La città

Pagamenti PA: Barletta 15° capoluogo di provincia per liquidità disponibile

La classifica de “Il Sole 24 Ore” al 28 febbraio 2013. Le misure del decreto varato dal governo

Il governo finalmente sabato scorso ha varato il decreto che prevede lo sblocco dei pagamenti dovuti alle imprese dalle Pubbliche Amministrazioni. Barletta potrebbe essere tra i primi capoluoghi di provincia in Italia ad avviare questo importante iter. Con il decreto, infatti, verranno stanziati 5 miliardi di euro per gli enti locali, ma intanto i comuni che hanno liquidità a disposizione, potranno cominciare a pagare i loro debiti sin da subito. "In rapporto alle dimensioni dell'ente (e dei suoi debiti) - riporta "Il Sole 24 Ore" di lunedì scorso - sono invece i creditori di Comuni come Bergamo, Sondrio e Barletta ad avere le chance migliori di ricevere subito una quota di pagamenti".

"Il Sole 24 Ore", elaborando dati Siope e Centro Studi Sintesi di Unioncamere del Veneto, ha stilato una classifica dei capoluoghi di provincia italiani, in ordine di pagamenti immediati possibili, relativi alla liquidità disponibile degli enti al 28 febbraio 2013, con esclusione dei fondi vincolati. A fianco vengono indicati i debiti al 31 dicembre 2011. Barletta risulta al 15° posto, con 9,73 milioni di euro di liquidità, e 74,55 milioni di euro di debiti. Bari è al 5° posto, Taranto al 12°, Brindisi al 50°, Lecce all'86°, Foggia al 91° con zero liquidità. "Qualche eccezione si potrebbe incontrare in alcune città, soprattutto al Sud - specifica il quotidiano economico - in cui il dato di febbraio è gonfiato dall'"anticipo" degli ex trasferimenti erariali: è il caso per esempio di Napoli".

In sintesi, i contenuti del decreto previsti dal governo per gli enti locali. Immediato allentamento del Patto di stabilità interno, con l'esclusione da questo, per il 2013, dei pagamenti di debiti certi, liquidi ed esigibili di parte capitale (investimenti già effettuati dalle PA) per un importo di 5 miliardi di euro; la creazione di un Fondo, nel bilancio dello Stato, con dotazione di 26 miliardi di euro, per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili, dei quali agli enti locali spettano 2 miliardi nel 2013 e 2 miliardi nel 2014. Incremento delle erogazioni per rimborsi di imposta per 6,5 miliardi (2,5 miliardi nel 2013 e 4 miliardi nel 2014). Comuni e Province, entro il prossimo 30 aprile, faranno richiesta di autorizzazione al Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) per i pagamenti da effettuare. Tali pagamenti saranno autorizzati entro il 15 maggio e finanziati con le disponibilità liquide degli enti. Entro il 15 giugno le Amministrazioni dovranno comunicare importi e tempistiche alle imprese beneficiarie dei pagamenti. Sin da subito, in attesa della citata autorizzazione, i Comuni e le Province possono, comunque, iniziare a pagare i propri debiti nel limite del 50% dei pagamenti programmati.

Il governo ha previsto inoltre dei finanziamenti: Comuni, Province, Regioni e ASL, se non hanno disponibilità liquide, possono ottenere finanziamenti a valere sul Fondo. A tal fine, entro il prossimo 30 aprile faranno richiesta al Mef delle risorse necessarie per i pagamenti e dovranno ricevere entro il 15 maggio le relative ripartizioni, a valere sul Fondo. Entro il 31 maggio 2013 le Pubbliche Amministrazioni debitrici dovranno comunicare alle imprese creditrici il piano dei pagamenti. In caso di richiesta di pagamenti per importi superiori alle disponibilità, le Amministrazioni seguiranno il criterio dell'anzianità del credito scaduto: prima i crediti non ceduti pro soluto in ordine di "anzianità", poi i crediti ceduti pro soluto in ordine di "anzianità". Le amministrazioni che si avvarranno del finanziamento del Mef sono tenute a presentare un piano di ammortamento per la restituzione dell'anticipazione ricevuta entro un periodo di durata fino a un massimo di 30 anni e a un tasso di interesse agevolato, determinato sulla base del rendimento di mercato dei BTP a 5 anni. Per le Amministrazioni che si avvarranno del finanziamento non vengono introdotti nuovi vincoli ai piani di spese, né di investimento.

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