Caterina Spadafora
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Politica

PD: “Facta lex inventa fraus” ovvero “Fatta la legge trovato l’inganno”

«Rimpiattino politico», la nota dell'ex vice segretario Caterina Spadafora. «Ho assistito attonita, ma non impotente»

Accogliamo e pubblichiamo la nota dell'ex vice segretaria del Partito Democratico Caterina Spadafora. Ci sia consentito in premessa una riflessione. Rivolgendosi al pubblico dei lettori sarebbe doveroso impegnarsi alla chiarezza. Fare nomi e cognomi di chi si accusa e di chi si sostiene. Lo sforzo ermeneutico, da esegesi biblica, non ci interessa. Se si vuole stigmatizzare Paolillo e fare endorsement per Superbo, lo si faccia a viso aperto. Come ogni giorno facciamo noi rischiando ed esponendoci.

«È uno dei proverbi - scrive la Spadafora - che meglio descrive l'indole culturale dell'uomo sociale e di conseguenza di chi della socialità dovrebbe farne un pilastro per il proprio agire: l'uomo animale politico di Aristotelica definizione. "Le leggi - dice Aristotele - mirano al bene comune e a creare buoni cittadini". Ma quali cittadini potranno mai abitare un Paese nel quale la deroga diventa norma e la regola diventa eccezione? Se "ogni regime cerca di plasmare i cittadini a propria immagine" allora mi chiedo: quale Italia si vuole plasmare? Quella che si "desta" sulle note dell'Inno Nazionale di Mameli o quella "hipnotizada" mentre balla il Pulcino Pio di Crozza? Pur affascinata dalle teorie di Aristotele e dalle pungenti canzoni di Crozza, incapace di fare eleganti elucubrazioni filosofiche sulle quali disquisire - con l'aiuto dei più ricercati ed aulici termini della lingua italiana - sul senso di "essere classe dirigente" e della "Politica", vorrei semplicemente provare ad evitare che le nobili comuni Primarie per la scelta dei Parlamentari si trasformino nella ghigliottina politica del Partito Democratico e nella mortificazione dell'appartenenza, della militanza, dell'etica e della rappresentanza».

«In questi ultimi mesi ho assistito attonita, ma mai impotente al tradizionale "rimpiattino" politico tra i sedicenti dirigenti regionali che, così consapevoli del proprio ruolo di "educatori alla serietà", hanno "coraggiosamente" delegato ai livelli "inferiori" la scelta di far rispettare o meno le regole statutarie, salvo poi, in barba ad ogni principio di autodeterminazione del territorio e di opportunità politica, decidere di far candidare chi in questo momento sta "attendendo" l'esito di una procedura sanzionatoria. Quest'atto offende chi come me ed insieme a me, all'interno dell'area Modem, ha avviato questa "lotta" per rendere il Partito un soggetto credibile ed autorevole. Questa decisione continua a defraudare chi crede che la politica possa ancora essere lo strumento per rendere il destino meno ineluttabile privando di ogni entusiasmo chi quotidianamente afferma la necessità di una comunità retta sulle regole condivise. Ridicolizza un Partito, la sua classe dirigente, nonché i massimi rappresentanti (siano essi Segretari o componenti della Commissione di garanzia) laddove incapaci di fissare un limite invalicabile all'ingerenza finalizzata all'autoconservazione».

«L'autoconservazione dei partiti fa si che nessuno "chieda o paghi mai conto" ovvero risponda delle proprie azioni… ammesso che agisca!!!»

«Non è forse sul rapporto eletto/elettore nonché su quello della rappresentanza che dovrebbe incardinarsi la scelta dei candidati? O forse qualcuno pensa di poter cavalcare il liet motiv della "territorialità" per convincere gli elettori che si è degni di candidarsi per "orientare le scelte" mentre guardingo cerca alleanze che ne "certifichino" le probabilità di elezione?»

«Infine ringraziando l'illustre ex Sindaco avv. Fiore, che con sublimi ed illustri parole ha dichiarato la sua adesione "de facto" al mondo degli elettori PD (così come sancito dal regolamento delle primarie), è possibile immaginare che la sua presenza non potrà che portare spessore al nostro Partito così come ha fatto creando il soggetto politico "cittadini in movimento". Concludo invitando gli elettori a votare - in questo "do ut des" politico - chi conosce il significato della parola "appartenenza", chi da sempre ha avuto il coraggio delle proprie idee e non ha mai avuto timore ad esprimerle pubblicamente, chi ha provato ad agire in questi anni responsabilmente a prescindere dalla sua "barlettanità"».
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