Politica
Nunzia Sorrenti è la nuova segretaria provinciale dell'IdV
«Partecipazione democratica al partito» secondo Dibenedetto. Nuova nomina dopo le dissonanze nel partito
Barletta - lunedì 23 luglio 2012
Nunzia Sorrenti è la segretaria provinciale dell'Italia dei Valori della sesta provincia pugliese. La sua conferma (si precisa che la stessa era commissario provinciale uscente) è avvenuta venerdì 20 luglio presso la sala congressi dell'Hotel dei Cavalieri di Barletta al termine di un lungo ed estenuante congresso provinciale (il primo della Regione Puglia) che ha visto contendersi tale carica dal consigliere comunale barlettano – Salvatore Filannino – e dalla stessa Nunzia Sorrenti, supportata invece dall'altro consigliere comunale barlettano, nonché capogruppo, Michele Dibenedetto. Il risultato finale è stato schiacciante. La Sorrenti ha raccolto quasi il doppio delle preferenze su un numero di iscritti che non ha precedenti nella storia dell'IdV BAT.
"Una grande prova di democrazia – sottolinea Dibenedetto – che ha visto una grande affluenza di iscritti tutti intenti a rimarcare la linea che il partito sta tracciando ormai da un anno a questa parte. Una linea che va essenzialmente nella direzione di salvaguardare gli interessi del popolo e non gli interessi personali di chi oggi ricopre incarichi amministrativi. Segno evidente che nel partito dell'Italia dei Valori non è in atto alcuna guerra di tessere ma una vera e propria partecipazione democratica alla vita del partito.
Altro segnale che si evince da questo risultato, è che la linea uni personale/unifamiliare della mozione perdente condotta in questi anni, e soprattutto nell'ultimo anno della consigliatura in corso (è bene precisare che ad oggi siede in amministrazione la corrente Filannino più volte disconosciuta dal sottoscritto come scelta unitaria del partito) è letteralmente fallita. Una linea che ha dovuto cedere il passo ad un nuovo modo di fare politica che è quello della coesione (tra le varie anime del partito), della progettualità, della partecipazione, della condivisione e della concreta fattività. Si è preferito dare spazio e responsabilità ai giovani ed alle donne del partito che rappresentano la vera forza della nostra azione politica.
Non nascondo che qualcuno del gruppo di tesserati facente riferimento al sottoscritto, nei giorni precedenti al congresso, aveva lanciato l'ipotesi di una terza mozione ma a seguito di una lunga ed accesa discussione si è pensato bene di scegliere la linea dell'apertura alle altre forze interne al partito pur rinunciando a poteri di rappresentanza. Nell'ipotesi contraria a questa scelta avremmo corso il rischio di ripetere l'esperienza fallimentare del consigliere Filannino. Con ciò ribadiamo che da oggi l'Italia dei Valori è un partito aperto a tutti, perché siamo convinti che ogni cittadino possa dare un contributo rilevante alla gestione della cosa pubblica.
Un'ultima considerazione mi sento di rivolgerla al Sindaco di Barletta il quale per un anno si è ostinato a non ascoltare ciò che da sempre ha sostenuto la maggioranza del partito di Barletta, rappresentata dal sottoscritto, e cioè che l'attuale presenza in giunta non è espressione del partito. Spero che ora alla luce di questa sonora sconfitta, perpetrata ai danni di chi in questi anni ha interpretato la politica come mera difesa di interessi personali e familiari, lo stesso Sindaco ne prenda atto e dia spazio alla volontà vera del partito, solo allora si potrà riprendere quel dialogo che ormai da mesi si è interrotto a discapito della volontà popolare e cioè della democrazia".
"Una grande prova di democrazia – sottolinea Dibenedetto – che ha visto una grande affluenza di iscritti tutti intenti a rimarcare la linea che il partito sta tracciando ormai da un anno a questa parte. Una linea che va essenzialmente nella direzione di salvaguardare gli interessi del popolo e non gli interessi personali di chi oggi ricopre incarichi amministrativi. Segno evidente che nel partito dell'Italia dei Valori non è in atto alcuna guerra di tessere ma una vera e propria partecipazione democratica alla vita del partito.
Altro segnale che si evince da questo risultato, è che la linea uni personale/unifamiliare della mozione perdente condotta in questi anni, e soprattutto nell'ultimo anno della consigliatura in corso (è bene precisare che ad oggi siede in amministrazione la corrente Filannino più volte disconosciuta dal sottoscritto come scelta unitaria del partito) è letteralmente fallita. Una linea che ha dovuto cedere il passo ad un nuovo modo di fare politica che è quello della coesione (tra le varie anime del partito), della progettualità, della partecipazione, della condivisione e della concreta fattività. Si è preferito dare spazio e responsabilità ai giovani ed alle donne del partito che rappresentano la vera forza della nostra azione politica.
Non nascondo che qualcuno del gruppo di tesserati facente riferimento al sottoscritto, nei giorni precedenti al congresso, aveva lanciato l'ipotesi di una terza mozione ma a seguito di una lunga ed accesa discussione si è pensato bene di scegliere la linea dell'apertura alle altre forze interne al partito pur rinunciando a poteri di rappresentanza. Nell'ipotesi contraria a questa scelta avremmo corso il rischio di ripetere l'esperienza fallimentare del consigliere Filannino. Con ciò ribadiamo che da oggi l'Italia dei Valori è un partito aperto a tutti, perché siamo convinti che ogni cittadino possa dare un contributo rilevante alla gestione della cosa pubblica.
Un'ultima considerazione mi sento di rivolgerla al Sindaco di Barletta il quale per un anno si è ostinato a non ascoltare ciò che da sempre ha sostenuto la maggioranza del partito di Barletta, rappresentata dal sottoscritto, e cioè che l'attuale presenza in giunta non è espressione del partito. Spero che ora alla luce di questa sonora sconfitta, perpetrata ai danni di chi in questi anni ha interpretato la politica come mera difesa di interessi personali e familiari, lo stesso Sindaco ne prenda atto e dia spazio alla volontà vera del partito, solo allora si potrà riprendere quel dialogo che ormai da mesi si è interrotto a discapito della volontà popolare e cioè della democrazia".