S.p.A. ha commissionato un lavoro a un'agenzia di comunicazione (pagandola con soldi delle nostre tasse) che ha utilizzato illegalmente un'immagine. Il tutto avallato dal comune di Barletta. Né il comune (sindaco, assessori, consiglieri, ecc.), né tantomeno la committente, trova la cosa quantomeno dubbia. Nessuno dei due ha interpellato un legale per verificare la cosa. Nessuna minaccia di querela nei miei confronti. Tutto tace. Evidentemente hanno deciso di giocarsi questa partita puntando tutto sull'oblio.

Io non ci sto. E voi?

Giancarlo Garribba
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