Politica
Pastore presidente del consiglio: torna il 'Soccorso Rosso'
Il Maffei bis all’insegna della temporaneità. Ora si attende la decisione sul bilancio
Barletta - mercoledì 20 luglio 2011
Soccorso rosso del Psi
Soccorso Rosso era un'organizzazione (tra i promotori Dario Fo e Franca Rame) che negli anni '70 offriva assistenza legale gratuita e sostegno materiale ai militanti, ai compagni dell'estrema sinistra detenuti per reati politici. Il Partito Socialista a Barletta svolge più o meno la stessa azione. Ad un centrosinistra rinchiuso dietro le sbarre delle proprie divisioni, dell'eterogeneità della formazioni politiche, dello scollamento fra segreterie e gruppi consiliari, impoverito dai personalismi e dalle fazioni, il Psi offre una via di uscita attraverso uno dei suoi uomini.
Il vicesindaco e il presidente del consiglio
Era accaduto con l'indicazione di Antonio Carpagnano a vicesindaco. Quella postazione era stata infatti assegnata alla Buona Politica che sull'indicazione si era dilaniata. La storia si ripete con l'elezione del Presidente del Consiglio. Il PD, primo partito della coalizione, aveva prima ottenuto lo scranno più alto dell'aula. Salvo poi dividersi in due sull'indicazione del nome (Lasala vs Delvecchio). E ancora una volta è il Psi la soluzione. Con 17 su 23 voti della maggioranza (qualche dissidente anonimo ha votato per Maffei, qualcun altro scheda bianca, uno infine Filannino) e l'opposizione fuori dall'aula, è stato eletto Presidente Franco Pastore, consigliere regionale e comunale, con alle spalle una lunga esperienza in amministrazione come consigliere e assessore. Una presidenza temporanea, di transizione, fino a quando il Pd non troverà una soluzione unitaria. I due vicepresidenti sono invece Rossella Piazzolla (Pdl) e Pasquale Ventura (Sel).
Punti di vista
Anche se ieri in aula si è ascoltata una bizzarra interpretazione degli eventi da parte del consigliere (e presidente del partito democratico) Nicola Ruta, il quale sostiene che nel Pd si discute ma si è compatti e che le divisioni sono frutto di una campagna di stampa. Le dimissioni del sindaco, poi ritirate, le deleghe assessorili rimesse nelle mani del sindaco (e infatti ieri gli assessori non erano in aula), venti giorni di stallo con la decisione di affidare la presidenza all'esterno del Pd sono dunque fiction. Qualcuno (noi o Ruta) era sintonizzato su un canale diverso.
La giunta, la presidenza, il bilancio e oltre
L'opposizione ha chiesto più volte al sindaco spiegazioni sull'assenza della giunta. Al di là della facile provocazione, è chiarissimo il ruolo che in questa fase ha giocato la decisione degli assessori di rimettere le deleghe nelle mani del Primo cittadino. Il significato politico è: se serve una o più delle nostre postazioni per trovare una mediazione fra le richieste in campo, le nostre sono a disposizione. Da ieri, chiusa la partita delle presidenza, sono ripartire le trattative per dare una fisionomia definitiva alla giunta Maffei. Sembra scontato il passaggio del testimone fra Caporusso e Sciusco nella Federazione della sinistra. Probabile anche la conferma di Mazzarisi per Sel. Un grosso punto interrogativo riguarda invece la Buona Politica. Nel gruppo consiliare la divaricazione fra Lanotte e Marzocca da una parte e Calabrese dall'altra potrebbe rappresentare uno scoglio all'indicazione dell'assessore (definitivo) di riferimento. Nel proprio partito, invece, Maffei ha scelto una posizione interessante: per ciascuna delle quattro postazioni di assessore sarà presentata una terna di nomi. Dodici nomi nel Pd. Dodici come gli Apostoli, dodici come le tribu di Israele. Chissà se il Sindaco, da cattolico praticante, ha pensato a questo strano richiamo numerologico.
Si tratterà ora di capire cosa avverrà sul bilancio. Se i silenti dissidenti di ieri voteranno invece in modo disciplinato sull'atto più importante dell'amministrazione comunale. O se, attraverso gli emendamenti, ci sarà un tiro al bersaglio per mettere in difficoltà Maffei. Il bilancio, diversamente dalla giunta e dalla presidenza del consiglio, non può avere natura temporanea, provvisoria.
Da ieri c'è una nube in meno sul Maffei bis. Ma il cielo non è certo tornato sereno.
Soccorso Rosso era un'organizzazione (tra i promotori Dario Fo e Franca Rame) che negli anni '70 offriva assistenza legale gratuita e sostegno materiale ai militanti, ai compagni dell'estrema sinistra detenuti per reati politici. Il Partito Socialista a Barletta svolge più o meno la stessa azione. Ad un centrosinistra rinchiuso dietro le sbarre delle proprie divisioni, dell'eterogeneità della formazioni politiche, dello scollamento fra segreterie e gruppi consiliari, impoverito dai personalismi e dalle fazioni, il Psi offre una via di uscita attraverso uno dei suoi uomini.
Il vicesindaco e il presidente del consiglio
Era accaduto con l'indicazione di Antonio Carpagnano a vicesindaco. Quella postazione era stata infatti assegnata alla Buona Politica che sull'indicazione si era dilaniata. La storia si ripete con l'elezione del Presidente del Consiglio. Il PD, primo partito della coalizione, aveva prima ottenuto lo scranno più alto dell'aula. Salvo poi dividersi in due sull'indicazione del nome (Lasala vs Delvecchio). E ancora una volta è il Psi la soluzione. Con 17 su 23 voti della maggioranza (qualche dissidente anonimo ha votato per Maffei, qualcun altro scheda bianca, uno infine Filannino) e l'opposizione fuori dall'aula, è stato eletto Presidente Franco Pastore, consigliere regionale e comunale, con alle spalle una lunga esperienza in amministrazione come consigliere e assessore. Una presidenza temporanea, di transizione, fino a quando il Pd non troverà una soluzione unitaria. I due vicepresidenti sono invece Rossella Piazzolla (Pdl) e Pasquale Ventura (Sel).
Punti di vista
Anche se ieri in aula si è ascoltata una bizzarra interpretazione degli eventi da parte del consigliere (e presidente del partito democratico) Nicola Ruta, il quale sostiene che nel Pd si discute ma si è compatti e che le divisioni sono frutto di una campagna di stampa. Le dimissioni del sindaco, poi ritirate, le deleghe assessorili rimesse nelle mani del sindaco (e infatti ieri gli assessori non erano in aula), venti giorni di stallo con la decisione di affidare la presidenza all'esterno del Pd sono dunque fiction. Qualcuno (noi o Ruta) era sintonizzato su un canale diverso.
La giunta, la presidenza, il bilancio e oltre
L'opposizione ha chiesto più volte al sindaco spiegazioni sull'assenza della giunta. Al di là della facile provocazione, è chiarissimo il ruolo che in questa fase ha giocato la decisione degli assessori di rimettere le deleghe nelle mani del Primo cittadino. Il significato politico è: se serve una o più delle nostre postazioni per trovare una mediazione fra le richieste in campo, le nostre sono a disposizione. Da ieri, chiusa la partita delle presidenza, sono ripartire le trattative per dare una fisionomia definitiva alla giunta Maffei. Sembra scontato il passaggio del testimone fra Caporusso e Sciusco nella Federazione della sinistra. Probabile anche la conferma di Mazzarisi per Sel. Un grosso punto interrogativo riguarda invece la Buona Politica. Nel gruppo consiliare la divaricazione fra Lanotte e Marzocca da una parte e Calabrese dall'altra potrebbe rappresentare uno scoglio all'indicazione dell'assessore (definitivo) di riferimento. Nel proprio partito, invece, Maffei ha scelto una posizione interessante: per ciascuna delle quattro postazioni di assessore sarà presentata una terna di nomi. Dodici nomi nel Pd. Dodici come gli Apostoli, dodici come le tribu di Israele. Chissà se il Sindaco, da cattolico praticante, ha pensato a questo strano richiamo numerologico.
Si tratterà ora di capire cosa avverrà sul bilancio. Se i silenti dissidenti di ieri voteranno invece in modo disciplinato sull'atto più importante dell'amministrazione comunale. O se, attraverso gli emendamenti, ci sarà un tiro al bersaglio per mettere in difficoltà Maffei. Il bilancio, diversamente dalla giunta e dalla presidenza del consiglio, non può avere natura temporanea, provvisoria.
Da ieri c'è una nube in meno sul Maffei bis. Ma il cielo non è certo tornato sereno.