Servizi sociali
«Ogni donna può neutralizzare un’aggressione con il Crav Maga»
Accorgimenti e tecniche perché «difendersi è un diritto»
Barletta - domenica 18 dicembre 2016
«Ogni donna può essere in grado di neutralizzare un'aggressione. Lavorando sull'autostima e sulla fiducia delle nostre possibilità possiamo affrontare la paura e il panico che ci rende vittime delle nostre incertezze. Ogni donna è in grado di combattere e il Crav Maga (che letteralmente vuol dire "combattimento a contatto") offre spunti che, per l'efficacia di colpi rapidi, semplici e istintivi, tendono a rafforzare l'istinto e l'autodifesa» con queste parole si è aperto un incontro dal titolo "Progetto autodifesa donna" alla presenza della dott.ssa Angela Cassatella - che in qualità di psicologa, ha mostrato al pubblico interamente al femminile le emozioni provate durante un'aggressione – e dell'istruttore Ruggiero Doronzo, che ha tenuto una lezione dimostrativa. Li abbiamo intervistati in esclusiva per comprenderne di più.
Qualche accorgimento e quali tecniche usare per evitare un'aggressione…
«È importante prima di tutto tenere la distanza di sicurezza protendendo le mani in avanti a difesa del proprio spazio vitale, elevare il tono della voce - che deve essere ben ferma - al fine di destare l'attenzione di qualcuno che possa accorrere in nostro aiuto, guardarsi intorno e avere a mente che oggetti di uso quotidiano quali un cellulare o una penna possono davvero fare la differenza. Essi possono essere di grande ausilio per colpire nei punti delicati quali le parti genitali, il naso - colpendolo con il palo della mano dal basso verso l'alto – gli occhi».
Quanti mesi occorrono affinché una donna acquisisca le tecniche e si sappia difendere da un'aggressione?
«Occorrono circa quattro mesi per imparare le tecniche basilari di autodifesa ma se ci si allena con costanza i risultati son più che visibili, come hanno raccontato alcuni allieve che per mezzo del corso hanno acquisito maggiore sicurezza in se stesse sentendosi più al sicuro».
Durante l'incontro, la psicologa Angela Cassatella ha sottolineato l'importanza di monitorare la situazione attorno a noi, perché anche chi avrà intenzione di compiere un'aggressione avrà in genere un accentuato movimento oculare e si guarderà attorno per sentirsi sicuro di attaccare. Questo è senza dubbio un primo segnale che può metterci in allerta.
Una donna su 10 secondo i dati Istat è vittima della così definita "violenza di genere". Dottoressa Cassatella come lo spiega tale fenomeno e come è possibile difendersi?
«Si tratta di un fenomeno delicato e complesso, percepito erroneamente come distante dalla nostra realtà quotidiana. Per alcuni aspetti rappresenta il retaggio di una realtà culturale che giustificava e attenuava l'omicidio di una donna con il delitto d'onore, considerandola come un oggetto di possesso. I motivi di una violenza possono essere diversi così come lo sono i contesti. In Italia però prevenzione e punizione sono ancora in ritardo, c'è bisogno di un cambiamento culturale lì dove sono radicati sin troppi stereotipi di genere».
Cosa prova una donna quando subisce un'aggressione e come è bene gestire le emozioni?
«Il sistema mente-corpo inizia ad inviare i segnali emotivi della paura attivando il sistema della salvaguardia. Utilizzata in modo adeguato, la paura può essere una preziosa alleata determinando l'attivazione del sistema simpatico che porta il rilascio adrenalinico determinando una maggiore tensione muscolare, incremento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria fornendo le risorse biopsichiche per far fronte alla minaccia con l'attivazione del sistema attacco/fuga. La paura può divenire paralizzante e determinare la reazione del Freezing conseguente all'attivazione del sistema parasimpatico(riduce la percezione del dolore fisico a non sarà funzionale alla fuga). Variabili quali l'autostima e il senso di efficacia sono imprescindibili, pertanto più pensiamo di farcela più sarà probabile che la paura dinanzi ad un'aggressione diventi una preziosa alleata».
Qualche accorgimento e quali tecniche usare per evitare un'aggressione…
«È importante prima di tutto tenere la distanza di sicurezza protendendo le mani in avanti a difesa del proprio spazio vitale, elevare il tono della voce - che deve essere ben ferma - al fine di destare l'attenzione di qualcuno che possa accorrere in nostro aiuto, guardarsi intorno e avere a mente che oggetti di uso quotidiano quali un cellulare o una penna possono davvero fare la differenza. Essi possono essere di grande ausilio per colpire nei punti delicati quali le parti genitali, il naso - colpendolo con il palo della mano dal basso verso l'alto – gli occhi».
Quanti mesi occorrono affinché una donna acquisisca le tecniche e si sappia difendere da un'aggressione?
«Occorrono circa quattro mesi per imparare le tecniche basilari di autodifesa ma se ci si allena con costanza i risultati son più che visibili, come hanno raccontato alcuni allieve che per mezzo del corso hanno acquisito maggiore sicurezza in se stesse sentendosi più al sicuro».
Durante l'incontro, la psicologa Angela Cassatella ha sottolineato l'importanza di monitorare la situazione attorno a noi, perché anche chi avrà intenzione di compiere un'aggressione avrà in genere un accentuato movimento oculare e si guarderà attorno per sentirsi sicuro di attaccare. Questo è senza dubbio un primo segnale che può metterci in allerta.
Una donna su 10 secondo i dati Istat è vittima della così definita "violenza di genere". Dottoressa Cassatella come lo spiega tale fenomeno e come è possibile difendersi?
«Si tratta di un fenomeno delicato e complesso, percepito erroneamente come distante dalla nostra realtà quotidiana. Per alcuni aspetti rappresenta il retaggio di una realtà culturale che giustificava e attenuava l'omicidio di una donna con il delitto d'onore, considerandola come un oggetto di possesso. I motivi di una violenza possono essere diversi così come lo sono i contesti. In Italia però prevenzione e punizione sono ancora in ritardo, c'è bisogno di un cambiamento culturale lì dove sono radicati sin troppi stereotipi di genere».
Cosa prova una donna quando subisce un'aggressione e come è bene gestire le emozioni?
«Il sistema mente-corpo inizia ad inviare i segnali emotivi della paura attivando il sistema della salvaguardia. Utilizzata in modo adeguato, la paura può essere una preziosa alleata determinando l'attivazione del sistema simpatico che porta il rilascio adrenalinico determinando una maggiore tensione muscolare, incremento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria fornendo le risorse biopsichiche per far fronte alla minaccia con l'attivazione del sistema attacco/fuga. La paura può divenire paralizzante e determinare la reazione del Freezing conseguente all'attivazione del sistema parasimpatico(riduce la percezione del dolore fisico a non sarà funzionale alla fuga). Variabili quali l'autostima e il senso di efficacia sono imprescindibili, pertanto più pensiamo di farcela più sarà probabile che la paura dinanzi ad un'aggressione diventi una preziosa alleata».