Scuola e Lavoro
Prestigioso premio per la tesi di Ruggero Mennea
Per il giovane barlettano pubblicazione e premio in denaro per una ricerca in Fisioterapia
Barletta - mercoledì 29 giugno 2016
Per ogni studente universitario la propria tesi di laurea rappresenta il coronamento di intensi sacrifici e di un lungo percorso di studio e ricerca. Nel caso del giovane barlettano Ruggero Mennea, laureato lo scorso novembre presso l'Università degli Studi di Foggia, la soddisfazione è stata ancora maggiore: il suo lavoro in Fisioterapia è stato premiato al "Concorso Miglior Tesi AIFI Puglia 2016".
In cosa consiste questo riconoscimento e quali sono state le sue sensazioni al momento della bella notizia?
«Dopo essermi laureato in fisioterapia a Foggia, ho richiesto la partecipazione al "Concorso Miglior Tesi AIFI Puglia 2016". Lo scorso 18 giugno all'Hotel Excelsior di Bari, durante il convegno regionale organizzato dall'AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) "Il mal di schiena nell'epoca dell'evidence: dalla definizione alla diagnosi differenziale in fisioterapia", c'è stata la premiazione effettuata dal vicepresidente del consiglio regionale Giandiego Gatta.La commissione giudicante era composta dal presidente dell'AIFI Puglia Eugenio D'Amato, dal vice presidente Fabio Domenico Mazzeo, dal responsabile formazione nazionale AIFI Roberto Fiolo, dal presidente nazionale del Gruppo di Riabilitazione Reumatologica Simona Lazzari e dalla rappresentante dell'associazione dei cittadini Cuore di Donna Tiziano Piliego. Ho vinto un premio di 1000 euro offerto dallo sponsor Medical Tools. La tesi verrà pubblicata sul periodico trimestrale "Fisioterapisti: la nostra voce". Nel ricevere questa notizia ho provato una grandissima soddisfazione, in quanto mi sono sentito gratificato di tutte le fatiche per l'esecuzione di questo lavoro sperimentale, svolto con molta passione. Inoltre, questo concorso rappresenta un importante stimolo per gli studenti ad eseguire percorsi di ricerca validi e di qualità, favorendo l'approfondimento delle best practice e della metodologia della ricerca in riabilitazione e la costruzione di ponti sempre più solidi tra professione e ricerca scientifica».
Qual è l'argomento della tua tesi di laurea?
«Il titolo della tesi è "Proposta di trattamento riabilitativo dell'instabilità posturale nella malattia di Parkinson". Il mio relatore è stato il dott. Antonio Minerva, la mia correlatrice la dott.ssa Orsola Stella Furno. Lo scopo è stato quello di valutare l'efficacia di una nuova tecnica riabilitativa, basata sull'esecuzione di specifici esercizi riabilitativi con l'utilizzo contemporaneo di stimoli elettrici dati da una particolare apparecchiatura portatile, con l'obiettivo di favorire la riduzione del rischio di caduta nei pazienti parkinsoniani, che già nelle fasi precoci della malattia sono affetti da disturbi nel controllo dell'equilibrio. Non è presente alcuno studio nella letteratura scientifica sull'utilizzo di questa tecnica nella malattia di Parkinson: sono solamente presenti alcune osservazioni su soggetti sani e su pazienti affetti da ictus. Ci sono stati risultati incoraggianti e lo studio sta proseguendo per valutarne in maniera più precisa la sua efficacia. Il mio studio è stato giudicato vincitore per la completezza del lavoro, organico e ben strutturato e per l'impostazione sperimentale del lavoro, che ha analizzato la malattia di Parkinson, patologia molto evidente da un punto di vista epidemiologico e che col passare degli anni diventerà sempre più diffusa. Essa, inoltre, determina un quadro di disabilità molto importante ed è molto impegnativa da affrontare a livello personale e familiare».
Partendo da questo prestigioso riconoscimento, cosa pensi riserverà per te il futuro dal punto di vista professionale?
«La vincita di questo premio rappresenta sicuramente un ottimo punto di partenza per la ricerca del lavoro in un periodo sicuramente non dei migliori. Inoltre, rappresenta un importante stimolo nel crescere professionalmente e nello sperimentare nuovi lavori basati sulla ricerca».
In cosa consiste questo riconoscimento e quali sono state le sue sensazioni al momento della bella notizia?
«Dopo essermi laureato in fisioterapia a Foggia, ho richiesto la partecipazione al "Concorso Miglior Tesi AIFI Puglia 2016". Lo scorso 18 giugno all'Hotel Excelsior di Bari, durante il convegno regionale organizzato dall'AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) "Il mal di schiena nell'epoca dell'evidence: dalla definizione alla diagnosi differenziale in fisioterapia", c'è stata la premiazione effettuata dal vicepresidente del consiglio regionale Giandiego Gatta.La commissione giudicante era composta dal presidente dell'AIFI Puglia Eugenio D'Amato, dal vice presidente Fabio Domenico Mazzeo, dal responsabile formazione nazionale AIFI Roberto Fiolo, dal presidente nazionale del Gruppo di Riabilitazione Reumatologica Simona Lazzari e dalla rappresentante dell'associazione dei cittadini Cuore di Donna Tiziano Piliego. Ho vinto un premio di 1000 euro offerto dallo sponsor Medical Tools. La tesi verrà pubblicata sul periodico trimestrale "Fisioterapisti: la nostra voce". Nel ricevere questa notizia ho provato una grandissima soddisfazione, in quanto mi sono sentito gratificato di tutte le fatiche per l'esecuzione di questo lavoro sperimentale, svolto con molta passione. Inoltre, questo concorso rappresenta un importante stimolo per gli studenti ad eseguire percorsi di ricerca validi e di qualità, favorendo l'approfondimento delle best practice e della metodologia della ricerca in riabilitazione e la costruzione di ponti sempre più solidi tra professione e ricerca scientifica».
Qual è l'argomento della tua tesi di laurea?
«Il titolo della tesi è "Proposta di trattamento riabilitativo dell'instabilità posturale nella malattia di Parkinson". Il mio relatore è stato il dott. Antonio Minerva, la mia correlatrice la dott.ssa Orsola Stella Furno. Lo scopo è stato quello di valutare l'efficacia di una nuova tecnica riabilitativa, basata sull'esecuzione di specifici esercizi riabilitativi con l'utilizzo contemporaneo di stimoli elettrici dati da una particolare apparecchiatura portatile, con l'obiettivo di favorire la riduzione del rischio di caduta nei pazienti parkinsoniani, che già nelle fasi precoci della malattia sono affetti da disturbi nel controllo dell'equilibrio. Non è presente alcuno studio nella letteratura scientifica sull'utilizzo di questa tecnica nella malattia di Parkinson: sono solamente presenti alcune osservazioni su soggetti sani e su pazienti affetti da ictus. Ci sono stati risultati incoraggianti e lo studio sta proseguendo per valutarne in maniera più precisa la sua efficacia. Il mio studio è stato giudicato vincitore per la completezza del lavoro, organico e ben strutturato e per l'impostazione sperimentale del lavoro, che ha analizzato la malattia di Parkinson, patologia molto evidente da un punto di vista epidemiologico e che col passare degli anni diventerà sempre più diffusa. Essa, inoltre, determina un quadro di disabilità molto importante ed è molto impegnativa da affrontare a livello personale e familiare».
Partendo da questo prestigioso riconoscimento, cosa pensi riserverà per te il futuro dal punto di vista professionale?
«La vincita di questo premio rappresenta sicuramente un ottimo punto di partenza per la ricerca del lavoro in un periodo sicuramente non dei migliori. Inoltre, rappresenta un importante stimolo nel crescere professionalmente e nello sperimentare nuovi lavori basati sulla ricerca».