Territorio
Partire è come morire, qualche volta si
Nelle stazioni bisognerebbe servirsi di segnali luminosi a beneficio dei non udenti. Una vita troncata in quel modo, fa veramente rabbia.
Barletta - lunedì 6 dicembre 2010
E' struggente veder partire i propri cari, quando si sa che non si potranno rivedere presto, e quel senso melanconico lo si intuisce anche nelle oleografie, in cui sono riprodotti treni, per lo più a vapore e dal pennacchio bianco, che sembrano perdersi in uno spazio senza orizzonti.
Tutto ciò si svolge su un palcoscenico, abbastanza insolito come luogo teatrale, ma popolato da una umanità variegata perché portatrice di sentimenti di varia natura. Qui si incrociano affanni, dolore, gioia, esultanza, insoddisfazione, la stanchezza del lavoro e l'applicazione allo studio, che hanno un'anima e un corpo, e diventano protagonisti di una recita che si rappresenta, senza intervalli, in una qualunque stazione del nostro paese.
Sembrerebbe, a prima vista, un luogo di fascino e di sogni, invece è caratterizzato da pericolose situazioni che possono risultare pregiudizievoli per l'incolumità delle persone, creando, così, sensazioni di grande angoscia per fatti molto cruenti, a cui si assiste impietriti e attoniti. E' un avvenimento, non frequente, che ripropone però il problema della sicurezza dei viaggiatori all'interno dei locali della stazione e sui marciapiedi, antistanti i binari, sui quali transitano i treni ora più che veloci oppure quelli che si apprestano a fermarsi per consentire la salita o la discesa dei viaggiatori.
Se è vero che, quasi, tutte le stazioni sono dotate di sottopassaggi per permettere ai viaggiatori di accedere ai treni previo stazionamento sui marciapiedi, è anche vero che è possibile l' attraversamento dei binari ai fini di raggiungere altri binari, per cui, se non è fattibile la realizzazione di reali impedimenti, si potrebbe far ricorso all'utilizzazione di amplificatori, non solo, per comunicare, come avviene ora, l'arrivo dei treni per gli udenti bensì di servirsi di segnali luminosi, a beneficio di coloro che non odono, al fine di impedire loro incauti attraversamenti di binari, suscettibili di concludersi nella maniera più tragica. Una vita troncata in quel modo, fa veramente rabbia.
Emanuele Porcelluzzi
Tutto ciò si svolge su un palcoscenico, abbastanza insolito come luogo teatrale, ma popolato da una umanità variegata perché portatrice di sentimenti di varia natura. Qui si incrociano affanni, dolore, gioia, esultanza, insoddisfazione, la stanchezza del lavoro e l'applicazione allo studio, che hanno un'anima e un corpo, e diventano protagonisti di una recita che si rappresenta, senza intervalli, in una qualunque stazione del nostro paese.
Sembrerebbe, a prima vista, un luogo di fascino e di sogni, invece è caratterizzato da pericolose situazioni che possono risultare pregiudizievoli per l'incolumità delle persone, creando, così, sensazioni di grande angoscia per fatti molto cruenti, a cui si assiste impietriti e attoniti. E' un avvenimento, non frequente, che ripropone però il problema della sicurezza dei viaggiatori all'interno dei locali della stazione e sui marciapiedi, antistanti i binari, sui quali transitano i treni ora più che veloci oppure quelli che si apprestano a fermarsi per consentire la salita o la discesa dei viaggiatori.
Se è vero che, quasi, tutte le stazioni sono dotate di sottopassaggi per permettere ai viaggiatori di accedere ai treni previo stazionamento sui marciapiedi, è anche vero che è possibile l' attraversamento dei binari ai fini di raggiungere altri binari, per cui, se non è fattibile la realizzazione di reali impedimenti, si potrebbe far ricorso all'utilizzazione di amplificatori, non solo, per comunicare, come avviene ora, l'arrivo dei treni per gli udenti bensì di servirsi di segnali luminosi, a beneficio di coloro che non odono, al fine di impedire loro incauti attraversamenti di binari, suscettibili di concludersi nella maniera più tragica. Una vita troncata in quel modo, fa veramente rabbia.
Emanuele Porcelluzzi