Cronaca
Pestò a sangue un connazionale, 30 anni al cittadino romeno
Jonut Tenchi, 27 anni, uccise Victor Costantin il 12 aprile 2011. Il fattaccio in una baraccopoli nei pressi del cimitero di Barletta
Barletta - martedì 20 marzo 2012
13.27
Trent'anni di reclusione con rito abbreviato. E' stato questo il verdetto a carico di Jonut Tenchi, il 27enne rumeno che quasi un anno fa, nella notte tra l'11 e il 12 aprile 2011 massacrò un suo connazionale, Victor Costantin di 47 anni, un brutale pestaggio all'interno di un accampamento alla periferia di Barletta. Questo l'esito dell'inchiesta portata avanti dal Pubblico Ministero della Procura di Trani Giuseppe Maralfa, durante la quale è stato assodato che la morte di Costantin non fu determinata dal ritardo dei soccorsi, come pensato in un primo tempo, bensì dalle lesioni interne gravissime. Per questo motivo il gup Rossella Volpe ha accolto la richiesta dell'accusa, condannando Jonut Tenchi al massimo della pena prevista con il rito abbreviato.
Il misfatto avvenne quasi un anno fa in una baraccopoli nei pressi del cimitero di Barletta, dove alcuni rumeni risiedevano. La lite era nata dopo che l'uomo era intervenuto per difendere una donna residente all'interno dell'accampamento dal tentativo di violenza sessuale attuato da un connazionale, poi identificato in un cittadino romeno di 25 anni, senza fissa dimora, arrestato dal Commissariato di P.S. di Barletta con le accuse di "tentato omicidio e tentata violenza sessuale".
Gli agenti di polizia erano accorsi sul posto la mattina del 12 aprile dopo una segnalazione da parte del personale del 118, che segnalava un individuo di nazionalità straniera in gravi condizioni che si trovava all'interno di una baracca, situata in Viale del Cimitero, in cui erano accampati alcuni cittadini romeni. La pattuglia, acquisita la notizia di reato, identificò i presenti, due donne romene, una quarantenne ed una ventiquattrenne, ed un uomo di 44 anni, anch'egli romeno. Gli stessi avevano dato una mano importante nella ricostruzione dei fatti, riferendo che nella precedente serata un loro connazionale, di cui non sono tuttora note le generalità, aveva tentato una violenza sessuale ai danni di una delle donne lì presenti, loro convivente. Solo l'intervento di un connazionale aveva evitato peggiori conseguenze, costringendo l'energumeno a desistere dal suo intento. Nella circostanza il romeno intervenuto in difesa della donna, fu brutalmente percosso dall'indagato. Solo le urla del romeno aggredito avevano destato l'intervento del un connazionale quarantasettenne poi deceduto, sul quale l'energumeno aveva scaricato la sua ira colpendolo ripetutamente con calci e pugni su tutto il corpo, tanto da fargli perdere i sensi, per poi lasciarlo a terra prima di sensi, prima di darsi alla fuga. Ieri, a 11 mesi di distanza, è finalmente stata posta la parola "fine" sulla turpe vicenda.
Il misfatto avvenne quasi un anno fa in una baraccopoli nei pressi del cimitero di Barletta, dove alcuni rumeni risiedevano. La lite era nata dopo che l'uomo era intervenuto per difendere una donna residente all'interno dell'accampamento dal tentativo di violenza sessuale attuato da un connazionale, poi identificato in un cittadino romeno di 25 anni, senza fissa dimora, arrestato dal Commissariato di P.S. di Barletta con le accuse di "tentato omicidio e tentata violenza sessuale".
Gli agenti di polizia erano accorsi sul posto la mattina del 12 aprile dopo una segnalazione da parte del personale del 118, che segnalava un individuo di nazionalità straniera in gravi condizioni che si trovava all'interno di una baracca, situata in Viale del Cimitero, in cui erano accampati alcuni cittadini romeni. La pattuglia, acquisita la notizia di reato, identificò i presenti, due donne romene, una quarantenne ed una ventiquattrenne, ed un uomo di 44 anni, anch'egli romeno. Gli stessi avevano dato una mano importante nella ricostruzione dei fatti, riferendo che nella precedente serata un loro connazionale, di cui non sono tuttora note le generalità, aveva tentato una violenza sessuale ai danni di una delle donne lì presenti, loro convivente. Solo l'intervento di un connazionale aveva evitato peggiori conseguenze, costringendo l'energumeno a desistere dal suo intento. Nella circostanza il romeno intervenuto in difesa della donna, fu brutalmente percosso dall'indagato. Solo le urla del romeno aggredito avevano destato l'intervento del un connazionale quarantasettenne poi deceduto, sul quale l'energumeno aveva scaricato la sua ira colpendolo ripetutamente con calci e pugni su tutto il corpo, tanto da fargli perdere i sensi, per poi lasciarlo a terra prima di sensi, prima di darsi alla fuga. Ieri, a 11 mesi di distanza, è finalmente stata posta la parola "fine" sulla turpe vicenda.