La città
Parola agli uomini della nostra città, il voto delle donne è libero?
Barlettalife prosegue l’inchiesta sulla libertà del voto. «La politica? Tutte promesse da marinaio»
Barletta - mercoledì 6 febbraio 2013
Barlettalife prosegue la sua inchiesta tra i cittadini barlettani sulla libertà del voto, tra compravendita e condizionamenti: dopo aver domandato ad alcune donne di Barletta (di tutte le età) se si sentissero libere di esprimere la propria preferenza politica, questa volta è stata la tornata degli uomini. Dopo le mamme, le giovani ragazze, le nonne, abbiamo così intervistato la "controparte", ovvero i mariti, i fidanzati per comprendere fino a che livello si estenda l'influenza maschile sul voto femminile. In alcuni casi vige ancora la regola "è il maschio che decide", mentre una buona parte della popolazione barlettana si sta evolvendo verso una concezione più liberale e parcondicistica nella scelta del voto: nonostante alcuni passanti preferiscano tacere (forse influenzati dal pesante clima pre-elettorale), in tanti ci hanno risposto in maniera assolutamente anonima, restituendoci una dato differenziato e interessante da analizzare.
Si è mai trovato nella condizione di dover decidere anche per sua moglie chi si dovesse votare?
Primo intervistato: «Credo sia una sua prerogativa decidere chi votare o meno, più che altro non è un mio problema, non influenzo la sua vita e le sue scelte, sia nell'ambito politico che nella sfera personale».
Secondo intervistato: «Fortunatamente tra di noi non ci sono disuguaglianze o ruoli prestabiliti, ognuno decide per se, è questo forse ciò che ci tiene maggiormente legati, la nostra diversità e il confronto in questa è il nostro costante punto di scontro e di incontro».
Secondo lei a Barletta quanto spesso gli uomini decidono per le proprie mogli o fidanzate?
Terzo intervistato: «A mio avviso questo fenomeno retrogrado e maschilista è ancora molto diffuso nella nostra seppur bellissima città, nonostante siamo in una repubblica democratica direi fondata purtroppo sulla ricerca del lavoro, ma l'unico diritto che ancora ci rimane è la nostra libertà di scelta e credo sia quello da difendere maggiormente con le unghie e con i denti, sia per noi stessi che per chi ci sta vicino nella quotidianità e che amiamo».
Nella sua famiglia in che modo si decide chi votare?
Quarto intervistato: «In genere sono io, ma più che decidere propongo, poi in cabina elettorale ognuno fa ciò che meglio crede, il voto è una cosa molto riservata; mia moglie potrebbe dirmi che vota chi le indico io e poi fare tutto il contrario andando a compilare la scheda, e in questo caso sarebbe inutile il mio suggerimento».
Quindi lei più che altro non ha la certezza che votino chi propone lei o meno e questo la induce a non suggerire delle scelte?
«Io spero che mi seguano per orientarsi nella giusta direzione, poi per il resto libertà totale e assoluta; in passato spesso ho dovuto indicare io la strada da seguire a mia moglie e alle nostre due figlie anche per il loro disinteresse alla politica».
Si è mai pentito di aver suggerito un voto piuttosto che un altro?
«Assolutamente no, in fondo perché avrei dovuto? Tanto infine la politica tutta, è quello che ben sappiamo, non dovremmo essere noi a pentirci, ma chi sia da un lato che dall'altro ci offre promesse da marinaio».
Quanto spesso ha deciso per sua moglie chi votare?
Quinto intervistato: «Io decido e la metto al corrente delle mie preferenze, in queste occasioni un po' tutti nella nostra famiglia dicono la loro e a conclusione ci orientiamo più o meno allo stesso modo decidendo il nostro candidato da votare».
Ha delle figlie? Se si, il loro voto è indipendente dalle sue scelte?
«Ho due figlie femmine e un maschio, loro ascoltano ciò che dico io, ma infine credo decidano da se chi votare, le ragazze soprattutto sono molto curiose e cercano di informarsi il più possibile per potersi creare il proprio parere, il maschio segue me più degli altri».
Ha mai condizionato sua moglie nel voto?
Sesto intervistato: «Credo sia più che impossibile, abbiamo pareri politici del tutto opposti, e questo non mi crea nessun problema, ogni essere umano è libero di decidere quello che preferisce e la sua libertà mi rende orgoglioso come suo compagno di vita».
Settimo intervistato: «No, ho sempre lasciato campo libero alla mia famiglia almeno nel voto; poi si sa l'uomo è quello che gestisce tutto quanto, ma se non fosse aiutato in questo dalla forza e dal sostegno delle mogli e dei figli potrebbe fare ben poco da solo».
Si è mai trovato nella condizione di dover decidere anche per sua moglie chi si dovesse votare?
Primo intervistato: «Credo sia una sua prerogativa decidere chi votare o meno, più che altro non è un mio problema, non influenzo la sua vita e le sue scelte, sia nell'ambito politico che nella sfera personale».
Secondo intervistato: «Fortunatamente tra di noi non ci sono disuguaglianze o ruoli prestabiliti, ognuno decide per se, è questo forse ciò che ci tiene maggiormente legati, la nostra diversità e il confronto in questa è il nostro costante punto di scontro e di incontro».
Secondo lei a Barletta quanto spesso gli uomini decidono per le proprie mogli o fidanzate?
Terzo intervistato: «A mio avviso questo fenomeno retrogrado e maschilista è ancora molto diffuso nella nostra seppur bellissima città, nonostante siamo in una repubblica democratica direi fondata purtroppo sulla ricerca del lavoro, ma l'unico diritto che ancora ci rimane è la nostra libertà di scelta e credo sia quello da difendere maggiormente con le unghie e con i denti, sia per noi stessi che per chi ci sta vicino nella quotidianità e che amiamo».
Nella sua famiglia in che modo si decide chi votare?
Quarto intervistato: «In genere sono io, ma più che decidere propongo, poi in cabina elettorale ognuno fa ciò che meglio crede, il voto è una cosa molto riservata; mia moglie potrebbe dirmi che vota chi le indico io e poi fare tutto il contrario andando a compilare la scheda, e in questo caso sarebbe inutile il mio suggerimento».
Quindi lei più che altro non ha la certezza che votino chi propone lei o meno e questo la induce a non suggerire delle scelte?
«Io spero che mi seguano per orientarsi nella giusta direzione, poi per il resto libertà totale e assoluta; in passato spesso ho dovuto indicare io la strada da seguire a mia moglie e alle nostre due figlie anche per il loro disinteresse alla politica».
Si è mai pentito di aver suggerito un voto piuttosto che un altro?
«Assolutamente no, in fondo perché avrei dovuto? Tanto infine la politica tutta, è quello che ben sappiamo, non dovremmo essere noi a pentirci, ma chi sia da un lato che dall'altro ci offre promesse da marinaio».
Quanto spesso ha deciso per sua moglie chi votare?
Quinto intervistato: «Io decido e la metto al corrente delle mie preferenze, in queste occasioni un po' tutti nella nostra famiglia dicono la loro e a conclusione ci orientiamo più o meno allo stesso modo decidendo il nostro candidato da votare».
Ha delle figlie? Se si, il loro voto è indipendente dalle sue scelte?
«Ho due figlie femmine e un maschio, loro ascoltano ciò che dico io, ma infine credo decidano da se chi votare, le ragazze soprattutto sono molto curiose e cercano di informarsi il più possibile per potersi creare il proprio parere, il maschio segue me più degli altri».
Ha mai condizionato sua moglie nel voto?
Sesto intervistato: «Credo sia più che impossibile, abbiamo pareri politici del tutto opposti, e questo non mi crea nessun problema, ogni essere umano è libero di decidere quello che preferisce e la sua libertà mi rende orgoglioso come suo compagno di vita».
Settimo intervistato: «No, ho sempre lasciato campo libero alla mia famiglia almeno nel voto; poi si sa l'uomo è quello che gestisce tutto quanto, ma se non fosse aiutato in questo dalla forza e dal sostegno delle mogli e dei figli potrebbe fare ben poco da solo».