Religioni
"Protestantesimo" racconta la strage degli evangelici a Barletta
Il programma di Rai 2 ha dedicato un servizio all'insurrezione della folla barlettana 150 anni fa
Barletta - lunedì 18 aprile 2016
150 anni fa la città di Barletta fu teatro di una drammatica vicenda: la strage di un gruppo di evangelici. L'unica colpa che questo gruppo di concittadini possedeva era di professare un altro credo. Tale argomento è stato al centro della rubrica Protestantesimo, in onda su Rai 2.
Il primo nucleo di evangelici si insediò presso la città di Barletta nel 1864, grazie all'azione dei cosiddetti colportori, predicatori itineranti i quali, spostandosi di città in città, professavano a gran voce la parola del Signore. Tra questi vi era Gaetano Giannini che, armato di profonda fede, riuscì in pochissimo tempo a riunire un piccolo gruppo di dieci fedeli. Dopo solo due anni, durante i quali gli evangelici erano soliti incontrarsi presso la casa di Giannini, il numero dei fedeli crebbe esponenzialmente; si crede, infatti, che il gruppo fosse arrivato a un numero di sessanta membri. L'abitazione di Gaetano Giannini era collocata presso Via Nazareth, anticamente chiamata "strada del pesce". Affinché fosse possibile svolgere le consuete celebrazioni religiose, la casa fu provvista di cappella. Non fu un caso se il predicatore scelse quell'abitazione situata proprio di fonte alla Caserma della Guardia Nazionale. Qualche mese prima, infatti, aveva subito un tentativo di linciaggio a Fano, per tanto impaurito, decise di correre ai ripari. In quei luoghi di evangelizzazione, il predicatore si occupava anche di alfabetizzare i suoi fedeli. Come potevano del resto comprendere la parola del Signore, se non sapevano né leggere né scrivere?
In quegli stessi anni il colera e la siccità sopraggiunsero presso la città di Barletta. Senza alcuna ragione gli evangelici furono accusati di essere la causa di tali flagelli. Ebbe inizio una vera e propria persecuzione. Secondo alcune testimonianze, il 19 marzo del 1866, furono sorpresi presso una locanda alcuni uomini ubriachi che inveivano contro i protestanti giurando vendetta. Mentre costoro furono condotti in caserma dal commissario di pubblica sicurezza, scoppiò il tumulto in città. La folla inferocita si diresse verso l'abitazione di Giannini, il quale avvisato dal suo padrone di casa, fuggì via, accompagnato da alcuni suoi piccoli fedeli. In strada vigeva il caos, dunque, l'unica via di salvezza era fuggire attraverso i tetti. Gaetano Giannini e i bambini – come afferma lo storico Domenico Maselli - giunsero presso la casa del canonico Rizzi, che accolse e salvò i fuggitivi.
Quel giorno morirono cinque protestanti e un cattolico che fu scambiato per evangelico. Il tumulto proseguì per altri due giorni fino a quando le truppe riuscirono finalmente a sedare l'insurrezione. Furono condotte in prigione 80 persone. Nel 1867 ebbe inizio il processo che condannò ventotto cittadini, i quali furono costretti a scontare diversi anni di reclusione. Da quell'episodio ogni cosa è mutata. La città di Barletta si è aperta all'integrazione.
Il primo nucleo di evangelici si insediò presso la città di Barletta nel 1864, grazie all'azione dei cosiddetti colportori, predicatori itineranti i quali, spostandosi di città in città, professavano a gran voce la parola del Signore. Tra questi vi era Gaetano Giannini che, armato di profonda fede, riuscì in pochissimo tempo a riunire un piccolo gruppo di dieci fedeli. Dopo solo due anni, durante i quali gli evangelici erano soliti incontrarsi presso la casa di Giannini, il numero dei fedeli crebbe esponenzialmente; si crede, infatti, che il gruppo fosse arrivato a un numero di sessanta membri. L'abitazione di Gaetano Giannini era collocata presso Via Nazareth, anticamente chiamata "strada del pesce". Affinché fosse possibile svolgere le consuete celebrazioni religiose, la casa fu provvista di cappella. Non fu un caso se il predicatore scelse quell'abitazione situata proprio di fonte alla Caserma della Guardia Nazionale. Qualche mese prima, infatti, aveva subito un tentativo di linciaggio a Fano, per tanto impaurito, decise di correre ai ripari. In quei luoghi di evangelizzazione, il predicatore si occupava anche di alfabetizzare i suoi fedeli. Come potevano del resto comprendere la parola del Signore, se non sapevano né leggere né scrivere?
Il servizio di Protestantesimo
In quegli stessi anni il colera e la siccità sopraggiunsero presso la città di Barletta. Senza alcuna ragione gli evangelici furono accusati di essere la causa di tali flagelli. Ebbe inizio una vera e propria persecuzione. Secondo alcune testimonianze, il 19 marzo del 1866, furono sorpresi presso una locanda alcuni uomini ubriachi che inveivano contro i protestanti giurando vendetta. Mentre costoro furono condotti in caserma dal commissario di pubblica sicurezza, scoppiò il tumulto in città. La folla inferocita si diresse verso l'abitazione di Giannini, il quale avvisato dal suo padrone di casa, fuggì via, accompagnato da alcuni suoi piccoli fedeli. In strada vigeva il caos, dunque, l'unica via di salvezza era fuggire attraverso i tetti. Gaetano Giannini e i bambini – come afferma lo storico Domenico Maselli - giunsero presso la casa del canonico Rizzi, che accolse e salvò i fuggitivi.
Quel giorno morirono cinque protestanti e un cattolico che fu scambiato per evangelico. Il tumulto proseguì per altri due giorni fino a quando le truppe riuscirono finalmente a sedare l'insurrezione. Furono condotte in prigione 80 persone. Nel 1867 ebbe inizio il processo che condannò ventotto cittadini, i quali furono costretti a scontare diversi anni di reclusione. Da quell'episodio ogni cosa è mutata. La città di Barletta si è aperta all'integrazione.