Territorio
Pista ciclabile a Barletta: un ottimo parcheggio
Una domenica sulla litoranea di Ponente. Un'odissea tra sole, mare e rassegnazione
Barletta - martedì 23 agosto 2011
Ore 12, calma piatta. La domenica estiva inizia con l'osservazione di un'auto parcheggiata sulla classica pista ciclabile, forse il proprietario del mezzo non voleva spendere soldi per la sosta a pagamento o per il parcheggio, croce e delizia di ogni automobilista.
Proseguendo la passeggiata in bicicletta, l'osservazione delle regole diminuisce e aumentano le soste selvagge. Incontro una tenda beduina posizionata sul marciapiede, è li da tutta l'estate, all'interno è arredata come un salottino, con un certo "gusto". Osservo un gazebo allestito sul marciapiede, in cui l'intera famiglia preferisce stare sul cemento, anziché sulla spiaggia.
Dopo i soliti parcheggi fantasiosi e senza regole, proseguo: la strada si restringe, inizia il "lato selvaggio" della litoranea, infatti le auto sono quasi accavallate una sull'altra, i parcheggi diventano sempre più" creativi", in mancanza di spazi adatti ci si arrangia.
La strada si restringe sempre di più, oramai è diventata un budello ad una corsia, e i bagnanti della domenica sono messi a dura prova nel cercare un parcheggio di fronte il posto prescelto per piantare l'ombrellone.
Altri bagnanti, conclusa la giornata al mare, si lavano i piedi sulla strada e, mentre le auto sfilano loro davanti a passo d'uomo, io sono indeciso se scansare questi ultimi o l'automobile che mi sta arrivando addosso. Arrivo fino a limite della litoranea dove l'erosione della costa è inesorabile. Tra auto insabbiate, segnali stradali bruciati e abbandonati, bagnanti rassegnati e rilassati, automobilisti alla ricerca di un posto che non c'è, torno indietro, cotto dal sole.
Proseguendo la passeggiata in bicicletta, l'osservazione delle regole diminuisce e aumentano le soste selvagge. Incontro una tenda beduina posizionata sul marciapiede, è li da tutta l'estate, all'interno è arredata come un salottino, con un certo "gusto". Osservo un gazebo allestito sul marciapiede, in cui l'intera famiglia preferisce stare sul cemento, anziché sulla spiaggia.
Dopo i soliti parcheggi fantasiosi e senza regole, proseguo: la strada si restringe, inizia il "lato selvaggio" della litoranea, infatti le auto sono quasi accavallate una sull'altra, i parcheggi diventano sempre più" creativi", in mancanza di spazi adatti ci si arrangia.
La strada si restringe sempre di più, oramai è diventata un budello ad una corsia, e i bagnanti della domenica sono messi a dura prova nel cercare un parcheggio di fronte il posto prescelto per piantare l'ombrellone.
Altri bagnanti, conclusa la giornata al mare, si lavano i piedi sulla strada e, mentre le auto sfilano loro davanti a passo d'uomo, io sono indeciso se scansare questi ultimi o l'automobile che mi sta arrivando addosso. Arrivo fino a limite della litoranea dove l'erosione della costa è inesorabile. Tra auto insabbiate, segnali stradali bruciati e abbandonati, bagnanti rassegnati e rilassati, automobilisti alla ricerca di un posto che non c'è, torno indietro, cotto dal sole.