Mennea | Maffei | Caracciolo
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Politica

Partito Democratico, «mostro a tre teste» che cerca una nuova coscienza

Lettera della presidente Paola Nasca a poche ore dal consiglio comunale. Ultim'ora dal Pd prima di nuove decisioni

«Sono alla Presidenza del Partito Democratico di Barletta dalla fine dello scorso mese; non è una carica di cui vado fiera vista la situazione di crisi del pd di Barletta, che crisi definivo all'esito del risultato elettorale lo scorso anno ed ora dovrei definire dramma». Disilluse le parole che Paola Nasca, presidente del Partito Democratico a Barletta, usa per definire questa realtà politica a poche ore dal consiglio comunale che cercherà di delineare nuove sorti per il governo della città.

«Un partito spaccato, tripartito nettamente in tre aree (Caracciolo, Mennea, Sindaco), un mostro a tre teste che nonostante la celebrazione di un congresso e lo sfiancante stallo amministrativo e politico che perdura dalla rielezione del Sindaco, non riesce a fare quello che deve come da mandato conferitogli dai cittadini: governare. Governare significa gestione del potere, non lo nego e trovo molto puerile la sterile retorica di chi dice che la politica non deve occuparsi di potere. Il problema è il come lo si esercita il potere, come si pensa (e sottolineo pensa, perchè l'ideologia è imprescindibile in politica) di volerlo esercitare questo potere .

Il mostro a tre teste non riesce a fare sintesi, non ha una volontà tale da poter camminare dritto in una direzione. Ogni testa spinge con la sua forza e cerca di accoppare l'altra. In questa guerra poi, si inseriscono spesso fattori esterni che impediscono quasi irrimediabilmente la possibilità di accordo e proposta politica condivisa. Fuor di metafora, durante l'ultimo direttivo, la minoranza del Pd (area Mennea e Sindaco) ha chiesto alla maggioranza (Caracciolo) quale sia il senso del dover conferire dignità politica "alla Lista Emiliano" che non era presente in coalizione al momento delle votazioni, che non ha alcuna rappresentanza in sede provinciale, regionale o nazionale, che probabilmente lo stesso Michele Emiliano non sa se, dove come e quando collocare politicamente. Se già il Pd, mostro a tre teste, non riesce a trovare volontà per colpa dei propri limiti, quale senso ha il doversi occupare dell'esistenza politica della "Lista Emiliano"? Domanda rimasta senza risposta, che però tiene in pugno una città. Porsi il problema politico di questioni come "la lista Emilano" non è affare di lana caprina, la logica del "più siamo meglio stiamo" ha portato il Pd di Barletta ad essere oggetto di burla e risolini da parte di tutta la città, non senza ragione.

Se le tre teste del Pd non si accordano – conclude la Nasca - finiranno col distruggersi a vicenda in una lotta a chi ostenta maggiore forza elettorale. Non penso alla città serva la vuota ostentazione del potere, avrei preferito presiedere uno scontro ideologico, e forse, umorale come sono mi avrebbero anche convinto del fatto che il Pd di Barletta si debba occupare della "lista Emiliano". Ecco perchè non sono fiera della mia carica».
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