Gesù entra a Gerusalemme
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Religioni

«Proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo»

Il valore delle parole, spiegato da don Vito Carpentiere

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: "Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?". Ed egli rispose loro: "Un nemico ha fatto questo!". E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a raccoglierla?". "No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio"».

Espose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Nel vangelo di Matteo Gesù pronuncia cinque discorsi, il secondo dei quali è detto "discorso in parabole" perché in cinque capitoli sono esposte ben sette parabole del Regno. E in questa domenica noi ne ascoltiamo tre: quella della zizzania, quella del chicco di senape e quella del lievito. "Parabola" significa letteralmente "gettare a fianco", ove per affermare una cosa parli di un'altra, per suscitare nell'ascoltatore la conversione. E con le tre parabole odierne Matteo mette in guardia la comunità cristiana da tentazioni che sono sempre in agguato.

La prima parabola, quella della zizzania, è un invito a considerare la mitezza di Dio, la sua pazienza, la sua indulgenza e ci mette in guardia dall'irruenza, dalla fretta, dal giudizio facile. La zizzania, seminata dopo il grano dal nemico, non uno qualsiasi, che emula il buon seminatore, assomiglia molto al grano e non si distingue fino alla crescita, ma i suoi grani avvelenano e addormentano! I servi desidererebbero estirparla immediatamente, ma così correrebbero il rischio di estirpare anche il grano, impedendogli la maturazione. Il padrone ordina invece di attendere la crescita per poter discernere il grano dalla zizzania. Molte volte nella vita cristiana ci si preoccupa di combattere il male; ma la prima occupazione del credente è quella di far crescere il bene, attendendo che esso maturi e porti frutto, così sarà ben distinguibile dal male. Ma questo discorso è pienamente applicabile non solo alla comunità cristiana, ma anche al cuore dell'uomo, quando abbiamo la pretesa di estirpare subito debolezze, errori, fragilità, peccati! Chi si mette alla scuola del Signore con l'ascolto della Parola di Dio e la preghiera impara la sua mitezza, la sua pazienza, la sua indulgenza.

La seconda parabola è contro la tentazione della grandezza e della superbia invitando quindi all'umiltà. La terza è contro l'apparenza, indicando nel nascondimento la chiave per poter crescere e far crescere il bene!

Buona domenica e una preghiera speciale perché impariamo, tutti, ad essere pazienti, miti, indulgenti, come il Padre del cielo!

[don Vito]
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