
La città
Plastica bruciata, materassi, anche un water: via Vecchia Canosa o cloaca massima?
Dall’agro di Barletta, cronache di ordinario degrado
Barletta - martedì 19 novembre 2019
Ancora una volta ci vediamo costretti a documentare lo stato di degrado, sporcizia ed inciviltà nel quale versano le nostre strade di campagna.
Abbiamo già trattato abbastanza di recente questo argomento, nella speranza (a quanto pare vana) di sensibilizzare le istituzioni, e soprattutto la cittadinanza barlettana, alla salvaguardia di una delle caratteristiche più belle del nostro territorio. Stiamo parlando dello sterminato orizzonte di vigne ed ulivi che rende unico il nostro entroterra.
Purtroppo Barletta riguardo queste tematiche continua imperterrita ad essere la città del "non è a me" e le immagini con cui documentiamo ad esempio quell'autentica cloaca massima che pare essere diventata la Via Vecchia per Canosa ove disseminato per i campi si trova ogni sorta di rifiuto. Un panorama sconcertante fatto di plastica e bottiglie bruciate, materiale edile di risulta, copertoni, materassi e water assortiti manco fossimo in uno stand della Eminflex o della Pozzi Ginori, scarti di lavorazioni tessili e - ultime, ma non certo per degrado nonché grave pericolo per la salute, viste le penetrazioni nella falda causa pioggia – anche lastre di eternit.
Osservando questo spettacolo desolante, ci rendiamo purtroppo conto di quanto improbo possa essere il compito degli operatori Bar.S.A., i quali, per quanto possano sforzarsi, non riuscirebbero mai in queste condizioni a tenere testa ai "galantuomini" che fanno costantemente scempio dell'agro barlettano.
Inoltre, come se non bastasse, qualche notte fa, da Sud-Ovest , pare sia tornata a "deliziarci" la famigerata "puzza di fonzies" che tanto ha ammorbato le nostre sere d'estate.
Da tutto questo si evince che deterrenti come videosorveglianza ed esposti alla magistratura nulla possono contro questi ormai numerosi fenomeni misti di illegalità ed ignoranza, che evidentemente sono appannaggio si di una minoranza di cittadini. Ma sarebbe anche ora di ammettere una volta per tutte che si tratta di una minoranza non più trascurabile. Ne và innanzitutto della nostra salute. Poi del decoro della nostra città
Abbiamo già trattato abbastanza di recente questo argomento, nella speranza (a quanto pare vana) di sensibilizzare le istituzioni, e soprattutto la cittadinanza barlettana, alla salvaguardia di una delle caratteristiche più belle del nostro territorio. Stiamo parlando dello sterminato orizzonte di vigne ed ulivi che rende unico il nostro entroterra.
Purtroppo Barletta riguardo queste tematiche continua imperterrita ad essere la città del "non è a me" e le immagini con cui documentiamo ad esempio quell'autentica cloaca massima che pare essere diventata la Via Vecchia per Canosa ove disseminato per i campi si trova ogni sorta di rifiuto. Un panorama sconcertante fatto di plastica e bottiglie bruciate, materiale edile di risulta, copertoni, materassi e water assortiti manco fossimo in uno stand della Eminflex o della Pozzi Ginori, scarti di lavorazioni tessili e - ultime, ma non certo per degrado nonché grave pericolo per la salute, viste le penetrazioni nella falda causa pioggia – anche lastre di eternit.
Osservando questo spettacolo desolante, ci rendiamo purtroppo conto di quanto improbo possa essere il compito degli operatori Bar.S.A., i quali, per quanto possano sforzarsi, non riuscirebbero mai in queste condizioni a tenere testa ai "galantuomini" che fanno costantemente scempio dell'agro barlettano.
Inoltre, come se non bastasse, qualche notte fa, da Sud-Ovest , pare sia tornata a "deliziarci" la famigerata "puzza di fonzies" che tanto ha ammorbato le nostre sere d'estate.
Da tutto questo si evince che deterrenti come videosorveglianza ed esposti alla magistratura nulla possono contro questi ormai numerosi fenomeni misti di illegalità ed ignoranza, che evidentemente sono appannaggio si di una minoranza di cittadini. Ma sarebbe anche ora di ammettere una volta per tutte che si tratta di una minoranza non più trascurabile. Ne và innanzitutto della nostra salute. Poi del decoro della nostra città
























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