Politica
Prof. Ugo Villani, intervista al primo Assessore della Giunta Cascella
Europa, Italia, Barletta, Codice Etico nelle parole del futuro Assessore alla Legalità, Trasparenza e Partecipazione. Trasparenza amministrativa tra i primi impegni
Barletta - mercoledì 12 giugno 2013
10.50
Incontriamo Ugo Villani, professore ordinario di Diritto internazionale presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Bari e docente di Diritto dell'Unione europea presso la stessa Università. Già professore ordinario di Diritto dell'Unione Europea alla Sapienza e Diritto Internazionale alla LUISS di Roma… e prossimo assessore della Giunta Cascella.
Qual è la condizione della legalità oggi in Italia, secondo lei?
È difficile esprimersi con condizione di causa: parliamo più che altro di una sensazione di una caduta dei valori della legalità non solo nella prassi, percependo il 'malaffare'. È venuta meno la fiducia nella legalità, quasi che questa sia qualcosa d'imposto, senza percepire la nozione che si tratti di una condizione necessaria al vivere sociale; deve essere invece la condizione che garantisce tutti, soprattutto i più deboli.
E a Barletta?
La tensione che ha preceduto, per esempio, la conclusione non fisiologica dell'ultima Amministrazione (ndr. Atto notarile), su cui nessuno può dare giudizi e tantomeno io, condita da reciproche accuse, ha contribuito ad accrescere nei cittadini la percezione di un malessere, riflessosi in una stasi della vita cittadina, probabilmente è mancata quella adesione pubblica all'interesse del Bene Comune. Il malessere comunque viene acuito nel momento di crisi, di difficoltà economiche, disoccupazione, tutto diviene più grave e fa più male ancora.
Alla luce dei suoi titoli accademici, ritiene i cittadini italiani e del nostro territorio vicini ai concetti dell'Unione Europea? L'ex presidente polacco e premio Nobel per la pace, Lech Walesa, ebbe a dire qui a Barletta che il cammino perché ci sia un effettivo sviluppo verso gli "Stati Uniti d'Europa" è lento e difficile: ci vorranno non meno di 50 anni per realizzare un cambiamento prima di tutto culturale passando attraverso i cittadini. Che ne pensa?
Che sia un processo lungo lo credo perfettamente e sono d'accordo anche sul concetto che la creazione degli "Stati Uniti di Europa" debbano passare prima di tutto dall'adesione del cittadino europeo, perché se imposto, anche dalle migliori classi politiche, risulterebbe una scelta elitaria e non vissuta. Questo è l' "Anno della cittadinanza europea" perché fu proprio nel 1993, che con l'entrata in vigore del rivoluzionario Trattato di Maastricht, venne decretato giuridicamente lo stato di cittadino europeo che si adduce alla cittadinanza nazionale. Quindi certamente lo sviluppo di tale concetto di avere al centro la persona. La crisi economica ha allontanato da tale obiettivo, poiché la gestione è stata affidata alle istituzioni poco democratiche, distanti dal cittadino in cui il Parlamento Europeo, per esempio, ha avuto un ruolo del tutto marginale. La Banca Centrale Europea, come sappiamo, ha chiesto anche all'Italia che rispettasse determinate condizioni per ricevere aiuti. La legalità riguarda anche l'atteggiamento dell'UE per quanto riguarda l'argomento delle Province: un principio basilare è che l'Unione Europea rispetti l'identità nazionale, comprensiva delle Regioni e degli Enti Locali. Quindi le Istituzioni europee non possono imporci il taglio delle Province, così com'è avvenuto del tutto illegittimamente.
Lei è il redattore del "Codice Etico - dei candidati, dei partiti e delle componenti della coalizione per la candidatura a sindaco di Pasquale Cascella", stilandolo all'indomani della scelta dello stesso di correre questa corsa. Ci racconti com'è nata l'idea e come gli è stato proposto?
Ho dato il mio contributo significativo, poi il Codice Etico è stato, come giusto che fosse, trasformato in un decalogo da Pasquale Cascella, che come ex portavoce del Presidente conosce bene le giuste tecniche di comunicazione; in pratica cambia la forma ma non la sostanza. Il Sindaco si è rivolto all'inizio di questa sua, in fondo breve (ricordando le gare di Mennea che partiva per ultimo, ma arrivava primo), campagna elettorale al sottoscritto e al gen. Gaetano Nanula, personalità di altissimo livello che riesce perfettamente a saldare il profilo teorico a quello pratico, per riceverne solidarietà e consigli. Due persone assolutamente estranee alla vita politica. Ci siamo sentiti telefonicamente e lui mi propose questa idea: per il Codice Etico non si può andare da un Giudice, ma o gli si crede e lo si applica oppure non c'è sanzione se non quella sociale, a cui comunque risponderebbero i candidati della coalizione che lo hanno sottoscritto. L'idea l'ho subito condivisa poiché significava per Cascella ripresentarsi alla cittadinanza su delle basi etico-morali.
Restando sul tema Codice Etico, ritiene che questo sia stato rispettato in tutti i suoi dieci articoli e per tutti i candidati della coalizione? Chi ha vigilato?
Chi ha vigilato non lo so, ma voglio dire né io né Cascella possiamo fungere da Carabinieri nel vigilare sugli adempimenti delle norme: il legislatore non può fungere anche da controllore.
L'art. 4 si esprime su una piaga, su cui Barlettalife ha cercato d'intervenire come poteva cioè con una campagna di sensibilizzazione, come la compravendita del voto. Cosa possiamo dire a riguardando, anche ascoltando le tante polemiche al centro della campagna elettorale per il ballottaggio del centrodestra?
Per questo tipo di eventualità si deve ricorrere all'Autorità Giudiziaria, poiché non è più materia di Codice Etico ma si tratterebbe di reato, chiaramente se si ha qualcosa di concreto. Quando si parla di reati, bisogna sapere quel che si dice e denunciarlo subito. Il chiacchiericcio fa più male che bene perché poi si scade nel pettegolezzo e nella calunnia.
Altre sono prescrizioni per il comportamento futuro dei consiglieri (es. contro il trasformismo, lo spreco di denaro pubblico): sarà lei a vigilare accettando la carica assessorile offertale dal nuovo Sindaco?
L'accettazione della carica sicuramente è confermata. La figura assessorile alla legalità, trasparenza e partecipazione non può essere vista come un assessore che controlla gli altri, l'intero collegio è responsabile. Sarebbe una brutta partenza pensare che ci sia bisogno che qualcuno controlli gli altri. L'intero sistema amministrativo comunale deve assumersi la responsabilità dei propri comportamenti.
Primo Assessore nominato della Giunta Cascella. Sarà Assessore alla legalità, trasparenza e partecipazione, come dichiarato pubblicamente anche prima del ballottaggio. Nel nome dell'incarico ci sono tre parole importantissime che valgono il futuro della città (LEGALITA', TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE): su cosa spenderà maggiore energia nel primo periodo?
Innanzitutto studierò, per capire bene le mie competenze e quelle degli altri, imparando a conoscere quali sono i problemi principali, sicuramente una riflessione meriterà la macchina amministrativa. Per questo la mia attenzione sarà rivolta a una trasparenza di tipo telematico in modo da consentire al cittadino di conoscere ciò che accade nel Palazzo. La Legalità deve essere il collante della vita amministrativa sia prassi quotidiana e sia di diffusione della cultura della legalità. Quando interviene la Procura o le Istituzioni preposte in un certo senso vuol dire che si è già fallito. Il ruolo principale della legalità è nella prevenzione, nella formazione dei giovani, della prevenzione e della sicurezza della rete cittadina. La Partecipazione non è un elemento sostitutivo della democrazia rappresentativa ma un arricchimento e completamento: basata sugli stimoli di dialogo, ascolto fra le istituzioni e la società civile. È importante che a Barletta oggi non ci sia rassegnazione in tal senso; il clima di attesa è di sfida per il Sindaco ma anche d'incoraggiamento per poter contare su un'Amministrazione che risponda alle istanze dei cittadini. La Partecipazione può essere una pratica quotidiana dando più responsabilità a chi agisce perché se come interlocutore c'è la città è più difficile chiedere le orecchie. La democrazia partecipativa, con le proposte avanzate dai cittadini piuttosto che dalle associazioni, ha anche il pregio di essere a costo zero perché basta aprire il dialogo tra gli interlocutori.
Anche la questione dei luoghi della partecipazione sarà d'affrontare come quello del recupero e riutilizzo degli immobili di proprietà comunale, come previsto dal programma elettorale di Cascella.
Da molti elettori di Pasquale Cascella, la sua nomina è stata accolta con gioia ed anche con 'sollievo', poiché ci si affida alla sua statura professionale, ma anche morale per sentirsi garantiti da eventuali comportamenti 'scorretti': avverte già il peso di tale responsabilità?
Mi fa piacere l'apprezzamento rivoltomi da molti, soprattutto giovani. Avverto la responsabilità ma è chiaro che né il Sindaco né io possiamo ricoprirci di quel ruolo di garanti. Tuttavia già la scelta di una delega assessorile come questa è una positiva novità. Il peso morale c'è senz'altro ma la soluzione può essere lo studio dei singoli casi.
Qual è la condizione della legalità oggi in Italia, secondo lei?
È difficile esprimersi con condizione di causa: parliamo più che altro di una sensazione di una caduta dei valori della legalità non solo nella prassi, percependo il 'malaffare'. È venuta meno la fiducia nella legalità, quasi che questa sia qualcosa d'imposto, senza percepire la nozione che si tratti di una condizione necessaria al vivere sociale; deve essere invece la condizione che garantisce tutti, soprattutto i più deboli.
E a Barletta?
La tensione che ha preceduto, per esempio, la conclusione non fisiologica dell'ultima Amministrazione (ndr. Atto notarile), su cui nessuno può dare giudizi e tantomeno io, condita da reciproche accuse, ha contribuito ad accrescere nei cittadini la percezione di un malessere, riflessosi in una stasi della vita cittadina, probabilmente è mancata quella adesione pubblica all'interesse del Bene Comune. Il malessere comunque viene acuito nel momento di crisi, di difficoltà economiche, disoccupazione, tutto diviene più grave e fa più male ancora.
Alla luce dei suoi titoli accademici, ritiene i cittadini italiani e del nostro territorio vicini ai concetti dell'Unione Europea? L'ex presidente polacco e premio Nobel per la pace, Lech Walesa, ebbe a dire qui a Barletta che il cammino perché ci sia un effettivo sviluppo verso gli "Stati Uniti d'Europa" è lento e difficile: ci vorranno non meno di 50 anni per realizzare un cambiamento prima di tutto culturale passando attraverso i cittadini. Che ne pensa?
Che sia un processo lungo lo credo perfettamente e sono d'accordo anche sul concetto che la creazione degli "Stati Uniti di Europa" debbano passare prima di tutto dall'adesione del cittadino europeo, perché se imposto, anche dalle migliori classi politiche, risulterebbe una scelta elitaria e non vissuta. Questo è l' "Anno della cittadinanza europea" perché fu proprio nel 1993, che con l'entrata in vigore del rivoluzionario Trattato di Maastricht, venne decretato giuridicamente lo stato di cittadino europeo che si adduce alla cittadinanza nazionale. Quindi certamente lo sviluppo di tale concetto di avere al centro la persona. La crisi economica ha allontanato da tale obiettivo, poiché la gestione è stata affidata alle istituzioni poco democratiche, distanti dal cittadino in cui il Parlamento Europeo, per esempio, ha avuto un ruolo del tutto marginale. La Banca Centrale Europea, come sappiamo, ha chiesto anche all'Italia che rispettasse determinate condizioni per ricevere aiuti. La legalità riguarda anche l'atteggiamento dell'UE per quanto riguarda l'argomento delle Province: un principio basilare è che l'Unione Europea rispetti l'identità nazionale, comprensiva delle Regioni e degli Enti Locali. Quindi le Istituzioni europee non possono imporci il taglio delle Province, così com'è avvenuto del tutto illegittimamente.
Lei è il redattore del "Codice Etico - dei candidati, dei partiti e delle componenti della coalizione per la candidatura a sindaco di Pasquale Cascella", stilandolo all'indomani della scelta dello stesso di correre questa corsa. Ci racconti com'è nata l'idea e come gli è stato proposto?
Ho dato il mio contributo significativo, poi il Codice Etico è stato, come giusto che fosse, trasformato in un decalogo da Pasquale Cascella, che come ex portavoce del Presidente conosce bene le giuste tecniche di comunicazione; in pratica cambia la forma ma non la sostanza. Il Sindaco si è rivolto all'inizio di questa sua, in fondo breve (ricordando le gare di Mennea che partiva per ultimo, ma arrivava primo), campagna elettorale al sottoscritto e al gen. Gaetano Nanula, personalità di altissimo livello che riesce perfettamente a saldare il profilo teorico a quello pratico, per riceverne solidarietà e consigli. Due persone assolutamente estranee alla vita politica. Ci siamo sentiti telefonicamente e lui mi propose questa idea: per il Codice Etico non si può andare da un Giudice, ma o gli si crede e lo si applica oppure non c'è sanzione se non quella sociale, a cui comunque risponderebbero i candidati della coalizione che lo hanno sottoscritto. L'idea l'ho subito condivisa poiché significava per Cascella ripresentarsi alla cittadinanza su delle basi etico-morali.
Restando sul tema Codice Etico, ritiene che questo sia stato rispettato in tutti i suoi dieci articoli e per tutti i candidati della coalizione? Chi ha vigilato?
Chi ha vigilato non lo so, ma voglio dire né io né Cascella possiamo fungere da Carabinieri nel vigilare sugli adempimenti delle norme: il legislatore non può fungere anche da controllore.
L'art. 4 si esprime su una piaga, su cui Barlettalife ha cercato d'intervenire come poteva cioè con una campagna di sensibilizzazione, come la compravendita del voto. Cosa possiamo dire a riguardando, anche ascoltando le tante polemiche al centro della campagna elettorale per il ballottaggio del centrodestra?
Per questo tipo di eventualità si deve ricorrere all'Autorità Giudiziaria, poiché non è più materia di Codice Etico ma si tratterebbe di reato, chiaramente se si ha qualcosa di concreto. Quando si parla di reati, bisogna sapere quel che si dice e denunciarlo subito. Il chiacchiericcio fa più male che bene perché poi si scade nel pettegolezzo e nella calunnia.
Altre sono prescrizioni per il comportamento futuro dei consiglieri (es. contro il trasformismo, lo spreco di denaro pubblico): sarà lei a vigilare accettando la carica assessorile offertale dal nuovo Sindaco?
L'accettazione della carica sicuramente è confermata. La figura assessorile alla legalità, trasparenza e partecipazione non può essere vista come un assessore che controlla gli altri, l'intero collegio è responsabile. Sarebbe una brutta partenza pensare che ci sia bisogno che qualcuno controlli gli altri. L'intero sistema amministrativo comunale deve assumersi la responsabilità dei propri comportamenti.
Primo Assessore nominato della Giunta Cascella. Sarà Assessore alla legalità, trasparenza e partecipazione, come dichiarato pubblicamente anche prima del ballottaggio. Nel nome dell'incarico ci sono tre parole importantissime che valgono il futuro della città (LEGALITA', TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE): su cosa spenderà maggiore energia nel primo periodo?
Innanzitutto studierò, per capire bene le mie competenze e quelle degli altri, imparando a conoscere quali sono i problemi principali, sicuramente una riflessione meriterà la macchina amministrativa. Per questo la mia attenzione sarà rivolta a una trasparenza di tipo telematico in modo da consentire al cittadino di conoscere ciò che accade nel Palazzo. La Legalità deve essere il collante della vita amministrativa sia prassi quotidiana e sia di diffusione della cultura della legalità. Quando interviene la Procura o le Istituzioni preposte in un certo senso vuol dire che si è già fallito. Il ruolo principale della legalità è nella prevenzione, nella formazione dei giovani, della prevenzione e della sicurezza della rete cittadina. La Partecipazione non è un elemento sostitutivo della democrazia rappresentativa ma un arricchimento e completamento: basata sugli stimoli di dialogo, ascolto fra le istituzioni e la società civile. È importante che a Barletta oggi non ci sia rassegnazione in tal senso; il clima di attesa è di sfida per il Sindaco ma anche d'incoraggiamento per poter contare su un'Amministrazione che risponda alle istanze dei cittadini. La Partecipazione può essere una pratica quotidiana dando più responsabilità a chi agisce perché se come interlocutore c'è la città è più difficile chiedere le orecchie. La democrazia partecipativa, con le proposte avanzate dai cittadini piuttosto che dalle associazioni, ha anche il pregio di essere a costo zero perché basta aprire il dialogo tra gli interlocutori.
Anche la questione dei luoghi della partecipazione sarà d'affrontare come quello del recupero e riutilizzo degli immobili di proprietà comunale, come previsto dal programma elettorale di Cascella.
Da molti elettori di Pasquale Cascella, la sua nomina è stata accolta con gioia ed anche con 'sollievo', poiché ci si affida alla sua statura professionale, ma anche morale per sentirsi garantiti da eventuali comportamenti 'scorretti': avverte già il peso di tale responsabilità?
Mi fa piacere l'apprezzamento rivoltomi da molti, soprattutto giovani. Avverto la responsabilità ma è chiaro che né il Sindaco né io possiamo ricoprirci di quel ruolo di garanti. Tuttavia già la scelta di una delega assessorile come questa è una positiva novità. Il peso morale c'è senz'altro ma la soluzione può essere lo studio dei singoli casi.