La città
Premiato il barlettano Marco Cianciolo per le sei maratone Major
New York, Londra, Berlino, Boston, Chicago, Tokyo e la Pietro Mennea Half Marathon di Barletta
Barletta - martedì 28 marzo 2017
10.29
Quando incontriamo l'atleta Marco Cianciolo presso l'associazione Barletta sportiva i suoi occhi parlano da soli: «la fatica ripaga sempre». Unico barlettano ad aver partecipato alle sei maratone del circuito Major, Cianciolo ha portato a casa un'importante medaglia. Tutto è cominciato nel 2011 quando ha preso parte alla Maratona di New York; nel 2013 gareggia a Londra, nel 2014 a Berlino, l'anno successivo (2015) partecipa a Boston e a Chicago; l'ultima è a Tokyo (2017).
Prima dell'atletica eri legato al mondo del calcio, uno sport di squadra quest'ultimo che differisce dalla tua attuale passione. Cosa ti ha spinto a scegliere la corsa?
«Nel 2006 ho abbandonato il calcio e ho cominciato a correre senza pettorina. Mi sentivo libero perché privo di alcun vincolo. Rispetto ad altre discipline sportive, per tagliare il traguardo occorre solo grande forza e allenamento. Puoi correre ovunque. Non è necessario un pallone o una rete; le tue scarpe possono bastare! Durante una maratona sei circondato da mille persone; ma la verità è che corri solo con te stesso. Nessuno può aiutarti. Le tue uniche compagne di corsa sono le tue gambe, e anche queste a volte possono mollarti».
Ogni disciplina sportiva è una grande maestra di vita. Tuttavia cosa consiglieresti a un genitore prossimo alla scelta di suo figlio?
«Innanzitutto gli direi di supportare qualsiasi scelta venga fatta poiché ogni singola disciplina insegna cos'è la fatica e il rispetto. Parlo del rispetto nei confronti del tuo coach, del tuo avversario ma soprattutto di stesso. La vita ci riserva non poche delusioni e sconfitte, dunque credo che lo sport sia un'importante prima palestra per tutti. Anche a livello amatoriale, infatti, si ottengono grandi risultati solo attraverso un duro allenamento...e la vittoria non è sempre assicurata».
Sei stato premiato per aver chiuso il cerchio delle sei maratone: New York, Londra, Berlino, Boston, Chicago e Tokyo; lo avresti mai pensato?
«Nonostante la mia dedizione non avrei mai creduto di arrivare fin qui. La maratona di New York è stata la prima esperienza all'estero, dunque potete immaginare quali siano state le emozioni provate. In quell'occasione ho gareggiato da vero incosciente: urlavo, salutavo gli spettatori e giunti presso il quartiere del Bronx il mio corpo era pronto a lasciarmi. Arrivati a Central Park, come se qualcuno avesse acceso un interruttore, le forze sono ritornate e inaspettatamente ho concluso il percorso con un ottimo tempo. Tuttavia nonostante sia stata la più dura, la maratona di Boston avrà sempre un posto speciale. Le condizioni metereologiche erano pessime: pioggia e vento non volevano abbandonarci. Il percorso era ricco di salite e discese». Mentre Marco ci racconta della sua esperienza, il suo sorriso comincia a farsi più grande. «Ricordo ancora l'affetto della gente che era lì per noi nonostante il cattivo tempo. Mentre i più piccoli porgevano la mano nella speranza di "un batti cinque", le ragazze dei college ci pregavano di dar loro un bacio. Giuro di non aver ceduto – dobbiamo crederci?».
Le grandi maratone internazionali hanno il loro fascino, ma in questi anni hai avuto modo di partecipare anche a maratone del nostro Paese. Cosa puoi raccontarci?
«Ho concluso la maratona di Rimini con il mio tempo migliore; tuttavia non posso dirvi che sia rimasta nel mio cuore. La città è vuota. Noi maratoneti abbiamo un grande onore: quello di correre a fianco di maestosi palazzi, monumenti e colossi. Per questo non posso che annoverare Roma (2009) tra le maratone più belle d'Italia. A seguire la Pietro Mennea Half Marathon organizzata qui a Barletta il 19 febbraio scorso. Abbiamo corso tra le vie del centro storico, lungo il litorale e perfino nel grande fossato del Castello. È stato un grande privilegio reso possibile dalla Federazione Pietro Mennea e dalla mia associazione Barletta sportiva. Grazie ancora!»
«Per me la maratona è la regina della corsa in quanto richiede resistenza, velocità, allenamento e testa. Quando corri per una maratona, ogni errore commesso lo paghi: ecco perché è diventata la mia grande passione». Al termine dell'incontro con Marco Cianciolo, Vincenzo Cascella Presidente dell'ASD Barletta sportiva e la tesserata Maria Assunta Paolillo, si torna a casa con un passo più veloce, come se stessimo partecipando a una "piccola" maratona personale, consapevoli che qualunque sport si pratichi può solo farci bene.
Prima dell'atletica eri legato al mondo del calcio, uno sport di squadra quest'ultimo che differisce dalla tua attuale passione. Cosa ti ha spinto a scegliere la corsa?
«Nel 2006 ho abbandonato il calcio e ho cominciato a correre senza pettorina. Mi sentivo libero perché privo di alcun vincolo. Rispetto ad altre discipline sportive, per tagliare il traguardo occorre solo grande forza e allenamento. Puoi correre ovunque. Non è necessario un pallone o una rete; le tue scarpe possono bastare! Durante una maratona sei circondato da mille persone; ma la verità è che corri solo con te stesso. Nessuno può aiutarti. Le tue uniche compagne di corsa sono le tue gambe, e anche queste a volte possono mollarti».
Ogni disciplina sportiva è una grande maestra di vita. Tuttavia cosa consiglieresti a un genitore prossimo alla scelta di suo figlio?
«Innanzitutto gli direi di supportare qualsiasi scelta venga fatta poiché ogni singola disciplina insegna cos'è la fatica e il rispetto. Parlo del rispetto nei confronti del tuo coach, del tuo avversario ma soprattutto di stesso. La vita ci riserva non poche delusioni e sconfitte, dunque credo che lo sport sia un'importante prima palestra per tutti. Anche a livello amatoriale, infatti, si ottengono grandi risultati solo attraverso un duro allenamento...e la vittoria non è sempre assicurata».
Sei stato premiato per aver chiuso il cerchio delle sei maratone: New York, Londra, Berlino, Boston, Chicago e Tokyo; lo avresti mai pensato?
«Nonostante la mia dedizione non avrei mai creduto di arrivare fin qui. La maratona di New York è stata la prima esperienza all'estero, dunque potete immaginare quali siano state le emozioni provate. In quell'occasione ho gareggiato da vero incosciente: urlavo, salutavo gli spettatori e giunti presso il quartiere del Bronx il mio corpo era pronto a lasciarmi. Arrivati a Central Park, come se qualcuno avesse acceso un interruttore, le forze sono ritornate e inaspettatamente ho concluso il percorso con un ottimo tempo. Tuttavia nonostante sia stata la più dura, la maratona di Boston avrà sempre un posto speciale. Le condizioni metereologiche erano pessime: pioggia e vento non volevano abbandonarci. Il percorso era ricco di salite e discese». Mentre Marco ci racconta della sua esperienza, il suo sorriso comincia a farsi più grande. «Ricordo ancora l'affetto della gente che era lì per noi nonostante il cattivo tempo. Mentre i più piccoli porgevano la mano nella speranza di "un batti cinque", le ragazze dei college ci pregavano di dar loro un bacio. Giuro di non aver ceduto – dobbiamo crederci?».
Le grandi maratone internazionali hanno il loro fascino, ma in questi anni hai avuto modo di partecipare anche a maratone del nostro Paese. Cosa puoi raccontarci?
«Ho concluso la maratona di Rimini con il mio tempo migliore; tuttavia non posso dirvi che sia rimasta nel mio cuore. La città è vuota. Noi maratoneti abbiamo un grande onore: quello di correre a fianco di maestosi palazzi, monumenti e colossi. Per questo non posso che annoverare Roma (2009) tra le maratone più belle d'Italia. A seguire la Pietro Mennea Half Marathon organizzata qui a Barletta il 19 febbraio scorso. Abbiamo corso tra le vie del centro storico, lungo il litorale e perfino nel grande fossato del Castello. È stato un grande privilegio reso possibile dalla Federazione Pietro Mennea e dalla mia associazione Barletta sportiva. Grazie ancora!»
«Per me la maratona è la regina della corsa in quanto richiede resistenza, velocità, allenamento e testa. Quando corri per una maratona, ogni errore commesso lo paghi: ecco perché è diventata la mia grande passione». Al termine dell'incontro con Marco Cianciolo, Vincenzo Cascella Presidente dell'ASD Barletta sportiva e la tesserata Maria Assunta Paolillo, si torna a casa con un passo più veloce, come se stessimo partecipando a una "piccola" maratona personale, consapevoli che qualunque sport si pratichi può solo farci bene.