Religioni
Papa Francesco riceve il libro del barlettano Nicola Palmitessa
L'Arcivescovo Pichierri dona una copia del libro "San Francesco e Federico II". Il libro testimonia la presenza di san Francesco a Barletta
Barletta - domenica 16 giugno 2013
9.23
«Con immenso piacere e gratitudine si ringrazia l'Arcivescovo Giovanni Battista Pichierri, per aver donato una copia del libro "Federico II e San Francesco – dialoghi e identità", nelle mani di Papa Francesco, lo scorso maggio, durante la visita ad limina apostolorum.
Due sono le motivazioni che rendono particolarmente significativo questo evento. La prima di ordine storico, data cioè dalla inedita scoperta - grazie alle recenti e nuove Fonti Francescane ediz. 2004 - del primo ed unico incontro tra l'imperatore Federico II e Frate Francesco, avvenuto in Barletta. Il cui episodio - erroneamente un tempo attribuito sommariamente in altre località - è descritto ora nei minimi particolari, fino adesso sconosciuti.
Il libro è stato pubblicato per così dire profeticamente, e presentato nel mese di dicembre 2012, solo tre mesi prima della elezione del primo Pontefice che ha scelto il nome in onore di san Francesco, eletto appunto il 13 marzo del 2013. Tali coincidenze temporali sarebbero solo di natura casuale? Difficile dare una risposta. Certo è che nel solco delle possibili verità storiche, lungo i confini di una storia della salvezza, depurata dall'antica storiografia pauperistica, nuova luce si effonde sulla storia della chiesa universale del Duecento. Se Chiesa e Papato erano ormai drammaticamente costipati, da un lato dalla crescente potenza delle armi dell'impero Svevo (che agognava il primato di Pietro), e dall'altro, dall'asfissiante accerchiamento musulmano dell'intero mediterraneo, solo Spirito di Cristo nel Poverello di Assisi sarà in grado di suscitare un nuovo autentico slancio missionario e rinnovatore per la cristianità di quel secolo.
Ma è pur vero, che la mistica personalità di Frate Francesco non rimane come sospesa a mezz'aria, tra leggenda e visioni mistiche, ma calata nella cruda realtà sociale, culturale e politica del tempo. Egli si dichiara vero "Ambasciatore di Cristo", presso il Sultano. E' uomo di santa e rinnovata obbedienza ai Pontefici. E l'imperatore Federico II, dopo averlo provato e fatto arrestare in Barletta, esclamerà: «Veramente costui è amico di Dio!».
Si ringrazia, infine, anche i detrattori che si ritengono particolarmente colti, ma presenti solo nella città di Barletta. Con l'invito di rivolgersi direttamente all'autore. Detrattori che saprebbero più di quanto l'autore ritiene di sapere da fonti di prima mano, qualora perseverassero in presunte e ossessive difficoltà di lettura e di ordinaria comprensione».
Dott. Nicola Palmitessa
Due sono le motivazioni che rendono particolarmente significativo questo evento. La prima di ordine storico, data cioè dalla inedita scoperta - grazie alle recenti e nuove Fonti Francescane ediz. 2004 - del primo ed unico incontro tra l'imperatore Federico II e Frate Francesco, avvenuto in Barletta. Il cui episodio - erroneamente un tempo attribuito sommariamente in altre località - è descritto ora nei minimi particolari, fino adesso sconosciuti.
Il libro è stato pubblicato per così dire profeticamente, e presentato nel mese di dicembre 2012, solo tre mesi prima della elezione del primo Pontefice che ha scelto il nome in onore di san Francesco, eletto appunto il 13 marzo del 2013. Tali coincidenze temporali sarebbero solo di natura casuale? Difficile dare una risposta. Certo è che nel solco delle possibili verità storiche, lungo i confini di una storia della salvezza, depurata dall'antica storiografia pauperistica, nuova luce si effonde sulla storia della chiesa universale del Duecento. Se Chiesa e Papato erano ormai drammaticamente costipati, da un lato dalla crescente potenza delle armi dell'impero Svevo (che agognava il primato di Pietro), e dall'altro, dall'asfissiante accerchiamento musulmano dell'intero mediterraneo, solo Spirito di Cristo nel Poverello di Assisi sarà in grado di suscitare un nuovo autentico slancio missionario e rinnovatore per la cristianità di quel secolo.
Ma è pur vero, che la mistica personalità di Frate Francesco non rimane come sospesa a mezz'aria, tra leggenda e visioni mistiche, ma calata nella cruda realtà sociale, culturale e politica del tempo. Egli si dichiara vero "Ambasciatore di Cristo", presso il Sultano. E' uomo di santa e rinnovata obbedienza ai Pontefici. E l'imperatore Federico II, dopo averlo provato e fatto arrestare in Barletta, esclamerà: «Veramente costui è amico di Dio!».
Si ringrazia, infine, anche i detrattori che si ritengono particolarmente colti, ma presenti solo nella città di Barletta. Con l'invito di rivolgersi direttamente all'autore. Detrattori che saprebbero più di quanto l'autore ritiene di sapere da fonti di prima mano, qualora perseverassero in presunte e ossessive difficoltà di lettura e di ordinaria comprensione».
Dott. Nicola Palmitessa